GORKY PARK1983

SCHEDA FILM

GORKY PARK

Anno: 1983 Durata: 125 Origine: USA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:Michael Apted

Specifiche tecniche:PANORAMICO TECHNICOLOR

Tratto da:ROMANZO DI MARTIN CRUZ SMITH

Produzione:GENE KIRK WOOD HOWARD W KOCK JR

Distribuzione:CDE (1984) - DOMOVIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO

ATTORI

William Hurt nel ruolo di Arkady Renko
Lee Marvin nel ruolo di Jack Osborne
Brian Dennehy nel ruolo di William Kirwill
Ian Bannen nel ruolo di Jamskoy
Joanna Pacula nel ruolo di Irina
Alexander Knox nel ruolo di Generale
Alexsei Sayle nel ruolo di Golodkin
Henry Woolf nel ruolo di Levin
Ian McDiarmid nel ruolo di Professor Andreev
Michael Elphick nel ruolo di Pasha
Niall O'Brien nel ruolo di Agente Kgb Rurik
Richard Griffiths nel ruolo di Anton
Rikki Fulton nel ruolo di Pribluda
 
 

SCENEGGIATORE

Potter, Dennis
 

MUSICHE

Horner, James
 

MONTAGGIO

Vikler, Dennis
 

SCENOGRAFIA

Sylbert, Paul
 

COSTUMISTA

Bruno, Richard

TRAMA

Quando, in una gelida mattina moscovita, il giovane ispettore della polizia criminale Arkadi Renko viene chiamato nel Parco Gorky, si trova davanti a tre corpi semisepolti nella neve: due uomini ed una donna, dai volti volutamente sfigurati e, addirittura, con i polpastrelli abrasi. Ma sul posto c'è già un alto funzionario del K.G.B. (e fra lui e Renko vi è una vecchia ruggine). Perché il K.G.B.? Il poliziotto, intelligente quanto paziente, comincia il suo difficile lavoro. Unici indizi: un paio di pattini ai piedi della donna e il fatto (vedi dentatura) che uno degli uomini è americano. Il Capo dell'Accusa Jamskoy, da cui Renko dipende, invita quest'ultimo ad approfondire le indagini; Renko riesce ad individuare in Irina, una siberiana ex-dissidente, la proprietaria dei pattini, ma la ragazza si rifiuta di credere che i suoi amici siano stati soppressi. Essa sa che essi dovevano essere inviati negli Stati Uniti e trovare là la libertà loro promessa. A Mosca circola intanto con estrema disinvoltura e grandi aperture "in alto loco" un commerciante di pellicce americano: Jack Osborne. Costui, un autentico faccendiere senza scrupoli, ha ora puntato tutto su di una idea redditizia: dato che la Unione Sovietica detiene di fatto il monopolio mondiale degli zibellini, occorre farne sortire alcune coppie di vivi, onde curarne la riproduzione oltre Atlantico. Per far questo, Osborne ha corrotto altissimi rappresentanti sia della Polizia criminale, sia dello stesso K.G.B. e ne è, in definitiva, protetto. Il solerte Renko (sempre più tallonato, peraltro, dal Servizio Segreto), non è lontano ormai dal fiutare qualcosa che sa poco di politica, assolutamente nulla di missili, ma molto più di intrallazzi e bustarelle, ma, a questo punto, la sua strada si incontra con la pista battuta da William Kirwill, un poliziotto di New York, venuto a Mosca per cercarvi l'assassino del proprio fratello. Dopo varie peripezie, i due seguono a Stoccolma il losco Osborne, di cui nel frattempo Irina (malgrado il tenero rapporto stabilitosi con Renko) è diventata l'amante. Ed è a Stoccolma che il caso viene cruentemente risolto. E' proprio Osborne che, insieme al fratello di Kirwill, aveva indotto gli uccisi nel Parco Gorki ad aiutarlo nel contrabbando di zibellini; senonchè, ottenuto lo scopo, anzichè mantenere la promessa di farli fuggire negli Stati Uniti, li aveva soppressi. Anche il complice Kirwill era stato eliminato. In un crescendo finale scandito dai fucili mitragliatori, Osborne manda all'altro mondo un gruppo di agenti del K.G.B. giunti sul posto, comandati dall'altro suo complice, l'ufficiale del Servizio stesso, trovato da Renko nel Parco all'inizio di tutta la storia. Osborne morirà a sua volta per mano di Irina, che finalmente ha le idee chiare e alla quale sarà consentito di lasciare l'Unione Sovietica. Renko, invece, resterà: è troppo buon cittadino, malgrado la nota di anticonformismo che marca il suo carattere, per abbandonare la sua Patria (dove tuttavia ha voluto personalmente eliminare il proprio capo Jamskoy, compromesso nel gioco di corruzione promosso da Osborne).

CRITICA

"Più che pssabile poliziesco con love story incorporata di straziante addio alla 'Casablanca'. Un po' macchinoso, violento come platea comanda, macabro dove occorre, senza dubbio avvincente e ricco, fin troppo, di colpi di scena. Per la prima volta il russo fa il buono, ma è un contestatore del regime". (Massimo bertarelli, 'Il giornale', 10 febbraio 2001)

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