Fughe e approdi2010

SCHEDA FILM

Fughe e approdi

Anno: 2010 Durata: 80 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DOCUMENTARIO

Regia:Giovanna Taviani

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:GRAZIA VOLPI E LORENZO PERPIGNANI PER KAOS CINEMATOGRAFICA

Distribuzione:CINECITTA' LUCE (2011)

 

TRAMA

A bordo di una tartana dalla vela rossa guidata da Franco 'Figliodoro' D'Ambra (un pescatore locale già apparso sullo schermo nel 1984 in 'Kaos' dei fratelli Taviani), Giovanna Taviani attraversa l'arcipelago delle Isole Eolie ripercorrendo luoghi e memorie di una terra che è stata teatro di storie dolorose e misteriose ma anche location di indimenticabili pezzi della storia del cinema, immortalata nelle opere di registi come Roberto Rossellini, Michelangelo Antonioni, i fratelli Taviani, William Dieterle, Massimo Troisi e Nanni Moretti. Gli aneddoti narrati dai testimoni delle isole si confondono con le immagini di repertorio (spezzoni di film degli autori citati o dei documentari di Vittorio De Seta, e della Panaria Film; cinegiornali del regime fascista) regalando allo spettatore un viaggio speciale nella geografia fisica e umana di questi luoghi in cui realtà e finzione si fondono.

CRITICA

"Un bellissimo documentario di Giovanna, figlia di Vittorio Taviani che ripercorre la sua educazione cinefila sentimentale viaggiando nelle Eolie, lo scenario di 'Kaos'. Tra memorie storiche di confini anti fascisti e momenti da pelle d'oca d'autore ('L'avventura' di Antonioni e la Vitti) si snoda un reportage intelligente e curioso, dove realtà e leggenda si alleano nel cine gossip tra i film rivali della Magnani e della Bergman in love, 'Vulcano' e 'Stromboli'." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 8 aprile 2011) "Un film-arcipelago, come le Eolie che ne sono protagoniste, fatto di blocchi diversissimi ma solidali: 'Fughe e approdi' di Giovanna Taviani. Un film imbevuto di memoria personale e collettiva in cui l'infanzia dell'autrice si fonde magicamente ai tanti film girati in quelle isole, da 'Stromboli' a 'L'avventura' da 'Kaos' (dove figurava anche lei, bambina) a 'Caro diario' ai documentari di De Seta, e le storie di quanti fuggirono da quelle terre di miseria si intrecciano a quelle di chi invece vi fu spedito al confino. Un documentario che lega fatti leggendari come la fuga dei confinati politici Carlo Rosselli e Emilio Lussu, che giunti in Tunisia spedirono un ironico telegramma di saluto alle autorità fasciste, all'eco di quei fatti che ancor oggi riverbera nella tradizione orale. Impastando in un movimento continuo come la risacca il fluire di ricordi e generazioni, vite vissute e altre soltanto immaginate, in un perpetuo divenire di cui Giovanna Taviani cerca il battito segreto e rivelatore. Spinta dalla vertigine di quella discesa a precipizio nel bianco abbagliante della cava di pietra pomice 'con cui si chiudevano 'Kaos' e la nostra infanzia'. Alchemico, archetipico, forse più personale nella materia che nei modi: un film di rinascita." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 8 aprile 2011)

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