Anno: 1937 Durata: 88 Origine: ITALIA Colore: B/N
Genere:AVVENTURA
Regia:Luis Trenker
Specifiche tecniche:-
Tratto da:-
Produzione:ENIC/CONSORZIO "CONDOTTIERI"
Distribuzione:ENIC
Alberto Emmerich | ||
Alberto Minoprio | ||
Augusto Martacci | nel ruolo di | Daniello |
Carla Sveva | nel ruolo di | Maria Salviati |
Carlo Fontana (II) | ||
Carlo Simoneschi | ||
Carlo Tamberlani | nel ruolo di | Il Duca Di Urbino |
Claudio Ermelli | nel ruolo di | Conducente Di Un Carro |
Ernesto Nannicini | nel ruolo di | Il Monaco |
Ethel Maggi | nel ruolo di | Caterina Sforza |
Friedl Trenker | nel ruolo di | Giovanni Da Bambino |
Gino Viotti | nel ruolo di | Il Papa |
Giulio Cirino | nel ruolo di | Ruschli |
Giuseppe Addobbati | nel ruolo di | Il Duca Di Imola |
Hans Jamnig | ||
Laura Nucci | nel ruolo di | Tullia Delle Grazie |
Loris Gizzi | nel ruolo di | Malatesta |
Luis Gerold | ||
Luis Trenker | nel ruolo di | Giovanni De Medici |
Mara Danieli | ||
Mario Ferrari | nel ruolo di | Cesare Borgia |
Nino Marchetti | nel ruolo di | Corrado |
Oreste Bilancia | ||
Raf Pindi | nel ruolo di | Pedro Lando Muzio |
Sandro Dani | nel ruolo di | D'Argentiere |
Tito Gobbi | nel ruolo di | Nino Il Cantore |
Tullio Galvani | ||
Umberto Sacripante | nel ruolo di | Sanzio |
Virgilio Botti |
Giovanni Medici, figlio di Caterina Sforza, dopo aver seguito la madre in esilio, da adulto si arruola nella milizia del Malatesta. Seguendo il suo ideale di unità e libertà, crea le 'Bande Nere' primo nucleo di Milizie nazionali. Firenze lo condanna come traditore e scioglie il suo gruppo. Liberato da alcuni fidi, Giovanni ripara in Francia, per poi rientrare a Firenze al soldo del Duca d'Argentière. Di qui, ricostituite le Bande Nere punta verso Roma. Soggiogato dalla maestà del Pontefice ne ottiene il perdono e sposa la ragazza che ama. Malatesta e d'Argentière però si coalizzano contro di lui e nella battaglia successiva solo con un gesto d'eroismo conquisterà la vittoria al prezzo della propria vita.
"(....) Questa storia abbastanza complicata, non è narrata con chiarezza e nemmeno con molto vigore. In compenso è espressa attraverso una fotografia splendida che fa il più grande onore al nostro Carlo Montuori. Le masse sono manovrate con abilità e con senso pittorico, lo stesso senso che ha ispirato la scelta di alcuni tipi secondari bellissimi. (...) Lo spartito del maestro Becce è poco indovinato, troppo sentimentale per lo stile del film, è completamente anacronistico col tempo del dramma (...)". (Guglielmina Setti, "Il Lavoro", 5/10/1937).
Incasso in euro