Forza Maggiore2014

SCHEDA FILM

Forza Maggiore

Anno: 2014 Durata: 118 Origine: DANIMARCA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Ruben Östlund

Specifiche tecniche:HD (1:2.35)

Tratto da:-

Produzione:PLATTFORM PRODUKTION AB, PARISIENNE, COPRODUCTION OFFICE APS, MOTLYS

Distribuzione:TEODORA FILM (2015)

ATTORI

Johannes Kuhnke nel ruolo di Tomas Johannes Bah Kuhnke
Lisa Loven Kongsli nel ruolo di Ebba
Clara Wettergren nel ruolo di Vera
Vincent Wettergren nel ruolo di Harry
Kristofer Hivju nel ruolo di Mats
Fanni Metelius nel ruolo di Fanni
 

SCENEGGIATORE

Östlund, Ruben
 

MUSICHE

Fløttum, Ola
 

SCENOGRAFIA

Åsberg, Josefin
 

COSTUMISTA

Aleborg, Pia

TRAMA

Durante una settimana bianca in Francia, una famiglia svedese sta pranzando in un ristorante quando una valanga "controllata" sembra sul punto di investire i villeggianti. Preso dal panico, il padre scappa, piantando in asso la moglie e entrambi i figli. L'incidente non avrà luogo, ma porterà a galla conflitti da sempre nascosti e per tutta la famiglia niente sarà più come prima.

CRITICA

"(...) non è un film catastrofico quello premiato e insinuante del 40enne svedese Ruben Östlund. (...) Questa bellissima commedia umana che inizia in flash da primo giorno di crociera e finisce in geniale metafora on the road, aperta sull'infinito, ha una potenza espressiva incontrollabile, una valanga di emozioni sotterranee, sentimenti inespressi, con stile moderno che riguarda tutti e nessuno e osserva da scienziato la seduzione della bugia e la capacità di negare la codardia. Arrivato al cinema con passione per sci e video, l'autore salda il debito filmando impeccabile e cinico rarefatta aria di montagna e paura dei sensi. La ricca documentazione sulla psicologia degli scampati a catastrofi, ossigena un racconto non sociologico ma interiore, che dimostra la vacuità delle istituzioni affettive e la falsa confidenza tra coppie che coccolano le incomprensioni: nessuno si conosce più. Non pensate a un film intimidatorio: il dramma è stemperato nella vita, nelle sciate fuori pista, fino alla catarsi finale che ci ripete ancora, ne fosse bisogno, che è infelice la terra che ha ancora bisogno di eroi anche con gli sci." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 7 maggio 2015) "(...) un intreccio psicologico molto attento e quasi sottile, ma affastellato attorno da situazioni o marginali o addirittura così didascaliche da diventare confuse, anche perché, alcune, le definitive, sono lasciate solo all'intelligenza degli spettatori, come se fosse un film di Bergman. Adeguati gli interpreti, sia svedesi sia norvegesi, ma anche loro poco conosciuti qui da noi." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 7 maggio 2015) "Problema serio, svolgimento leggero: classe 1974, il regista e sceneggiatore svedese Ruben Östlund sceglie l'ironia e ci porta a spasso con 'Forza maggiore', il lato oscuro delle famiglie componibili Ikea, un 'dramedy' come non si vedeva da parecchio. Sentimentale e comico, scanzonato e spietato, offre splendide immagini alpine, contrappunti sonori thriller e l'insostenibile leggerezza dell'istinto di sopravvivenza: salvare la pelle o la coppia? Unico neo la durata eccessiva, è consigliatissimo a tutti, specialmente agli sceneggiatori abulici del cinemino nostro: una valanga, pardon, una risata li seppellirà." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 7 maggio 2015) "(...) un «dramma esistenziale», centrato su interrogativi raggelanti, che riguardano l'istinto di sopravvivenza, il ruolo del capofamiglia nella società contemporanea, i comportamenti assunti dalle persone in situazioni di grave pericolo (...). L'illuminante parabola di 'Forza maggiore' ricorda che anche l'uomo civilizzato deve fare i conti con gli istinti. E che, di norma, non si comporta affatto come nei «disaster movie» hollywoodiani»." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 7 maggio 2015) "Piacerà a chi dall'epoca di 'Festen' s'è fatto la (giusta) idea che il cinema scandinavo le crisi familiari sa raccontarle come nessuno. Tanto più che il regista Östlund si rivela pure inventivo (le idilliache foto di gruppo alternate con le immagini del gruppo disgregato)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 7 maggio 2015) "Se Michael Haneke, il regista di 'Caché' e del 'Nastro bianco', dirigesse una di quelle implacabili commedie sugli uomini che sapeva scrivere solo John Cassavetes, il risultato somiglierebbe a questo 'Forza maggiore' (...), quarto film di uno svedese tutto da scoprire, Ruben Östlund. Che metabolizza la lezione del suo più illustre conterraneo, Ingmar Bergman naturalmente, aggiornandola alla nostra epoca. Quando il benessere diffuso e una tecnologia sempre più soft e pervasiva soffoca qualsiasi confronto con le forze primordiali della Natura, tanto fuori che dentro di noi. Mentre le conquiste del femminismo e i confini sempre più labili fra i sessi convivono con aspettative magari antiquate ma ancora molto radicate nella mentalità di tutti. Senza distinzione di genere, cultura o età. (...) ogni luogo e ogni momento di quella vita di svago (...) (una lunga scena tutta al maschile, assolutamente geniale), assume sfumature minacciose e insieme esilaranti. Anche grazie a una straordinaria colonna sonora (musiche e rumori) e a una capacità unica di rendere minacciosi gli spazi, quelli geometrici dell'albergo come quelli selvaggi delle montagne, che dà a questa commedia crudele accenti ora buñueliani, per il senso sempre incombente dell'assurdo, e ora addirittura epici. Un grande film sulla vergogna, e sui sentimenti più inconfessabili in generale, in cui comico e tragico si confondono fino a diventare una cosa sola. Come succede solo ai più grandi." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 maggio 2015) "'Forza maggiore' è davvero un bel film del quarantenne regista svedese Ruben Östlund (...). Ci riguarda tutti perché parla di come i ruoli di genere siano ormai immaginari, del prevalere dell'istinto primario di sopravvivenza sulle responsabilità verso gli altri, delle fratture spesso insanabili che si creano per l'incomprensione familiare, della solitudine dei bambini quando sentono frantumare la sicurezza vitale immaginando che i genitori si dividano. (...) Ebba (...) non è l'eroe che la società e lui stesso ancora pretendono siano gli uomini, che forse non lo sono mai stati e soprattutto non lo sono più oggi, in tempi di crisi della maschilità che non sempre riesce ad accettare la propria autentica fragilità umana e la perdita di potere sulle loro donne e la loro indipendenza." (Natalia Aspesi, 'La Repubblica', 4 maggio 2015) "Un falso allarme, come vedremo, capace però di spazzare via in pochi secondi tutte le certezze di una famiglia nella quale si rispecchiano le fragilità di un'intera società. (...) 'Forza maggiore' di Ruben Östlund fotografa uno di quei momenti nella vita delle persone dopo i quali niente sarà più come prima. (...) Assistiamo (...) a nuove 'scene da un matrimonio', senza il reciproco gioco al massacro messo in scena da Bergman, ma dove il confronto tra marito e moglie non risparmia sofferenze e umiliazioni. (...) A uscire distrutta in pochi minuti allora è la figura del maschio in una società, quella svedese, dove le donne occupano posti chiave in tutti i settori tanto da relegare i propri partner a figure sullo sfondo. Seppur motivato da un comprensibile istinto di sopravvivenza, l'abbandono dei figli nel momento del pericolo è l'unico tradimento che una donna non può perdonare, un atto di viltà che rimette in discussione l'assetto famigliare, il patto tra due coniugi chiamati a sacrificare la propria vita per salvare quella dei figli. Così, a differenza dei film hollywoodiani (ma non solo) dove tanti padri, anche divorziati, approfittano di una situazione di pericolo per dimostrare a figli ed ex mogli di essere all'altezza della situazione e di poter ancora aspirare a un ruolo fondamentale in seno alla famiglia, qui è la madre che si fa carico di ricostruire il nido distrutto, con pazienza, comprensione e la consapevolezza però che è solo su se stessa che potrà contare." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 29 aprile 2015)

Trova Cinema

Box office
dal 21 al 24 maggio

Incasso in euro

  1. 1. Gli anni più belli  1.196.456
    Gli anni più belli

    Quattro ragazzi, cresciuti nel centro di Roma ma con estrazioni sociali diverse, vedranno le loro vite evolvere in maniere e direzioni anche sorprendenti, tra delusioni e riscatti....

  2. 2. Bad Boys for Life  882.185
  3. 3. Il richiamo della foresta  680.273
  4. 4. Parasite  605.719
  5. 5. Sonic. Il film  499.216
  6. 6. Odio l'estate  264.761
  7. 7. Cattive acque  263.009
  8. 8. La mia banda suona il pop  240.521
  9. 9. Dolittle  123.234
  10. 10. Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn)  121.947

Tutta la classifica