Il mio amico giardiniere2007

SCHEDA FILM

Il mio amico giardiniere

Anno: 2007 Durata: 109 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Jean Becker

Specifiche tecniche:35 MM (1:2.35)

Tratto da:romanzo omonimo di Henri Cueco

Produzione:LOUIS BECKER PER ICE3, K.J.B. PRODUCTION, STUDIO CANAL, FR2, RHÔNE-ALPES CINÉMA, CANAL+, CINÉ CINÉMAS, CNC

Distribuzione:BIM, DVD: 01 DISTRIBUTION HOME VIDEO

ATTORI

Daniel Auteuil nel ruolo di Il pittore
Jean-Pierre Darroussin nel ruolo di Il giardiniere
Fanny Cottençon nel ruolo di Hélène
Alexia Barlier nel ruolo di Magda
Hiam Abbass nel ruolo di Moglie del giardiniere
Élodie Navarre nel ruolo di Carole
 

SOGGETTO

Cueco, Henri
 

MONTAGGIO

Witta, Jacques
 

SCENOGRAFIA

Ripaud, Thérèse
 

COSTUMISTA

Périer, Annie
 

EFFETTI

Laurent, Pascal

TRAMA

Un pittore affermato, stanco di vivere a Parigi e prossimo al divorzio, decide di trasferirsi in campagna nella casa di famiglia. L'abitazione e il terreno sono in grave stato di abbandono e per questo il pittore, non avendo voglia né tempo di occuparsene, decide di cercare un aiuto. La scelta cade direttamente sul primo candidato, un ex-ferroviere in pensione che è stato suo compagno di scuola. Le conversazioni e i giorni trascorsi con il suo amico giardiniere aiuteranno il pittore a ritrovare un mondo che credeva perduto per sempre.

CRITICA

"E' chiaro che quello che interessava al regista dei 'Ragazzi del Marais' e, prima, dell''Estate assassina' era una prova di attori mattatori, capaci di rendere la complessità, le sfumature di un rapporto quasi d'amore inteso in senso di partecipazione, fedeltà, assimilazione dell'altrui filosofia. E' altrettanto chiaro che è questa la virtù del film in cui si parla di Botero, di Satie e si ascolta il coro del Nabucco, ma dove valgono le mezze tinte, le mezze parole, i mezzi sguardi di cui sono detentori straordinari due attori che modulano due ben note sensibilità: Daniel Auteuil, certo, è l'artista integrato ma sofferente della sua integrazione, vicino al divorzio; Jean-Pierre Darroussin, interprete magnifico che in Italia non è riconosciuto come merita, è l'uomo semplice che si accontenta della pesca. E poiché entrambi sono anche simpatici è facile entrare in sintonia con questa parlatissima amicizia virile, genere principe del cinema che fu, anche se la storia vive meglio nella parte brillante, nel gusto della conversazione intelligente e casual delle cose della vita, tipica dello stile francese alla Sautet, che nel sentimentalismo coatto del finale spinge troppo su una telecomandata commozione." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 23 novembre 2007) "Girato con una semplicità che sconfina nel semplicistico per il modo ovvio in cui contrappone mondo rurale (autentico) e mondo cittadino (artefatto), il film si affida alla bravura di due interpreti che si amalgamano perfettamente rendendo credibile e sempre godibile il loro duetto." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 23 novembre 2007) "Anche la cinepresa di Becker guarda con calma i suoi piccoli eroi quotidiani, che si chiamano a vicenda Delprato e Delquadro, lasciandoci il tempo di diventarne amici. Signorilmente, Auteuil si mette al servizio della finissima performance del giardiniere Darroussin." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 23 novembre 2007) "Omicidi in provincia? Claude Chabrol. Compagnoni in campagna? Jean Becker. Dopo il successo de 'I ragazzi del Marais', il regista un tempo anche cattivello ('L'estate assassina', 'Omicidio in paradiso') spinge con 'Il mio amico giardiniere' l'acceleratore sui buoni sentimenti facendoci stare 110 minuti accanto al pittore (Daniel Auteuil) e al giardiniere (Jean-Pierre Darroussin), due ex compagni di scuola che non si vedono da quarant'anni riuniti nello stesso orto dai casi della vita. Elogio della filosofia bucolica, inquadrature inondate di luce, il canto dei grilli in colonna sonora e due mostri della recitazione che si scambiano la palla con grazia. Vi siete innamorati dei non meglio definiti abitanti del fiume di 'Centochiodi' del maestro Olmi? Allora troverete il pittore e il giardiniere degni della vostra simpatia e partecipazione emotiva. Viene voglia di andare a vivere con loro. Subito." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 14 dicembre 2007)

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