Anno: 2015 Durata: 102 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C
Genere:THRILLER
Regia:Gavin Hood
Specifiche tecniche:RED EPIC, REDCODE RAW (5K), (2K)/PANAVISION, D-CINEMA (1:2.35)
Tratto da:-
Produzione:COLIN FIRTH, GED DOHERTY, DAVID LANCASTER PER EONE FILMS, ENTERTAINMENT ONE FEATURES, RAINDOG FILMS
Distribuzione:TEODORA FILM (2016)
Helen Mirren | nel ruolo di | Colonnello Katherine Powell |
Aaron Paul | nel ruolo di | Steve Watts |
Alan Rickman | nel ruolo di | Generale Frank Benson |
Barkhad Abdi | nel ruolo di | Jama Farah |
Jeremy Northam | nel ruolo di | Brian Woodale |
Iain Glen | nel ruolo di | Ministro degli Esteri James Willett |
Phoebe Fox | nel ruolo di | Carrie Gershon |
Monica Dolan | nel ruolo di | Angela Northman |
Aisha Takow | nel ruolo di | Alia Mo'Allim |
Armaan Haggio | nel ruolo di | Musa Mo'Allim |
Faisa Hassan | nel ruolo di | Fatima Mo'Allim |
Daniel Fox | nel ruolo di | Tom Bellamy |
Jessica Jones | nel ruolo di | Kate Barnes |
Mohamed Abdirahmaan | nel ruolo di | Abdi |
Hassan Abdullah | nel ruolo di | Shahid Ahmed |
Ahmed Mohamed Ali | nel ruolo di | Omar |
Carl Beukes | nel ruolo di | Sergente Mike Gleeson |
Babou Ceesay | nel ruolo di | Sergente Mushtaq Saddiq |
Bob Chappell | nel ruolo di | Simon Powell |
Francis Chouler | nel ruolo di | Jack Cleary |
Kim Engelbrecht | nel ruolo di | Lucy Galvez |
Sonia Esgueira | nel ruolo di | Esther Alvarez |
Dek Hassan | nel ruolo di | Abdullah Al-Hady |
John Heffernan | nel ruolo di | Maggiore Harold Webb |
Gavin Hood | nel ruolo di | Tenente Colonnello Ed Walsh |
Graham Hopkins | nel ruolo di | Nigel Adler |
Lex King | nel ruolo di | Susan Danford/Ayesha Al-Hady |
Vusi Kunene | nel ruolo di | Maggiore Moses Owiti |
Warren Masemola | nel ruolo di | Agente Atieno |
Richard McCabe | nel ruolo di | George Matherson |
Roberto Meyer | nel ruolo di | Rasheed Hamud |
Ma Mohamed | nel ruolo di | Osman Abade |
Ali Mohamed | nel ruolo di | Khalid |
Michael O'Keefe | nel ruolo di | Ken Stanitzke |
Abdi Mohamed Osman | nel ruolo di | Amadu Mukhtar |
Laila Robins | nel ruolo di | Jillian Goldman |
Mondé Sibisi | nel ruolo di | Muhammad Abdisalaam |
Abdilatief Takow | nel ruolo di | Ali |
Lemogang Tsipa | nel ruolo di | Matt Levery |
Ebby Weyime | nel ruolo di | Damisi |
Il colonnello inglese Katherine Powell dirige a distanza un'operazione contro una cellula terroristica a Nairobi. Il suo "occhio" sul campo è un drone pilotato in Nevada dal giovane ufficiale Steve Watts, ma quando diventa inevitabile sferrare un attacco entrambi realizzano che anche una bambina innocente finirebbe tra le vittime. Mentre nessun politico nella "war room" londinese vuole prendersi la responsabilità di una decisione, una drammatica serie di eventi fa precipitare la situazione.
"(...) Gavin Hood (...) non riscrive la storia ma indaga nelle zone d'ombra della nostra epoca ad alto tasso di visibilità e altissimo coefficiente di segretezza, malgrado gli Assange e gli Snowden. (...) Mia è solo una figura sullo sfondo, per quanto ben tratteggiata. Serve a farci saltare sulla sedia, ma i protagonisti del film, quelli che invece ci fanno pensare (come raramente succede al cinema) ai mille interrogativi morali posti dalla guerra fatta con i droni, così 'conveniente' in apparenza, sono gli altri. I militari, che vogliono intervenire (non tutti), e i politici che invece frenano (non sempre). E non per umanità ma per timore delle conseguenze. (...) 'II diritto di uccidere' riesce a non fare sconti alla complessità dei problemi sul tappeto senza rinunciare alla suspense del thriller. Grazie all'abilità strepitosa del regista, capace di orchestrare a meraviglia i dubbi e i colpi di scena che percorrono i diversi 'teatri' delle operazioni (nessun effetto digitale manderà mai in pensione il caro vecchio montaggio parallelo) e alla bravura degli interpreti al completo, in testa i 'falchi' Helen Mirren e Alan Rickman, qui purtroppo alla sua ultima apparizione, due figure tutt'altro che monodimensionali grazie alla sceneggiatura accuratissima di Guy Hibbert. Si capisce che Hood non sia riuscito a farsi produrre il film dai grandi studios. Si capiscono meno due o tre scivolate retoriche (come i titoli di coda). Che però non guastano il film più informato e problematico in materia, oltre che appassionante, visto in questi anni. (...) E purtroppo più attuale che mai, anche se pensato e girato ormai diversi anni fa." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 22 agosto 2016) "Il film del sudafricano Gavin Hood si destreggia benissimo nell'evitare il rischio che può correre un racconto che parla di guerra attuale, terrorismo, tecnologia militare e bellica. II punto narrativo, e di necessaria ricaduta anche etico, ruota intorno all'uso dei droni e dunque intorno allo stridente contrasto tra l'illusione di poter condurre una guerra 'pulita', 'chirurgica' e 'intelligente' e la sua traduzione in termini concreti che ovviamente contraddicono quella pretesa dimostrando che la guerra non può che essere crudele, cieca, sporca, e imprevedibile malgrado i più sofisticati sistemi. Ma la conduzione del film sa evitare l'ovvietà della conclusione. Un po' meno un certo moralismo - un colpo al cerchio e uno alla botte: peraltro consueto nell'autorappresentazione americana (qui in realtà anglo-americana ) - nel preservare bontà, commozione, lacrime e lacerazione interiore in chi preme il fatale bottone. Il dilemma invece, o più precisamente la manifestazione esteriore di esso, non riguarda la protagonista. Una come al solito maestosa Helen Mirren (...) ritmo che è poco definire incalzante. (...) Materia e faccenda quanto mai discutibile. Ma il film la sa mettere in scena in modo convincente oltre che coinvolgente." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 25 agosto 2016) "Vorremmo fosse fantascienza ma è l'inquieta realtà di alcune guerre contemporanee portate avanti dall'Occidente anglo-americano. Nel suo film 'II diritto di uccidere' (...) il sudafricano Gavin Hood ne esemplifica un episodio che, per esattezza di dettagli e capacità narrativa, può letteralmente far rabbrividire gli spettatori. Intenso dramma di filosofia morale, il film è solo mirabilmente 'travestito' da 'war movie': alla base dell'indagine, il tema della responsabilità etica in materia di sicurezza civile di una nazione che dovrebbe far capo alla classe politica della nazione stessa. Laddove si impone il diritto/dovere di prendersi delle responsabilità 'ultime' sulle vite altrui cessa ogni risposta lasciando spazio unicamente alle domande. Illuminante." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 25 agosto 2016) "E' un caso più unico che raro quello di un film intelligente, ottimamente recitato, capace di coinvolgerti e farti riflettere: in questo caso, se sia giusto o no sacrificare vittime innocenti al fine di prevenire altri potenziali morti. Una pellicola di guerra, ma non nel modo tradizionale con il quale siamo abituati a confrontarci. In realtà, 'Il diritto di uccidere' è essenzialmente un thriller da camera che, certo, ci fa anche capire come si combatta oggigiorno il terrorismo, grazie all'uso di quei droni che ti permette di colpire a distanza, a migliaia di chilometri dall'obiettivo, «comodamente» seduti davanti a un monitor. (...) strepitosa Helen Mirren (...). Quasi una pochade grottesca, ma capace di tenere alta la suspense, nell'attesa di capire quale sarà la decisione finale. Gli interpreti sono meravigliosi e tra questi va citato con rimpianto lo scomparso Alan Rickman. La sceneggiatura dà spazio a ogni tesi e ragione, senza volutamente tifare pro o contro. Un meccanismo perfetto che fa apparire la vicenda perfettamente verosimile. Un vero peccato che il film esca a fine agosto, in un periodo cinematograficamente poco appetibile." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 25 agosto 2016) "Erano anni che al cinema non provavo un'ansia simile, costruita, architettata, sostenuta da tutti i mezzi più moderni di cui i cineasti oggi dispongono quando debbono mozzare il respiro agli spettatori. Gavin Hood e i suoi hanno fatto centro. Applaudiamoli e applaudiamo anche Helen Mirren che dopo essere stata in «The Queen», la Regina Elisabetta, ha accettato qui di essere un semplice colonnello; sia pure responsabile dei comandi operativi." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 27 agosto 2016)
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