Biagio2014

SCHEDA FILM

Biagio

Anno: 2014 Durata: 90 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:BIOGRAFICO

Regia:Pasquale Scimeca

Specifiche tecniche:DIGITAL HD

Tratto da:-

Produzione:PASQUALE SCIMECA, LINDA DI DIO PER ARBASH, IN COPRODUZIONE CON ALI'NATURA

Distribuzione:ARBASH (2015)

ATTORI

Marcello Mazzarella nel ruolo di Fra Biagio
Vincenzo Albanese nel ruolo di Pastore Rosario
Renato Lenzi nel ruolo di Giovanni
Omar Noto nel ruolo di Salvatore
Doriana La Fauci nel ruolo di Madre di Biagio
Antonio Ciurca
Silvia Francese nel ruolo di Valeria
Salvatore Schembari nel ruolo di Michele
Michelangelo Balistreri nel ruolo di Nicola
Santo D'Aleo nel ruolo di Fra Paolo
Attilio Ferrara nel ruolo di Uomo Casolare
 
 
 

MONTAGGIO

Bracci, Francesca
 

SCENOGRAFIA

Bondì, Fabio
 

COSTUMISTA

Zito, Antonella

TRAMA

Cine-ritratto di Fra Biagio, un uomo che ha iniziato a cercare la verità, la libertà e la pace, lasciandosi alle spalle i lussi superflui di beni materiali e consumistici, fondando la Missione Speranza e Carità. A distanza di quasi venti anni dalla sua fondazione, la Missione Speranza e Carità di Fra Biagio a Palermo, coinvolge uomini e donne di ogni ceto sociale, persone che sono state capaci di cambiare radicalmente la propria vita, abbracciando la missione diventando essi stessi missionari, per operare nei luoghi di emarginazione, creando insieme bellezza, carità e amore. La Missione è una creazione "corale", in cui i contributi di ognuno si fondono, si rafforzano, si specificano assieme a quelli di ogni altro, creando tutti insieme un'opera con una struttura ricca, complessa ed armoniosa, che possiede in sé una forma di energia con un livello di qualità superiore e nuovo.

CRITICA

"(...) ripercorre la ricerca spirituale di un San Francesco contemporaneo, il palermitano Biagio Conte (...) con stile spoglio e disadorno fino all'ingenuità. Dalla scelta di abbandonare tutto per vivere da eremita sui monti, alla fondazione di una comunità che si dedica a barboni e diseredati. Passando per una serie di episodi che corrispondono ad altrettante 'stazioni' nel percorso di fratel Biagio. (...) Di che far disperare anche gli spettatori viziati che siamo, incapaci ormai di accettare un cinema così diretto e a tratti didascalico. Eppure nel film di Scimeca, nato non a caso da un soggetto del protagonista, l'ottimo Marcello Mazzarella, vibra una tensione autentica che nasce dal doppio tentativo di azzerare tutto ciò che il mondo (il cinema) ci offre per cercare un'impossibile purezza originaria. Si può ancora fare cinema come facevano Rossellini o Pasolini? Se oggi tutto è già immagine, riflesso, simulacro, come restituire alle immagini la loro verginità? È questo l'ostacolo - insormontabile - su cui inciampa 'Biagio'. Ma è l'ostinazione del regista e dei suoi attori a tentare comunque di saltarlo a rendere il film prezioso. In fondo Scimeca, come il Winspeare di 'In grazia di Dio', cerca la libertà di Biagio. Potrebbe non trovarla. Ma è pronto a pagarne il prezzo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 25 ottobre 2014) "Il film, che sposta in senso spiritualista una sensibilità autoriale precedentemente espressa più sul terreno storico-sociale, si adegua interamente alle istanze francescane del personaggio. Elementare, semplice, povero, sebbene qui e là trovino spazio momenti onirici a rappresentare la debolezza fisica, il delirio, le tentazioni di cedimento di Biagio. Comunque la sua severità non fa mai nulla per risultare accattivante." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 5 febbraio 2015) "A metà tra racconto biografico e testimonianza di un incontro, «Biagio», l'ultimo film di Pasquale Scimeca (...) la storia di Biagio Conte (ben interpretato da Marcello Mazzarella, che ha vissuto per un periodo pure «per strada» e che ha collaborato nella sceneggiatura), giovane palermitano, di buona famiglia, che scopertosi infelice, decide di ritirarsi sulle montagne per ritrovare se stesso e dare un nuovo senso alla propria esistenza. (...) Sostanziale, asciutto nella messa in scena, il film metta a tema le questioni di senso che accompagnano la storia di ogni uomo: che valore ha il mio «esserci»? Dove sto andando? Per che cosa, in definitiva, sto spendendo i miei giorni? Lo fa però in maniera del tutto suggestiva (soprattutto nella prima parte), quasi fosse un invito a fermare l'anima in una sorta di «pausa» riflessiva, per poi ripartire di nuovo immersi dentro il mondo, senza però lasciarsi fagocitare dalle sue logiche consumistiche e distruttive. Biagio è l'uomo che decide di mettersi a nudo fino in fondo, a contatto con il suo «io più profondo» che chiede di uscire (un po' come ci richiamano, forse, le immagini iniziali e finali sott'acqua) per respirare aria nuova, fresca e pulita. Non v'è retorica in questo senso, piuttosto un tentativo di vedere con sguardo autentico (l'occhio della telecamera) quello che può accadere «dentro» ciascuno quando si lascia realmente «incontrare» e «interrogare» dall'altro che racconta con «l'accadere» della sua vita la verità di sé. Un film per palati fini che desiderano andare oltre la semplice visione." (Gianluca Bernardini, 'Avvenire Milano Sette', 8 febbraio 2015)

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