Hostel2005

SCHEDA FILM

Hostel

Anno: 2005 Durata: 90 Origine: USA Colore: C

Genere:HORROR

Regia:Eli Roth

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:HOSTEL LLC, INTERNATIONAL PRODUCTION COMPANY, RAW NERVE

Distribuzione:SONY PICTURES RELEASING ITALIA (2006)

ATTORI

Jay Hernandez nel ruolo di Paxton
Derek Richardson nel ruolo di Josh
Eythor Gudjonsson nel ruolo di Oli
Barbara Nedeljakova nel ruolo di Natalya
Jana Kaderabkova nel ruolo di Svetlana
Jan Vlasák nel ruolo di Uomo d'affari olandese
Jennifer Lim nel ruolo di Kana
Paula Wild nel ruolo di Monique
Lubomir Bukovy nel ruolo di Alex
Petr Janis nel ruolo di Chirurgo tedesco
Jana Havlickova nel ruolo di Vala
Vanessa Jungova nel ruolo di Saskia
Martina Kralickova nel ruolo di Edwige
Takashi Miike nel ruolo di Uomo fuori della camera delle torture
Barbora Oboznenkova nel ruolo di Ragazza della discoteca
Christopher Allen Nelson nel ruolo di Poliziotto olandese
Daniela Bakerova nel ruolo di La vecchia
Drahoslav Herzan nel ruolo di Bob
Jakub Habarta nel ruolo di Ragazzo del bus slovacco
Jan Spanbauer nel ruolo di Uomo
Josef Bradna nel ruolo di Macellaio
Katerina Vomelova nel ruolo di Dominique
Keiko Seiko nel ruolo di Yuki
Lubos Vinicky nel ruolo di Olandese infuriato
Mark Taylor nel ruolo di Brucey
Martin Kubacák nel ruolo di Tassista terrorizzato
Milda Havlas nel ruolo di Jedi
Mirek Navratil nel ruolo di Buttafuori olandese
Mirosláv Táborský nel ruolo di Poliziotto Simpatico
Natali Tothova nel ruolo di Natalya Shemp
Nick Roe nel ruolo di Stan
Patrik Zigo nel ruolo di Capobanda
Petr Sedlacek nel ruolo di Tassista sdentato
Petra Kubesova nel ruolo di Svetlana Shemp
Philip Waley nel ruolo di Alfie
Rick Hoffman nel ruolo di Uomo d'affari americano
Vladimir Silhavecky nel ruolo di Yuri
Zina Blahusova nel ruolo di Ragazza del messaggio
 

SOGGETTO

Roth, Eli
 

SCENEGGIATORE

Roth, Eli
 

MUSICHE

Barr, Nathan
 

MONTAGGIO

Folsey Jr., George
 
 

TRAMA

Paxton e Josh sono due amici americani, compagni di college, che esplorano l'Europa con gli zaini in spalla, insieme al nuovo amico Oli, un islandese incontrato lungo la strada. Arrivati nell'insolito ostello della gioventù di una sperduta città slovacca, frequentato da donne dell'Est europeo tanto pericolose quanto incantevoli, i due amici si abbandonano alle lusinghe di due splendide ragazze, Natalya e Svetlana. Presto i due americani, però, si trovano coinvolti in una situazione sempre più minacciosa quanto complessa...

CRITICA

"'Hostel' di Eli Roth, prodotto da Quentin Tarantino, non è un teen-movie, ma l'horror più atteso e agghiacciante dell'anno. Costato solo 4,5 milioni di dollari, ne ha già incassati 50 solo negli Usa, dove è il pubblico lo ha osannato e la censura vietato. Questo film farà molto discutere anche da noi. La violenza, non c'è dubbio, è efferata. Roth prima ci inquieta sfruttando le soggettive, disturbando lo spettatore solo con gli effetti sonori e le urla disperate. Poi affonda il colpo in un sanguinolento, insostenibile tripudio di amputazioni e torture. Per liquidare 'Hostel' definendolo una macelleria ci vorrebbe poco, ma sarebbe un errore. Perché qui la violenza non è esattamente gratuita. Piuttosto, sintomatica. E il film nasconde una dura critica agli americani e il tentativo di raccontare le parti oscure di ognuno di noi." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 24 febbraio 2006). "Imitare Tarantino non può bastare. Sadico-violento, gratuito film di pura macelleria che titilla i peggiori istinti: Eli Roth autore di questo sanguinolento best seller gode del marketing di Tarantino, ma non ha qualità visive né di scrittura. La serie di orrori messi in scena in un antro post industriale da incubo a Bratislava (vogliamo salvare la scenografia da night del Village pre Aids?) è solo l'appiglio per irretire due studenti americani e un islandese arrapatissimi. Placati, saranno puniti con un festival sadomaso in uno scantinato di torture dove convergono gli infami: del resto siamo vicini alla terra di Dracula. Manca l'ironia cinefila di 'Scream', manca la personalità degli horror giapponesi, c'è solo voglia di èpater con un inizio ad Amsterdam da sexy thriller: ma lo script fa acqua e si nutre di banalità e moralismo, regalando al film un finale efferato ai bagni della stazione. Giustizia è fatta. E il pubblico?" (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 24 febbraio 2006) "La seconda parte di 'Hostel' scivola nella commedia di college alla 'American Pie' nel puro splatter, con le vittime chiuse in una specie di castello degli orrori in attesa di essere macellate e ridotte a spezzatino. Non è il caso di fare del moralismo su un'operazione (chirurgica) del genere; tanto più se a sponsorizzarla è un tipo moralmente agnostico come Quentin Tarantino, in veste di produttore esecutivo, e se il film contiene un cammeo del maestro del cinema di paura orientale, Takeshi Miike. Almeno, è chiaro di cosa di parla. E bisogna riconoscere che Eli Roth, militante dichiarato del trash, sa come creare un'atmosfera di paura, facendola crescere attraverso gli sguardi in 'soggettiva' dei fornitori di carne da macello prima di abbandonarsi a un tripudio di trapani, seghe e ferramenta da tortura. Non ci si può nascondere, però, l'inquietante nichilismo di questo new-horror sadico, dai colori lividi e malaticci, che riduce il corpo alla carne e la mente a frattaglie e interiora. Salvo farti arrabbiare quando Roth si permette di dire di essersi 'ispirato' alle immagini di AbuGhraib."(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 24 febbraio 2006) "Lo sbandierato guinness dei primati per la dose di sesso e violenza non ce l'ha, non è il più orribile e disgustoso film gore mai prodotto negli Usa come è stato definito, e il marchio di Quentin Tarantino (uno dei produttori esecutivi) non è sempre garanzia di cinema estremo e destabilizzante. Insomma 'Hostel', scritto e diretto da Eli Roth, al suo secondo titolo dopo 'Cabin Fever', non è poi così sconvolgente, innovativo e terrorizzante come annunciato (grande fenomeno commerciale negli Stati Uniti con incassi da capogiro). (...) Esattamente a metà film 'Hostel' vira nell'horror splatter con scene forti, sequenze sanguinarie, amputazioni a vista, corpi squarciati da motoseghe e un unico giovane sopravvissuto, che per uscire dall'incubo si trasforma in giustiziere. Buona la regia, splendida la fotografia sporca, ma va un po' sprecata l'idea perversa del pacchetto turistico con annesse torture e omicidi. In filigrana una suggestiva allegoria politico-militare." (Alberto Castellano, 'Il Mattino, '25 febbraio 2006)

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