Il gabbiano1977

SCHEDA FILM

Il gabbiano

Anno: 1977 Durata: 132 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Marco Bellocchio

Specifiche tecniche:EASTMANCOLOR

Tratto da:testo teatrale (traduzione di Angelo Maria Ripellino) di Anton Pavlovic Cechov

Produzione:LU' LEONE , ROBERTO LEVI E ENZO PORCELLI PER RAI - TV ITALTELEVISION

Distribuzione:INDIPENDENTI REGIONALI

ATTORI

Laura Betti nel ruolo di Irina
Giulio Brogi nel ruolo di Trigorin
Pamela Villoresi nel ruolo di Nina
Remo Girone nel ruolo di Konstantin
Gisella Burinato nel ruolo di Mascia
Antonio Piovanelli nel ruolo di Medvedenko
Mattia Pinoli nel ruolo di Sorin
Clara Colosimo nel ruolo di Polina
Remo Remotti nel ruolo di Dorn
Gaetano Campisi nel ruolo di Sciamraev
 

SOGGETTO

Cechov, Anton
 

MUSICHE

Piovani, Nicola
 

MONTAGGIO

Agosti, Silvano
 

SCENOGRAFIA

Fago, Amedeo

TRAMA

Dramma in 4 atti (che Cechov chiamò "commedia"), segna un momento cruciale nella vita artistica di Anton Cechov. Scritto infatti dopo anni di apparente disinteresse per il teatro e rappresentato nel 1894 al Teatro Aleksandrinskij di Pietroburgo, fu sonoramente fischiato dal pubblico; deluso, Cechov cominciò a dubitare delle proprie capacità di autore drammatico. Ma due anni più tardi, ripresentato al Teatro d'Arte di Mosca, "Il Gabbiano" ebbe un successo trionfale. Il titolo è ispirato da un gabbiano ucciso per svago da Triepliov, e la cui vita spezzata casualmente viene paragonata a quella di Nina. S'intersecano nel dramma i destini di Costantino e di Nina, due giovani assetati di successo e di gloria. Figlio di un'attrice famosa, Irina, Costantino aspira a diventare scrittore di teatro anche per conquistare l'amore di Nina, che ha la vocazione del palcoscenico. L'insucesso del suo primo lavoro, allestito in un teatrino di campagna, segna il crollo delle sue speranze; e Nina, delusa, segue a Mosca Trigorin, un letterato alla moda, ex amante di Irina. Ne è sedotta, poi lasciata; ma, tornata nella tenuta di campagna, rifiuta ancora l'amore di Costantino, che si uccide.

CRITICA

"Pur seguendo fedelmente il testo dello scritore russo Bellocchio ne dà una versione molto personale e moderna, che si appropria della vicenda - qui ambientata in terra padana - sino al punto di farne una sorta d'ideale prosecuzione del discorso avviato con 'I pugni in tasca'. I rapporti di amore-odio (...) sembrano rimandare agli analoghi rapporti che il film degli esordi del regista piacentino individuava all'interno di una famiglia borghese, utilizzandoli con polemica veemenza e straziata partecipazione". (Dario Zanelli, 'Il Resto del Carlino, 23 febbraio 1979)

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