IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE2000

SCHEDA FILM

IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE

Anno: 2000 Durata: 120 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:FILMSTIFTUNG; FRANCE 3 CINEMA; LE STUDIO CANAL+; MMC INDEPENDENT GMBH;, SOFICA SOFINERGIE 5; TAPIOCA FILMS; VICTORIES PRODUCTIONS

Distribuzione:BIM

TRAMA

La ventiduenne Amelie, cameriera a Montmartre, è una ragazza ingenua e innocente che vive una vita solitaria. Sua madre, infatti, è morta davanti a Notre-Dame mentre suo padre, colpito dallo choc, dedica tutte le sue attenzioni ad un nano da giardino. Con un innato senso della giustizia dentro, la giovane decide che è venuto il momento di fare qualcosa per gli altri. Per questo, sceglie di aiutare tutte le persone che incontra sulla sua strada. Un giorno, però, sul suo cammino incontra Nino, impiegato in un sexy-shop.

CRITICA

"Buonista, lezioso. Direbbe il critico. Ma deve farci pensare il consenso al faccino e al caschetto - carini da morire - di Audrey Toutou, Amélie. (...) Scrive 'Nice Matin': 'il contrario di sesso, violenza e volgarità. Riabilita pudore e poesia'. E non contento: 'Dice che il bene esiste'. Jeunet sa esprimere tutto questo, vero, in una fiaba i cui personaggi somigliano ai cartoni animati umani, e alternando un colpo di modernità e uno di omaggio al profumo della tradizione". (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 11 maggio 2001) "Reduce dagli Stati Uniti, dove aveva diretto 'Alien IV', Jeunet riprende il modo di fare cinema mostrato già con 'Delikatessen' (...) Graziosa e insignificante, Audrey Tautou, è perfetta per piacere agli uomini senza dispiacere alle donne. Oltre che in questa aurea mediocritas, la chiave dell'immenso successo francese del film è avere rimesso le cose in ordine a Parigi, come molti la ricordavano e come moltissimi vorrebbero riavere. Non hanno il coraggio di dirlo, ma quello di pagare il biglietto l'hanno avuto". (Maurizio Cabona, 'Il giornale', 25 gennaio 2002) "La vera protagonista del film resta Parigi, città-mondo, ricettacolo di prodigi, secondo una tradizione cine-letteraria che va da Breton a Queneau o a Perec, da Fantomas e Belfagor a Rivette a Carax. Solo che oggi Jeunet questa Parigi la riprende dal vero, come ai tempi della nouvelle vague, ma poi corregge tutto al computer, ripulendo i muri dai graffiti e le strade dalle auto in divieto di sosta. Qualcuno lo troverà sacrilego. Ma è il soggetto stesso di 'Amelie'. L'amore ai tempi del computer. L'amore che non si trova ma si inventa, si assembla, si costruisce. In fondo, basta solo un po' di taglia e incolla". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 25 gennaio 2002) "Presentato come la favola parigina di una generosa cameriera di caffè decisa a rendere migliore la vita degli altri e a vendicare i torti da loro subiti, è in realtà una storia corale cinica, divertente, realizzata in uno stile citazionista che ricorda 'Mon Oncle d'Amérique' di Alain Resnais; magari capita ogni tanto di trovarlo un po' stucchevole". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 25 gennaio 2002) "Consapevolmente anacronistico, volutamente eccentrico, 'Il favoloso mondo di Amélie ha un po' l'aspetto di un 'corto' allungato a due ore: senza che ciò, per una volta, rovini il risultato. Le invenzioni registiche si moltiplicano: i colori mutano, variando dall'acido alla quasi monocromia; gli effetti speciali offrono continue sorprese". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 27 gennaio 2002) "Campionissimo d'incassi in Francia, caso critico in America (pare sicuro l'Oscar per il miglior film straniero), il film di Jeunet è una cavalcata radiosa e piena di invenzioni visive che riconcilia con il mondo, la vita e perfino il cinema. Per chi ama la vecchia Parigi di Montmartre: una boccata di realismo magico". (Piera Detassis, 'Panorama', 10 gennaio 2002)

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