Anno: 1986 Durata: 132 Origine: GERMANIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Jean-Jacques Annaud
Specifiche tecniche:ARRIFLEX, PANORAMICA, 35 MM (GONFIATO A 70 MM) (1:1.85)
Tratto da:romanzo omonimo di Umberto Eco
Produzione:FRANCO CRISTALDI, BERND EICHINGER PER NEUE CONSTANTIN FILM PRODUKTION, ZWEITES DEUTSCHES FERNSEHEN (ZDF), CRISTALDI FILM, RAI-RADIO TELEVISIONE ITALIANA, LES FILMS ARIANE, FRANCE 3 CINEMA
Distribuzione:COLUMBIA PICTURES ITALIA - DOMOVIDEO, GENERAL VIDEO, SAN PAOLO AUDIOVISIVI, RICORDI VIDEO, BMG VIDEO, MULTIGRAM (PARADE)
Sean Connery | nel ruolo di | Guglielmo da Baskerville |
Christian Slater | nel ruolo di | Adso da Melk |
Helmut Qualtinger | nel ruolo di | Remigio da Varagine |
Elya Baskin | nel ruolo di | Severino |
Michael Lonsdale | nel ruolo di | L'Abate |
Volker Prechtel | nel ruolo di | Malachia |
Feodor Chaliapin Jr. | nel ruolo di | Jorge da Burgos |
William Hickey | nel ruolo di | Ubertino da Casale |
Michael Habeck | nel ruolo di | Berengario |
Urs Althaus | nel ruolo di | Venanzio |
Valentina Vargas | nel ruolo di | La ragazza |
Ron Perlman | nel ruolo di | Salvatore |
Leopoldo Trieste | nel ruolo di | Michele da Cesena |
Franco Valobra | nel ruolo di | Jerome da Kaffa |
Vernon Dobtcheff | nel ruolo di | Hugh da Newcastle |
Donald O'Brien | nel ruolo di | Pietro d'Assisi Donal O'Brian |
Andrew Birkin | nel ruolo di | Cuthbert da Winchester |
F. Murray Abraham | nel ruolo di | Bernardo Gui |
Lucien Bodard | nel ruolo di | Cardinale Bertrando |
Peter Berling | nel ruolo di | Jean d'Anneaux |
Pete Lancaster | nel ruolo di | Vescovo di Alborea |
Autunno 1327: tra stupende montagne innevate, nel nord Italia, sorge un maestoso monastero. Vi giunge Guglielmo Da Baskerville, francescano ex inquisitore, teologo affascinato dalla cultura e dalla filosofia: con lui c'è il novizio Adso da Melk, che segue il maestro dovunque egli vada. Nel monastero deve svolgersi un incontro tra francescani, domenicani e delegati papali: dovranno chiarire alcuni problemi di fede. Il perspicace Guglielmo però si rende conto che fra i monaci c'è tensione e paura: l'abate, dopo aver tentato di rassicurarlo che tutto procede bene, è costretto a riferirgli che un giovane monaco, ottimo miniatore, Adelmo da Otranto, è stato trovato morto ai piedi della torre del monastero: si teme qualche influenza demoniaca. Guglielmo inizia le sue ricerche per far luce sull'oscura vicenda, aiutato dal fido Adso. Ma ben presto si rende conto che alcuni monaci fanno di tutto per ostacolarlo nell'impresa o per dissuaderlo dal ricercare le cause degli eventi: c'è il vecchio mistico francescano Ubertino da Casale, il venerabile Jorge di Burgos che teme la sete di conoscenza di Guglielmo, il bibliotecario Malachia e il suo vice, Berengario, entrambi feroci custodi dei segreti del ricco patrimonio librario, tenuto gelosamente celato a chiunque. Nel frattempo viene trovato un altro giovane monaco morto, Venanzio, traduttore dal greco, amico del defunto Adelmo. Guglielmo è sempre più attratto dal mistero di queste morti e si convince che la soluzione del giallo si trova nella natura sibillina di alcuni testi molto antichi. Collabora con lui, per chiarire alcune circostanze delle morti, il monaco erborista Severino, ma Malachia e il suo vice Berengario fanno di tutto per intimorire il saggio francescano. Tuttavia Guglielmo, con il fedele Adso, riesce ad introdursi nella grande biblioteca ove sono conservati libri rarissimi, creduti scomparsi, contenenti teorie greche e latine che sembrano in contrasto con la fede cristiana. Lo studioso è estasiato, la sua ansia di sapere sembra essere finalmente appagata. Ma la morte incalza: vengono trovati i cadaveri del vice bibliotecario Berengario, dell'erborista Severino, ucciso senza pietà, e dello stesso bibliotecario Malachia. Intanto arrivano al monastero sia i delegati papali nei loro abiti sfarzosi e nel loro atteggiamento presuntuoso sia il crudele e severo inquisitore Bernardo Guy, il quale è sicuro che l'autore di tanti delitti è qualcuno influenzato dal demonio. Crede di trovare i colpevoli in Salvatore, un monaco gobbo e deforme dal linguaggio incomprensibile, in una ragazza del villaggio che veniva ad elemosinare qualcosa da mangiare in cambio di favori "particolari" verso i monaci più corrotti e lascivi ed infine in Remigio, il cellario, che faceva anche i propri interessi nell'esigere i tributi dalla povera gente. I tre disgraziati vengono condannati al rogo come eretici ed indemoniati nonostante il parere contrario di Guglielmo, che sa benissimo che sono innocenti, e di Adso, il quale si è innamorato della ragazza che gli si è concessa, attratta dall'ingenuità del giovane. Dopo aver superato trabocchetti e reticenze di ogni genere Guglielmo scopre tutto: Adelmo, la prima vittima, era entrato per caso in possesso di un libro antichissimo contenente molte teorie affascinanti ma pericolose per la fede e con le pagine avvelenate; dopo aver rivelato la sua scoperta all'amico Venanzio, si era ucciso per il rimorso di aver ceduto alle lussuriose proposte di Berengario. Venanzio muore per il veleno del libro e il suo cadavere viene occultato dallo stesso Berengario, il quale perisce anche lui per il medesimo veleno. Severino viene ucciso da Malachia perchè era riuscito, guidato da Guglielmo, ad impossessarsi del famoso libro, ma Malachia stesso viene eliminato dal veleno delle antiche pagine. Tutto l'intrigo era noto al venerabile Jorge, il quale è la persona che ha mosso tutti i fili della squallida vicenda fin dall'inizio. Guglielmo e il suo pupillo lo hanno scoperto e vorrebbero rivelarlo a tutti, ma Jorge fa in modo di mandare a fuoco l'antica biblioteca con tutti i suoi preziosi libri, letali, a suo parere, per la fede cristiana. Il saggio francescano e Adso dopo aver messo in salvo alcuni libri, riescono a scampare al poderoso incendio, nel quale perde la vita il vecchio Jorge. Dopo aver fatto preparare i roghi per i tre condannati, i delegati papali e l'inquisitore vanno via: il fuoco divampa ormai in tutto il monastero, Salvatore e Remigio vengono arsi vivi ma la ragazza, per la confusione crescente, viene risparmiata. Infatti i monaci tornano verso il vecchio edificio per tentare di salvare quello che si può e i contadini affamati arraffano e saccheggiano quello che capita loro sotto mano. L'inquisitore nella sua fuga disperata ha un incidente con la carrozza, viene raggiunto dalla folla inferocita con lui per la spietatezza del suo verdetto e scaraventato in un burrone. La pace viene ristabilita nel monastero: il fuoco ha distrutto molte cose ma i colpevoli dei misfatti non ci sono più. Guglielmo e Adso si allontanano dal luogo: il giovane decide di seguire per sempre il suo maestro, rinunciando all'affetto della ragazza venuta per salutarlo. Conserverà per tutta la vita il ricordo tremendo dell'esperienza nel monastero.
"Dal libro più venduto e meno letto del mondo un drammone tetro e monotono, che ha perduto l'ironia di Umberto Eco conservandone solo la pesantezza. Disseminato di esseri mostruosi e deformi, di frequenti accoppiamenti fra campagnole e fratacchioni, di eretici bruciati in piazza, strizza l'occhio alla cassetta puntando apertamente sul giallo e lasciando (fortunatamente) perdere la filosofia". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 7 aprile 2001)
Incasso in euro