Goool!2013

SCHEDA FILM

Goool!

Anno: 2013 Durata: 106 Origine: SPAGNA Colore: C

Genere:ANIMAZIONE

Regia:Juan José Campanella

Specifiche tecniche:-

Tratto da:ispirato racconto "Memorie di un'ala destra" di Roberto Fontanarrosa

Produzione:JUAN JOSÉ CAMPANELLA, MERCEDES GAMERO, GASTÓN GORALI, MIKEL LEJARZA, JORGE ESTRADA MORA, MANUEL POLANCO PER JORGE ESTRADA MORA PRODUCCIONES, PLURAL JEMPSA, ATRESMEDIA CINE, IN ASSOCIAZIONE CON 100 BARES PRODUCCIONES, CATMANDU ENTERTAINMENT, CANAL+, TELE

Distribuzione:KOCH MEDIA (2014)

TRAMA

Il film racconta la storia di Amadeo, un ragazzo timido ma di talento, e di una squadra di calcio balilla che sta cercando di riformarsi dopo essere stata smantellata. Con l'aiuto dei giocatori, Amadeo dovrà affrontare il più terribile rivale sul campo di calcio: "Grosso". Guidati dal carismatico "Capi", i giocatori di calcio balilla e Amadeo partiranno per una grande avventura, giocando come una vera squadra, e riguadagnare così quella dignità che il Grosso ha rubato loro.

CRITICA

"Film commoventi, romantici, politici a sostegno e testimonianza di una società da ricostruire e soprattutto di grandissimo successo: sono quelli di Juan José Campanella per l'Argentina. E in qualche caso distribuiti anche in Italia, come 'Il segreto dei suoi occhi', candidato all'Oscar. Con lo stesso trasporto è stato accolto 'Goool!', il film d'animazione latino più costoso di tutti i tempi e quello che ha incassato di più in assoluto in Argentina. Si tratta di un'animazione in 3D e non è una forzatura il 3D, visto che a prendere vita in Metegol sono proprio gli omini di legno, una versione atletica di Pinocchio moltiplicata per undici. Qui c'è una cittadina e tutto ruota attorno alla sua piazza, con la statua del fondatore e nel bar c'è Amadeo, un campione indiscusso del gioco, concentrato a sviluppare una tecnica del triplo mulinello, finché non entra a sfidarlo il Grosso, il solito bullo che perde miseramente. Ma poiché non è abituato a perdere, si allea con un manager che ha in mente una completa trasformazione della città (...). Tutto viene spazzato via dalle ruspe, è la fine di un mondo, ma le lacrime di Amadeo nella discarica dove cerca di ritrovare il suo amato calciobalilla «rimette» in vita i suoi giocatori. Chiunque abbia preso sempre i rossi o i blu, sa di cosa si parla, qui i colori sono a strisce (e granata gli avversari, da cui il coro: «meglio morto che bordò»), guidati da Capi, ala sinistra e capitano, con El Beto attaccante vanitoso, El Loco, l'hippy della squadra, el Chino (ma è coreano). (...) Del regista di 'La luna de Avellaneda', il club social in rovina per la crisi economica, che si riprende grazie alla solidarietà del gruppo rimesso insieme grazie a un sognatore, anche in 'Metegol' ritroviamo i temi della distruzione che viene fronteggiata anche se sembra non ci sia più niente da fare, con nemici troppo forti, e lusinghe indirizzate al popolo: il sindaco della città che viene portato via in elicottero non si sa bene da chi e non ha più voce in capitolo, i simbolici giganteschi topi da fogna che spadroneggiano, la trasformazione della città in una specie di baraccone con lo slogan «non si può bloccare il progresso». Tutto porterebbe a pensare che non ci sia una via d'uscita ma quando tutto è perduto, ancora una volta l'unione fa la forza, proprio come in una squadra in cui un allenatore deve sapere come mettere in valore il talento e le capacità di ogni elemento per quanto bizzoso o stravagante. Forse è proprio l'elemento di coesione verso un obiettivo comune quello che più attrae Campanella. Campanella - pur non amando particolarmente il calcio (...), ha saputo mettere a piene mani nel progetto le sue qualità di tenerezza, profondità e umorismo. La fotografia è curata da Felix Monti, geniale artista di tutti i grandi film argentini da 'La historia oficial' di Puenzo, a 'Tangos' l'esilio di Gardel di Solanas, passando a 'La niña santa' di Lucretia Martel. Il film è tratto dal romanzo 'Memorie di un'ala destra' ('Memorias de un wing derecho') scritto da Roberto Fontanarrosa." (Silvana Silvestri, 'Il Manifesto', 29 maggio 2014) "Il pallone è rotondo, e rotola verso l'immaginazione più liberatoria con 'Goool!', approdo all'animazione del regista argentino Juan José Campanella, premio Oscar per 'Il segreto dei suoi occhi' (2009). I Mondiali sono alle porte e ammazzeranno l'offerta in sala e una domanda già ai minimi termini, ma non crucciamoci: Campanella manda in gol 'l'unione fa la forza', replica Davide contro Golia, coreografa ironia, cameratismo e sfottò, servendo l'assist alla nostra fantasticheria. Almeno al cinema, l'importante è partecipare. Da vedere." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 29 maggio 2014) "Tempo di mondiali e un film come 'Goool!' sembra uscire nel momento giusto per far salire l'attesa del calcio d'inizio. Anche se nella pellicola di Campanella i protagonisti non sono i classici calciatori, mai personaggi di un biliardino, quei giocatori che, incollati alle aste, sembrano l'antitesi della dinamicità. Ma cosa accadrebbe se tali campioni prendessero vita, non più limitati dallo spazio del piccolo rettangolo di gioco? Una favola che piacerà a grandi e piccoli." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 29 maggio 2014) "Piacerà a tanti ragazzini con fisico ridicolo che certo apprezzeranno questa simpatica favola consolatoria. E ai loro babbi e nonni che a suo tempo si rivolsero al biliardino quando i bulli li cacciavano dai campi di calcio." (Giorgio Carbone, 'Libero', 29 maggio 2014) "Viva Juan José Campanella! Dopo l'Oscar vinto per dramma politico 'Il segreto dei suoi occhi' (2009), il regista argentino sorprende tutti e realizza l'eccellente cartone in 3D 'Goool!' dimostrando che il Sud America può competere con Pixar, Disney e Dreamworks. Come nel bellissimo 'The Lego Movie', tutto parte dai giocattoli che un padre deve poter tramandare, e raccontare, a un figlio. Partirà quindi il flashback delle gesta dei giocatori da biliardino magici Capi, Beto, Loco e Liso, animatamente e animosamente al fianco del magrolino Amadeo (ricalcato sul protagonista scienziato di 'Piovono polpette') contro quel calciatore famoso, violento e gradasso di nome Grosso. (...) Tratto da un racconto di Roberto Fontanarrosa. Ennesima conferma di come l'animazione ormai attiri, e stimoli, grandi registi estranei al mondo del cartoon." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 5 giugno 2014)

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