SCHEDA FILM

Furia d'amare

Anno: 1958 Durata: 120 Origine: USA Colore: B/N

Genere:BIOGRAFICO, DRAMMATICO, PSICOLOGICO

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:libro di Diana Barrymore e Gerold Frank

Produzione:WARNER BROS. PICTURES

Distribuzione:WARNER BROS.

TRAMA

A diciassette anni, Diana Barrymore lascia New York per recarsi ad Hollywood da suo padre, il famoso attore John Barrymore, benché sua madre, la scrittrice Blanche Oelrichs (meglio nota con lo pseudonimo maschile Michael Strange), abbia cercato di distoglierla dal suo proposito. Diana ricorda solo vagamente il padre, giacché i suoi genitori hanno divorziato quando lei era bambina. La ragazza passa una magnifica settimana sullo yacht del padre, ma poi questi, trascinato via da amici, la lascia sola. Tornata a casa, Diana rifiuta la proposta di matrimonio di Lincoln Forrester, perché vuole dedicarsi al teatro. Dopo aver debuttato a Broadway, Diana accetta un'offerta da Hollywood e va a vivere con il padre, riuscendo anche a fargli smettere l'abitudine di bere smodatamente. Preso dalla nostalgia, John telefona a Blanche chiedendole di riunirsi a lui ed alla figlia, ma per vincere l'agitazione dell'animo, ha bevuto ed è ubriaco. Blanche rifiuta e Barrymore riprende a bere. Dopo una discussione, Diana abbandona il padre, che qualche tempo dopo muore. Addolorata per la morte del padre e per l'insuccesso del suo primo film, Diana cerca conforto nell'alcool, ma l'affetto dell'attore Vincent Bryant, che poco dopo la sposa, le consente di vincere la pericolosa abitudine. Durante un'assenza del marito, l'attrice incontra John Howard, che la corteggia attratto più che altro dal suo denaro. Bryant, ritornato improvvisamente a casa, trova i due insieme. Dopo il divorzio, Diana sposa Howard. I due coniugi vanno a vivere con Blanche che, vedendo crescere esageratamente le spese, li prega di andarsene. Howard lascia la moglie, ma Diana sul set di un film conosce Robert Wilcox, che poi sposa. Ambedue i coniugi sono dediti al bere. Diana, arrestata per ubriachezza, viene ricoverata in ospedale. Quando ne esce decide di scrivere la storia della sua vita, che detterà a Gerry Frank, un ex-collaboratore di sua madre.

CRITICA

"Il lavoro è ben interpretato (...). Discreta la regia, che però si ferma troppo su certi particolari, rendendo a tratti piuttosto lento il prolisso film. Buona la fotografia." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 44, 1958)

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