I pugni in tasca1965

SCHEDA FILM

I pugni in tasca

Anno: 1965 Durata: 107 Origine: ITALIA Colore: B/N

Genere:DRAMMATICO

Regia:Marco Bellocchio

Specifiche tecniche:PANORAMICA - ARTECOLOR

Tratto da:-

Produzione:ENZO DORIA PER DORIA CINEMATOGRAFICA

Distribuzione:INTERNATIONAL FILM COMPANY (1965); IL CINEMA RITROVATO-CINETECA DI BOLOGNA (2015) - MANZOTTI HOME VIDEO, VIVIVIDEO, MONDADORI VIDEO - DVD: 01 DISTRIBUTION (2011)

ATTORI

Lou Castel nel ruolo di Ale
Paola Pitagora nel ruolo di Giulia
Marino Masé nel ruolo di Augusto
Pierluigi Troglio nel ruolo di Leone
Irene Agnelli nel ruolo di Bruna
Jeannie McNeil nel ruolo di Lucia
Liliana Geraci nel ruolo di Madre
Gianni Schicchi nel ruolo di Tonino
Stefania Troglio nel ruolo di Cameriera
Mauro Martini nel ruolo di Bambino
Alfredo Filippazzi nel ruolo di Dottore
Celestina Bellocchio nel ruolo di Ragazza alla festa
Gianfranco Cella nel ruolo di Ragazzo alla festa
Lella Bertante
Sandra Bergamini
Tino Mulinari
 
 

SCENEGGIATORE

Bellocchio, Marco
 
 

MONTAGGIO

Agosti, Silvano
 

SCENOGRAFIA

Longo, Gisella
 

COSTUMISTA

Sala, Rosa

TRAMA

In una decadente villa della montagna piacentina vive una famiglia borghese la cui direzione è affidata, più che alla madre cieca, al maggiore dei quattro figli, Augusto, che, fidanzato da tempo ad una ragazza di città, attende con ansia il momento di abbandonare la casa per formare una propria famiglia nel capoluogo. Nella casa vivono: Leone, il più giovane dei fratelli, epilettico ed incapace di ragionare; Giulia, la quale, anche se apparentemente più normale, è a sua volta malata e psicologicamente ferma ad una preadolescenza che la lega morbosamente a Sandro. Questi, a sua volta pazzo ed epilettico, ha una mente lucida nel concepire diabolici piani tendenti a sopprimere i familiari. Sandro, quando se ne presenta l'occasione, spinge la madre in un burrone, affoga nel bagno Leone, e, dopo aver rivelato le sue prodezze alla sorella Giulia, si allea con la medesima per uccidere Augusto. Ma la fredda determinazione di Sandro atterrisce Giulia che, temendo di rimanere vittima della mania omicida del fratello, non interviene a salvarlo nel corso di una letale crisi del suo male.

CRITICA

"Il film, pur denotando nell'esordiente autore un apprezzabile orientamento per una cinematografia culturalmente impegnata, è da considerarsi non del tutto riuscito dal punto di vista strutturale e contenutistico. Accanto ad alcune efficaci sequenze e ad una buona interpretazione dei protagonisti, si notano cedimenti di stile e di gusto, confusioni d'idee che denunciano insieme acerbità e insicurezza del regista." ("Segnalazioni cinematografiche", vol. 59, 1966) "Il film è la narrazione dei progetti, allo stato velleitario, delle risoluzioni pratiche, delle sublimazionie dei complessi di Alessandro che vuole eliminare dalla casa tutti i malati per aiutare Augusto. E' una cronaca ironica e crudele al tempo stesso, (...) ha scritto giustamente Moravia che Bellocchio ha consumato in questo film tutto ciò che è il mondo della giovinezza. (...) Lou Castel ha dato ad Alessandro una vitalità incredibile, per metà il film è lui, quel personaggio," (Gian Battista Cavallaro, "Cineforum", 52, febbraio 1966)

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