Il fatalista2005

SCHEDA FILM

Il fatalista

Anno: 2005 Durata: 99 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:SATIRA, SATIRICO

Regia:João Botelho

Specifiche tecniche:(1:1.85)

Tratto da:romanzo "Giacomo il fatalista e il suo padrone" (1773-1775) di Denis Diderot

Produzione:PAULO BRANCO PER MADRAGOA FILMES, GEMINI FLMS

Distribuzione:-

ATTORI

Rogério Samora nel ruolo di Tiago
André Gomes nel ruolo di Padrone
Rita Blanco nel ruolo di Signora D.
Suzana Borges nel ruolo di Albergatrice
Patricia Guerreiro nel ruolo di Barbara
José Wallenstein nel ruolo di Marchese
Teresa Madruga nel ruolo di Madre di Barbara
Margarida Vilanova nel ruolo di Figlia
Maria Emilia Correia nel ruolo di Padrona della pensione
Adriano Luz nel ruolo di Marito
Ana Bustorff nel ruolo di Signora Margarida
Claudia Teixeira nel ruolo di Isabel
Helena Laureano nel ruolo di Signora Suzette
João Baptista nel ruolo di Tiago a 20 anni
Josè Pinto nel ruolo di Nonno di Tiago
José Eduardo nel ruolo di Padre
Laura Soveral nel ruolo di Nonna di Tiago
Miguel Monteiro nel ruolo di Regista
Rui Morisson nel ruolo di (voce off v.o.)
 

SOGGETTO

Diderot, Denis
 

SCENEGGIATORE

Botelho, João
 

MONTAGGIO

Sancho, Renata
 

SCENOGRAFIA

Amaro, Catarina
 

COSTUMISTA

Branco, Isabel

TRAMA

Tiago gira il Portogallo per lavoro e il proverbio che gli piace di più è: Tutto ciò che succede "in basso" è già stato scritto "in alto". Con questa frase Tiago, un autista, tenta di giustificare tutto ciò che di sorprendente gli viene incontro nel suo peregrinare in questo paese pietroso, o quando deve constatare quanto siano deliranti e senza fine le storie d'amore del suo capo. Nel suo incontrare persone con le loro storie, alcune al limite della follia, Tiago capisce che la lotta di classe è il vero motore del mondo e che ogni comportamento ha sempre conseguenze cui non ci si può sottrarre.

CRITICA

"Sicuramente elegante, nella sua rapsodica alternanza d'intellettualismo e humour, 'O Fatalista' di Joao Botelho sconta l'ingombrante eredità d'innumerevoli big, dal Buñuel de 'La via lattea' al Bresson di 'Perfidia' e all'opera omnia del longevo connazionale De Oliveira. Rileggendo senza eccessive timidezze 'Jacques le fataliste' di Diderot, l'autore portoghese realizza una narrazione multipla tra passioni, avventure sessuali e dialoghi filosofici, in cui naturalmente s'incastrano storiacce di potere locale e allucinate concezioni del mondo, che ha tutti i pregi tranne quello dell'originalità." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 8 settembre 2005). "Nel vedere 'Il fatalista', film pulitino e mesto del portoghese Joao Botelho, vien fatto di rimpiangere la bella occasione persa da Gassman e Villaggio di dar vita ai personaggi di 'Jacques le fataliste' . Chissà se i due divi, fra l'altro sapientissimi lettori, ne avevano mai parlato, proprio come avevano progettato un 'Bouvard e Pécuchet' da Flaubert. Sul filo di un umorismo surreale avanti lettera, il confronto tra servo e padrone imbastito da Denis Diderot (1713 - 1784) si presta a effetti da duetto comico. Le battute sono nel testo, belle e pronte, tanto che in sala hanno suscitato qualche risata perfino nell'interpretazione non irresistibile di André Gomes e Rogerio Samara. Stuzzicarello e autoritario il primo, nei panni dell'innominato signore, filosofo e sornione il secondo. Come spesso avviene con i classici, il libro sopporta la trasposizione moderna; ovvero il viaggio in macchina dei protagonisti, a scopo imprecisato, attraverso il Portogallo. (...) Peccato che al di fuori del grande Manoel de Oliveira, inimitabile ma troppo imitato, il cinema lusitano emani anche nell'affrontare la commedia un'aura quaresimale." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 8 settembre 2005) "Modula su un'infinità di note e sfumature uno spunto concettualmente simile il portoghese Botelho ma il suo è un soave esercizio di raffinatezza, umorismo aristocratico e minoritario. Consacrato a celebrare l'eterna modernità di uno dei padri dell'Illuminismo, il Diderot di 'Jacques le fataliste', Botelho insegue la relazione tra un padrone e un servitore chiacchierone a colpi di racconti amorosi. Un manifesto leggero sull'arte della libertà di pensiero, del potere esercitato attraverso il sesso." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 8 settembre 2005) "Quel che Bresson stuzzicava, qui sfianca. Sarà che questo è un altro film portoghese (esiste film portoghese non noioso?); sarà che è un altro film da festival. Fatto sta che 'Il fatalista' stronca anche il devoto di letteratura libertina." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 8 settembre 2005)

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