SCHEDA FILM

IL GIARDINO SEGRETO DEL SIGNOR LOPEZ

Anno: 1988 Durata: 90 Origine: ARGENTINA Colore: C

Genere:GROTTESCO

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE A COLORI

Tratto da:TRATTO DAL RACCONTO "LAS PUERTITAS DEL SR. LOPEZ" DI CARLOS TRILLO E HORACIO ALTUNA

Produzione:ARGENTINA - SONO FILM - S.A.C.I.

Distribuzione:MIKADO FILM (1990) - EMPIRE VIDEO (GOLD)

TRAMA

Lopez è un uomo profondamente frustrato, tutta la sua vita è piena di amarezze, sia all'ufficio (egli è un bravo contabile e lavora in una grande ditta, dove colleghi e superiori lo sfruttano e lo deridono), sia in casa, dove la moglie Maria lo comanda con rigidezza e lo disprezza. Spesso Lopez sente la notte Maria agitarsi nel letto perchè sogna un ardente rapporto sessuale. Anche la vita erotica del poveretto è infatti deludente: quando la moglie vogliosa lo costringe ad un rapporto amoroso, che lei pretende di dirigere momento per momento, come fosse un'operazione militare, l'uomo, pur prestandosi docilmente, non riesce a soddisfarla. E la sua umiliazione cresce. Allora Lopez si chiude nel bagno, dove si consola con riviste porno, finchè Maria non lo scopre, oppure si lascia cullare da gratificanti sogni ad occhi aperti, in cui tutto gli va in modo meraviglioso. Intanto in ufficio è arrivato improvvisamente un nuovo direttore generale, che vuole indagare su gravi ammanchi, scoprendone il responsabile. L'elegante Julio, diretto superiore di Lopez, lo fa nominare controllore dei conti insieme all'amico Juan, fidando di poterlo manovrare a suo piacimento. E' giunta ora a far parte del personale la bella Leticia, dalla quale Lopez resta affascinato, ma che sembra essere molto legata a Julio, al quale Lopez segnala più volte gli ammanchi riscontrati nei conti, ma l'altro gli ordina di riferire in proposito solo a lui. Frattanto Lopez litiga con Maria, alla quale rimprovera la scarsa considerazione in cui lo tiene, poi sogna un colloquio con Dio, col quale si lamenta delle sue sofferenze e delle sue frustazioni, ma Dio gli risponde che egli è stato sempre un vigliacco. Intanto l'indagine è finita, e Lopez teme di essere stato ingiustamente denunciato da Julio. Ma, mentre Juan si suicida, perchè colpevole, il direttore informa Lopez che egli è stato nominato vice direttore perchè Leticia ha rivelato la colpevolezza di Julio, discolpando lui. Quella sera, all'uscita dall'ufficio, Leticia bacia e abbraccia appassionatamente il trionfante Lopez, mentre Maria vede di lontano, meravigliatissima. Poi la moglie avvicinatasi, lo schiaffeggia, e lui le restituisce lo schiaffo; in seguito i due si strappano i vestiti l'uno l'altro, e, in una pasticceria, si tirano in faccia torte alla panna, finchè si baciano golosamente, mangiando contemporaneamente panna: da ora il loro matrimonio cambierà, e Lopez non avrà più bisogno di sognare ad occhi aperti.

CRITICA

"Niente di molto eccezionale, se vogliamo ma un'impresa che, pervasa spesso da un umorismo sotterraneo, riesce ad imporsi anche con qualche ambizione, soprattutto di stili; pur restando qua e là un po' sospesa, se non proprio imprecisa, in certi snodi narrativi. Il protagonista (che non conoscevo) è Lorenzo Quinteros, il classico travet, con una impassibilità, nelle sue miserie reali e nelle sue vittorie sognate, che tende ad imitare Buster Keaton. La moglie, Mirtha Busnelli, mostra di sapersi tenere sempre in equilibrio fra i modi della virago e quelli della mangiatrice d'uomini, c'è però anche una donna dei sogni, che fa spesso da ponte con la vita reale e la interpreta una nota attrice argentina di televisione, Katja Alemann, bella come appunto sono belle le donne fatali nei fumetti. La cifra astuta del film." ('Il Tempo', 27 Luglio 1990) "La commedia di Fischerman, regista di Buenos Aires molto apprezzato e spesso premiato nei festival di cinema, tratta da un racconto di Horacio Altuna e del popolare disegnatore di fumetti Carlos Trillo, ha come protagonista un Fantozzi-Walter Mitty argentino, brutto e somigliante come tipo fisico ad Andreotti. Contabile tremebondo, goffo, imbranato, maltrattato da colleghi e dirigenti, schiavizzato da una moglie funesta, loquace, prepotente e comandante (a letto gli dà ordini precisi, indica zone, misura i tempi), il signor Lopez evade nel sogno, come tutti noi. (...) Gli stereotipi, che funzionano così bene usati ironicamente nei fumetti, sono più difficili da maneggiare nella concretezza dei cinema, si confondono facilmente con l'imitazione: la commedia fragile non risulta originale ma è aggraziata, malinconica e buffa." ('Panorama', 19 Agosto 1990)

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