SCHEDA FILM

Il cameraman e l'assassino

Anno: 1992 Durata: 95 Origine: BELGIO Colore: B/N

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:REMY BELVAUX, ANDRE' BONZEL, BENOIT POELVOORDE PER LES ARTISTES ANONYMES

Distribuzione:CADMO FILM - POLYGRAM FILMED ENTERTAINMENT VIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO

TRAMA

Ben si guadagna da vivere commettendo omicidi: senza odio né rimpianti, uccide un mucchio di gente tra pensionati, fattorini, poveracci e simili; mai però, assolutamente mai, si spinge più in alto: "Vedi, un tizio qualunque non fa mai rumore. Prova ad ammazzare una balena: avrai subito alle calcagna gli ecologisti, Greenpeace, il comandante Cousteau; stermina un banco di sardine, puoi star tranquillo che ti aiuteranno a metterle in scatola...." Il pazzo assassino ha anche accettato di essere seguito e ripreso da una troupe televisiva, interessata a realizzare un reportage su un personaggio d'eccezione come lui. Vengono filmate così tutte le prodezze di Ben, contrappuntate dalle molte testimonianze dei suoi vicini, nonché dai suoi stessi aforismi che rivelano una visione del mondo brillante e tremenda. Poiché i mezzi finanziari per realizzare il reportage rischiano di esaurirsi prima che il film possa essere portato a termine, Ben decide di aiutare la troupe uccidendo qualche vittima in più; ma nella vita non si fa niente per niente: in cambio alcuni operatori, membri dell'equipe, gli daranno una mano in alcune delle azioni più rischiose (due di loro ci lasceranno addirittura la pelle). Un bel giorno però Ben commette un'imprudenza: attacca una famiglia agiata e viene immediatamente arrestato (ricordate la storia della balena e delle sardine?). Riuscito ad evadere torna alla sua attività omicida, ma ormai la fortuna gli ha voltato le spalle: i suoi amici operatori vengono assassinati da una banda rivale. Ben stesso finisce per essere colpito, e muore (naturalmente non senza aver improvvisato, prima, uno dei suoi folli aforismi).

CRITICA

Buona parte della riuscita del film che non è una facile parodia, ricordiamolo, perchè sa essere duro, "sporco" realistico quanto basta e talvolta di più poggia sulle spalle del protagonista, il logorroico Benoit Poelvoorde. Allampanato, sinistro, irresistibile è lui a coinvolgere l'intera troupe in uno spaventoso stupro collettivo che sarebbe stato letteralmente impossibile da filmare senza aver prima teso quella rete di complicità, sorniona e mostruosa. Alla quale, attenzione, finisce intrappolato anche lo spettatore. Che non è mai innocente come vorrebbe. (Fabio Ferzetti, Il Messaggero) "Il cameraman e l'assassino" sembra indeciso fra queste due vie, e si ferma a metà, al limite della barzelletta violenta.. Sarà il tipico difetto di un'opera prima? Può darsi, ma il nostro culto lo riserveremo ad altri film. (Alberto Crespi, L'Unità)

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