I colori dell'anima - Modigliani2004

SCHEDA FILM

I colori dell'anima - Modigliani

Anno: 2004 Durata: 127 Origine: GERMANIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Mick Davis

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:LUCKY7 PRODUCTIONS, UKFS, CINESON PRODUCTIONS, ISTITUTO LUCE, BAUER MARTINEZ STUDIOS, MEDIAPRO PICTURES, ALICELEO SRL, FRAME WERK PRODUKTION GMBH & CO. KG

Distribuzione:ISTITUTO LUCE (2005)

ATTORI

Andy Garcia nel ruolo di Amedeo Modigliani
Elsa Zylberstein nel ruolo di Jeanne Hebuterne
Omid Djalili nel ruolo di Pablo Picasso
Hippolyte Girardot nel ruolo di Maurice Utrillo
Eva Herzigova nel ruolo di Olga, moglie di Picasso
Udo Kier nel ruolo di Max Jacob
Federico Ambrosini nel ruolo di Modigliani da bambino
Beatrice Chiriac nel ruolo di Frida Kahlo
Ciprian Dumitrascu
Colin McCabe nel ruolo di Barman Turco
Jim Carter nel ruolo di Achilles Hebuterne
Lance Henriksen nel ruolo di Foster Kane
Louis Hilyer nel ruolo di Zborowski
Michelle Newell nel ruolo di Eudoxie Hebuterne
Miriam Margolyes nel ruolo di Gertrude Stein
Peter Capaldi nel ruolo di Jean Cocteau
Ruza Madjarevic nel ruolo di Infermiera di Modigliani
Steven Rimkuss nel ruolo di Soutine
Susie Amy nel ruolo di Beatrice Hastings
 

SOGGETTO

Davis, Mick
 

SCENEGGIATORE

Davis, Mick
 

MONTAGGIO

Hickox, Emma E.
 
 

COSTUMISTA

Downe, Pam

TRAMA

Nel 1919, finita la Grande Guerra, Parigi è tornata ad avere un'intensa vita notturna, e al Café Rotonde, rifugio degli artisti, c'è un tavolo composto di uomini destinati a far parlare di loro: Picasso, Rivera, Stein, Cocteau, Utrillo e Modigliani. Picasso e Modigliani si incontrano, parlano e dividono la ribalta, ma tra loro c'è una rivalità che si percepisce ad occhio nudo. Sono invidiosi l'uno dell'altro, del talento, della tracotanza, del fuoco che li divora. Modigliani ha un'amante, Jeanne, una ragazza cattolica il cui padre non riesce a tollerare che la figlia sia innamorata di un ebreo. Il figlio nato dalla loro unione viene portato in segreto in un convento. Modigliani e Jeanne non riescono a rassegnarsi della perdita del loro bambino, ma hanno bisogno di soldi. Amedeo, di notte, esce di casa e sotto la pioggia battente arriva al Café per iscriversi alla competizione artistica del giorno successivo che mette in palio una forte somma di denaro. Sprezzante, anche Picasso si alza dalla sua sedia e scrive il suo nome tra quello dei partecipanti. Parigi si entusiasma e gli artisti hanno una sola notte per dipingere, per imprimere sulla tela i colori della loro anima e per tracciare la strada che prenderanno le loro vite...

CRITICA

"'I colori dell'anima' di Mick Davis racconta l'aspra rivalità tra Picasso e Modigliani, ma anche le loro passioni. Soprattutto, l'amore di Jeanne, cattolica, con l'ebreo Amedeo Modigliani. Dopo Gérard Philipe in 'Gli amori di Montparnasse' e Richard Berry in 'Modì', è toccato al cubano Andy Garcia portare sullo schermo l'artista livornese e la rivalità con Picasso. Ma l'attore, cercando di sembrare italiano, dà vita a uno degli stereotipi più banali. E i dialoghi fra i due appaiono improbabili. Modigliani è solo l'ultimo di una lunga serie di pittori, la cui storia è stata portata al cinema: Van Gogh, Frida, Caravaggio, Picasso. Ma la vita di questi artisti geniali, per la verità, non ha generato capolavori." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 13 maggio 2005) "Sbaglia Mick Davis quando afferma, nelle sue note di regia, di aver affrontato con 'I colori dell'anima - Modigliani', una 'grande storia d'amore mai raccontata'. Infatti a questa vicenda dedicò nel 1958 il film 'Montparnasse' nientemeno che Jacques Becker, con due divi carismatici come Gérard Philipe e Anouk Aimée: un film del quale si parlò molto, nel bene e nel male, anche perché lo sceneggiatore Henri Jeanson si sentì tradito e fece causa. Disinvolto nell'attribuirsi una primogenitura infondata, Davis lo è ancora di più quando imposta il suo film su una forsennata competitività fra Modigliani e Picasso di cui è difficile trovare conferma nella vastissima bibliografia sull'argomento. (...) Tutto ciò sullo schermo è sostenuto da un misto di ingenuità e buona fede, per cui insistere sulla scarsa attendibilità dell'insieme e dei particolari sarebbe ingeneroso. Tanto per dirne una, il regista fa intrecciare ai suoi protagonisti passi di danza per le vie notturne di Parigi 1919 sull'onda di 'La vie en rose' cantata da Edith Piaf (che allora aveva quattro anni). Scarsa anche la rispondenza fra il corpulento e grossolano interprete Omid Djalili e il vero Picasso; e lo stesso si può dire per l'anziana attrice che incarna Gertrude Stein, all' epoca non ancora cinquantenne. Strane trasandatezze per una messinscena che sotto altri aspetti (scenografia e ambientazione realizzate in Romania) è meticolosa e rispettabile. Com'è luminosa la presenza di Elsa Zylberstein, agnello sacrificale sull' altare dell'amour fou." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera, 14 maggio 2005) "'I colori dell'anima' è un film coraggioso, sfrontato e soprattutto sbagliato. (...) L'assenza della pittura come percorso creativo, al di fuori dell'esistenza umana, è un'assenza gravissima, che riduce quel periodo a un carnevale parigino e quei personaggi a misere macchiette, anche se va osservato che Andy Garcia, di origine cubana, merita l'onore delle armi, per la varietà espressiva e l'impegno drammaturgico, superiore a ciò che prescrive la sceneggiatura. Tutto nobilmente sbagliato, fino all'autodistruzione, come Modì." (Adriano De Carlo, 'Il Giornale', 20 maggio 2005)

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