Anno: 2000 Durata: 90 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Carmine Fornari
Specifiche tecniche:-
Tratto da:-
Produzione:ANTONIO FUSCO E ANDREA LIBERATO PER CAVIAR PRODUZIONI
Distribuzione:FILMO
Francesco Giuffrida | nel ruolo di | Pinuccio |
Flavio Bucci | nel ruolo di | Andrea anziano |
Piera Degli Esposti | nel ruolo di | Sara anziana |
Michele Venitucci | nel ruolo di | Andrea giovane |
Sarah Baumann | nel ruolo di | Sara giovane |
Dario D'Ambrosi | ||
Diego Verdegiglio | ||
Lorenzo Gentile | ||
Michele Melega |
Andrea è un giovane illusionista che nella Roma del 1938 vive di espedienti al limite della legalità finché è costretto a rifugiarsi in Albania. A Tirana, nell'Hotel Dajti, che prende il nome da una montagna locale, incontra Sara che sposa e con la quale si esibisce con successo. Rintracciato dalla polizia fugge e mentre sta per imbarcarsi alla volta dell'Italia con il figlioletto e la moglie, quest'ultima viene colpita e sparisce nell'acqua. Andrea si trova nel 1944 in un paesino della costa pugliese, dove poco dopo gli muore anche il figlio, per un male incurabile; smette quindi di fare l'illusionista e si trasforma in mago di paese che predice il futuro ed entra in contatto con i morti. Dopo quarant'anni incontra Pinuccio, manovale della criminalità organizzata, che gli mostra la prova che Sara è ancora viva. I due si mettono in viaggio alla ricerca della donna che ritrovano in Albania in punto di morte, ma ancora in tempo per ricongiungere una famiglia distrutta e cancellare il senso di colpa di Andrea.
Dalle note di regia: "Ho scelto una chiave narrativa fortemente intimista perchè penso che sia quella più idonea a provocare emozioni: e sono le emozioni, comuni a tutti gli esseri umani, che possono unirci e farci sentire tutti più vicini." "Il film è una romantica tragedia dell'amore eterno, basata sui ricordi non autobiografici del padre del regista, medico a Tirana durante l'Impero e la guerra. Anche se la maggior parte del racconto, una storia vera, si svolge oggi e coinvolge l'odierna arte di arrangiarsi, (...) ed elabora quelle memorie con la secchezza, la freddezza e il turbamento che suscitano, alla fine di un secolo-incubo, i nuovi drammi (...) e i business veri, illusionisticamente non collegati al rapporto sempre squilibrato tra Italia ("Occidente") e Albania (un pericoloso "altrove"). (Roberto Silvestri, Il Manifesto, 7 aprile 2002) "Torna al Filmstudio 'Hotel Dajti' di Carmine Fornari, folle e coraggioso almeno nel soggetto. Due paesi, Italia e Albania, due epoche. Nel 1938 un giovane illusionista perseguitato per motivi politici ripara in Albania, si innamora di una giovane bellissima e dai poteri davvero magici, ha un figlio da lei ma fuggendo, nel '44, perde entrambi. Salvo scoprire, 50 anni dopo, che sono ancora vivi. Musiche struggenti, grandi metafore, ma i mezzi sono pochi e il film finisce per avere il fiato corto. Peccato". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 3 maggio 2002) "'Hotel Dajti': una storia che, scritta e diretta con mano più salda, poteva diventare la storia di questa Italia di fine/inizio millennio; ma sceneggiata in modo delirante e girata con ambizioni esageratamente poetiche, cade nell'assurdo (....) Dalla Puglia degli scafisti all'Albania di un'improbabile 'belle epoque', la vertigine storica è affascinante ma avrebbe bisogno di ben altra solidità narrativa. Flavio Bucci e Piera Degli Esposti fanno quello che possono (non moltissimo)". (Alberto Crespi, 'Film Tv', 14 aprile 2002)
Incasso in euro