Il buono, il brutto, il cattivo1966

SCHEDA FILM

Il buono, il brutto, il cattivo

Anno: 1966 Durata: 161 Origine: SPAGNA Colore: C

Genere:AZIONE, DRAMMATICO, WESTERN

Regia:Sergio Leone

Specifiche tecniche:TECHNISCOPE, TECHNICOLOR, 35MM (1.2.35)

Tratto da:-

Produzione:ALBERTO GRIMALDI PER P.E.A. CINEMATOGRAFICA

Distribuzione:P.E.A. (1966); CINETECA DI BOLOGNA, IN COLLABORAZIONE CON CIRCUITO CINEMA (2014) - RICORDI VIDEO - L'UNITA' VIDEO, DVD: MONDO HOME ENTERTAINMENT (2007)

ATTORI

Clint Eastwood nel ruolo di Joe, il buono
Eli Wallach nel ruolo di Tuco, il brutto
Lee Van Cleef nel ruolo di Sentenza, il cattivo
Luigi Pistilli nel ruolo di Padre Ramirez
Aldo Giuffré nel ruolo di Ufficiale nordista
Rada Rassimov nel ruolo di Maria, la prostituta
Chelo Alonso nel ruolo di Contadina messicana
Angelo Novi nel ruolo di Un frate
Mario Brega nel ruolo di Caporale Wallace
Enzo Petito nel ruolo di Trafficante d'armi
John Bartha nel ruolo di Sceriffo
Antonio Casas nel ruolo di John
Lorenzo Robledo nel ruolo di Jeff
Antonio Casale nel ruolo di Uomo con l'occhio bendato
Sandro Scarchilli nel ruolo di Componente della gang "Angel Eyes"
Claudio Scarchilli nel ruolo di Componente della gang "Angel Eyes"
Livio Lorenzon
 
 

SCENOGRAFIA

Simi, Carlo
 

COSTUMISTA

Simi, Carlo
 

TRAMA

Mentre divampa la Guerra di Secessione, tre uomini privi di scrupoli e di ideali vivono ai margini della legalità: Tuco "il brutto", Joe "il buono" e Sentenza "il cattivo". Sentenza è da tempo sulle tracce di una grande quantità d'oro nascosta al sicuro dal temibile Bill Carson dentro una tomba. Per uno scherzo del destino, però, è il buono a scoprire quale sia il nome scritto sulla tomba e il brutto a individuarne l'ubicazione. Così i tre uomini, che si odiano e non si fidano l'uno nell'altro, sono costretti ad iniziare insieme le ricerche, legati dal destino e dalla stringente necessità di sorvegliarsi l'un l'altro giorno e notte. Nel cimitero, i tre si affrontano nel duello decisivo: dopo aver eliminato il cattivo, Il buono deride il brutto per poi lasciarlo in vita, malconcio, spaventato a morte e con una tale quantità di monete d'oro che non riuscirà mai a spendere e forse neppure a trasportare.

CRITICA

"In questo western basato su schemi risaputi e situazioni convenzionali, tutto è sotto l'insegna dello 'strafare'. Tale impostazione menoma le indubbie capacità tecniche del regista, la sua fervida fantasia, la sua capacità nell'evocazione di atmosfere, nonché la sua precisione nei disegni psicologici." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 61, 1967) "Nel vivo di una tradizione ancora popolare eppure colta (...) il terzo film di Leone si rivela non soltanto il più suggestivo del serial (...) ma anche il meno spocchioso ed epidermico (...). Leone ha saputo innervare la sua specializzazione cinematografica di motivi nuovi (...). Alla radice di questo rinnovato interesse sta non tanto la galleria spavalda di tipi cari all'iconografia del west, quanto lo sfondo storico, che (...) si slarga anche al recupero di una decisa condanna alla guerra (...)- Clint Eastwood (ottimo il doppiato da Salerno) rinnova con talento il personaggio (...) Lee Van Cleef conferisce movenze serpigne all'antagonista (...) Eli Wallach (...) nobilita il 'pastiche' col ricordo e le intemperanze mimiche di una scuola illustre." (G. Napoli, 'Civiltà dell'Immagine', aprile 1967) "Dopo 'Per un pugno di dollari' (1964) e 'Per qualche dollaro in più' (1965), ecco in sala il capitolo finale della mitica Trilogia del Dollaro di Sergio Leone: 'II buono, il brutto, il cattivo' (1966), nuovo di pacca grazie al benemerito progetto II Cinema Ritrovato di Cineteca di Bologna e The Space Cinema. (...) Colonna sonora da culto di Ennio Morricone, facce buone (Joe), brutte (Tuco) e cattive (Sentenza) egualmente stampigliate a fuoco sul nostro immaginario, miscela senza eguali di genere e autorialità, afflati anti-bellici, rivedere 'II buono, il brutto, il cattivo' apre a una confessabile certezza: quanto eravamo belli." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 17 luglio 2014) "'Il buono il brutto e cattivo', riproposto ora in sala sale, è l'ultimo titolo della trilogia del dollaro creata da Sergio Leone. Il quale, pur non essendo l'inventore del cosiddetto «western all'italiana» o «spaghetti western», è stato certamente il regista che ha nobilitato il genere, proponendolo all'attenzione del pubblico internazionale; e influenzando cineasti quali Quentin Tarantino, suo grande estimatore anche se per 'Django' si è ispirato a Sergio Corbucci. (...) scene di sangue e tortura girate con gusto effettistico e sottolineate dalla musica di Morricone. Campione di incassi del 1967, il film rivisto oggi dà per molti versi ragione a chi all'epoca lo considerò di un manierismo eccessivo e compiaciuto; e tuttavia conferma l'abilità di Leone a manipolare gli elementi spettacolari del western, sradicandoli dalla loro originaria matrice storico/mitica. Che poi il tutto possa risultare indigesto a chi conosce e ama i classici di John Ford, è fuor di discussione." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 17 luglio 2014) "Piacerà. Lucidato e rimesso a nuovo, manderà in estasi i 'leonini' della prima ora e quelli di più recente acquisizione. I francesi, all'epoca, parlarono di polemica contro la guerra. Balle. Le stragi erano per Leone solo un pretesto per mettere in scena il suo pirotecnico Barnum del West. Il pacifismo del film veniva dallo script di Luciano Vincenzoni ('La grande guerra') ma al grande Sergio serviva a nobilitare la sua polpetta sanguinolenta." (Giorgio Carbone, 'Libero', 17 luglio 2014) "Nessuno prevedeva che 'Per un pugno di dollari' (1964) avrebbe aperto una trilogia. Ma dopo il successo mondiale di quel western polveroso, virile e con le sparatorie in primo piano, Sergio Leone sapeva come chiudere un trittico esplosivo: con un botto ancora più forte. (...) Si ride, si spara, si ammazza prima di un triello finale dove gli occhi in primissimo piano degli attori corrono più veloci delle pallottole. Un tempo prendevamo generi cinematografici americani e li reinventavamo in modo geniale. Bava con l'horror, Leone con il western. Capolavoro assoluto. Da vedere e rivedere. Soprattutto dopo il sopraffino restauro della Cineteca di Bologna." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 17 luglio 2014)

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