Genitori & Figli - Agitare bene prima dell'uso2010

SCHEDA FILM

Genitori & Figli - Agitare bene prima dell'uso

Anno: 2010 Durata: 110 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Giovanni Veronesi

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:-

Produzione:AURELIO E LUIGI DE LAURENTIIS PER FILMAURO

Distribuzione:FILMAURO

ATTORI

Silvio Orlando nel ruolo di Gianni
Luciana Littizzetto nel ruolo di Luisa
Michele Placido nel ruolo di Alberto
Elena Sofia Ricci nel ruolo di Clara
Margherita Buy nel ruolo di Rossana
Max Tortora nel ruolo di Mario
Piera Degli Esposti nel ruolo di Lea
Chiara Passarelli nel ruolo di Nina
Emanuele Propizio nel ruolo di Ubaldolay
Andrea Fachinetti nel ruolo di Gigio
Matteo Amata nel ruolo di Ettore
Barbara Enrichi nel ruolo di Preside
Neva Leoni
Miriam Leone nel ruolo di Giornalista
 

MONTAGGIO

Spoletini, Marco
 

SCENOGRAFIA

Merlini, Luca
 

COSTUMISTA

Mascagni, Gemma

TRAMA

L'atavico confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani viene narrato attraverso lo vicende e lo sguardo disincantato della quattordicenne Nina. Una mattina, il professore assegna alla classe un tema dal titolo: "Genitori e Figli: istruzioni per l'uso". Per Nina sarà occasione di poter parlare per la prima volta a cuore aperto del suo rapporto con i genitori, del fratellino di otto anni, di una misteriosa nonna che ricompare all'improvviso dopo vent'anni, ma, soprattutto raccontare di sé...

CRITICA

"Più che l'ormai snaturato e declassato interesse culturale e nazionale, il nuovo film di Giovanni Veronesi dovrebbe vantarsi di un alto interesse personale ed emozionale. La scena suggestiva è quando tutta la travagliata famiglia di Gianni e Luisa coi figli si tuffa a capofitto nelle acque in cui sono state appena 'soffiate' le ceneri della nonna. Perché, al di là delle situazioni buffe, 'Genitori & figli - Agitare bene prima dell'uso' (lo dimostra la dedica finale) è per il regista una specie di cognizione del dolore, anche quello di organizzare la rappresentazione di un'incomprensione. Seguendo le tracce di un tema che un professore dà in classe sulla famiglia, la storia scritta con Chiti ed Agnello analizza due tipi di incomprensioni, tra teenager ma anche tra adulti e consenzienti. (...) Non è che venga molta voglia di ridere, anche se l'autore aiuta con momenti ad hoc. Tutto sommato il match è pari, finalmente i teenager non sono visti come idioti da spot ma coi problemi di cui i genitori passano le consegne: è il gioco delle parti." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 26 febbraio 2010) "Complice un tema scolastico, in 'Genitori & Figli - Agitare bene prima dell'uso' Giovanni Veronesi affronta croci e delizie della famiglia, tra genitori separati e figli in cerca di se stessi, nonne ribelli e primi amori. Ottimo il cast di attori e lodevole il tentativo di riflettere su un argomento magmatico spesso frainteso sul grande schermo, ma tra scivoloni nel terreno Moccia e qualche concessione di troppo a dinamiche da fiction televisiva, il film non convince del tutto." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 26 febbraio 2010) "'Genitori & figli' di Giovanni Veronesi è opera di un produttore che - s'è appreso - non ha i soldi per far scrivere i suoi film da José Mourinho, ma si accontenta di Ugo Chiti e Andrea Agnello (autore della novelization per Mondadori). Siamo fra piccoli borghesi, visti da una ragazzina (Chiara Passarelli) che pare quella di un vecchio film di Virzì. Esterni girati all'alba (vedansi le ombre lunghe), bambini a scuola d'estate (quando si girano i film), macchiette logore, tranne il piccolo xenofobo (Matteo Amata). E' il brio a salvare il film." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 26 febbraio 2010) "Madri padri figli nonni, la voce fuori campo di una 15enne che rivela angosce e modalità della separazione dei genitori, del fratellino razzista e della sua prima volta. C'è la casa televisiva, la pericolosa contiguità con Moccia e Muccino. Ma, nel tentativo di sottrarla al conformismo e all'imitazione, Veronesi e gli sceneggiatori Chiti e Agnello tentano un'esposizione più diretta e vera, lasciando irrisolte le ferite e le relazioni che nella vita restano irrisolte. Lo devono anche al cast. Littizzetto e Orlando, Placido e Buy, nel bicchiere mezzo pieno, tracciano dei comportamenti, investono nelle contraddizioni, anche se non formano veri personaggi (ma non dipende dalla recitazione). Toccante il bagno in mare tra le ceneri della nonna. Un po' banale l'ambientazione scolastica." (Silvio Danese, 'Nazione, Carlino, Giorno', 26 febbraio 2010) "Dopo i 'Manuali d'amore' e gli 'Italians' Giovanni Veronesi abbandona i film ad episodi e torna alla narrazione unica, anche se sempre di carattere manualistico. (...) Una storia vera e propria non c'è, come sempre con questo regista toscano capace più di bozzetti caricaturali della realtà (spesso molto ovvi) che di vere narrazioni, piuttosto un susseguirsi di eventi quotidiani in cui i personaggi servono al confronto generazionale, così come ad una a-temporale guerra tra i sessi giocata sugli stereotipi. Detto questo, ad essere - come noi - di bocca buona, bisogna dire che 'Genitori e figli' è una visione assai più sopportabile delle precedenti firmate Veronesi. Messa da parte la faciloneria più bieca, il regista si concentra sul bellissimo gruppo di attori che danno davvero una buona prova da commedianti. I ruoli sono tagliati con l'accetta, ma tutti gli interpreti sono capaci di restare nei ranghi, non strafare, approfittare della spontaneità dei profili, inserire momenti di autenticità. (...) Insomma, alla fine tutto sommato il conto non solo non è negativo, ma nemmeno in pareggio. In questo Veronesi - bisogna ammetterlo - qualcosa da vedere c'è." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 26 febbraio 2010) "Ci si aspettava molto da questo 'Genitori e figli: istruzioni per l'uso' con grande cast italiano e tema di tutto rispetto che ci riporta al grande 'Padri e figli' (1957) di Mario Monicelli con Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni e Memmo Carotenuto. (...) Se Veronesi e i suoi sceneggiatori, il veterano Ugo Chiti e il più giovane Alberto Agnello, sanno descrivere i problemi dei cinquantenni, sembrano non sapersi muovere nel mondo dei ragazzi, che si esprimono come i cinquantenni senza figli vedono i figli degli altri. (...) I due mondi, quello degli adulti e dei ragazzi, rimangono freddi e distanti quando nei grandi classici della commedia all'italiana, pensiamo a 'Il giovedì' di Risi, a 'll Pinocchio' di Comencini, al 'Padri e figli' di Monicelli, se si affrontava il tema, ci si spingeva davvero in profondità. Nel caso di Veronesi è come se non si sentisse davvero il bisogno di spingersi oltre che tanto, oltretutto alle prese con una commedia sempre in bilico tra i Cinepanettoni, i Brizzi&Martani e autorialità alla Luchetti. li primo a non voler diventare grande sembra proprio il regista." (Marco Giusti, 'Il Manifesto', 26 febbraio 2010) "Lo straordinario successo dei due 'Manuale d'amore' significa anche che Giovanni Veronesi ha individuato un segmento vincente della commedia italiana, una formula che punta alla coralità, all'interazione tra varie storie senza ricorrere agli episodi separati. La famiglia, le nevrosi, i conflitti generazionali, le incomprensioni tra adolescenti e adulti, ritornano in 'Genitori & Figli: agitare bene prima dell'uso'. Il regista e sceneggiatore toscano ha potuto disporre di una bella squadra di attori delle più diverse generazioni per schizzare incisive tipologie che esemplificano il difficile rapporto tra genitori e figli di oggi attraverso lo sguardo disincantato della quattordicenne Nina. (...) La commedia a retrogusto amaro ruota intorno all'incomunicabilità e alla difficoltà ad esprimersi di generazioni che s'incontrano-scontrano solo con l'esuberanza fisica e l'irruenza linguistica, ma diventa anche un calderone di troppi temi d'attualità." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 26 febbraio 2010)

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