FLETCH - UN COLPO DA PRIMA PAGINA1985

SCHEDA FILM

FLETCH - UN COLPO DA PRIMA PAGINA

Anno: 1985 Durata: 95 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE

Tratto da:BASATO SUL ROMANZO OMONIMO DI GREGORY MC DONALD

Produzione:ALAN GREISMAN PETER DOUGLAS

Distribuzione:UIP - CIC VIDEO

TRAMA

Su di una spiaggia di Los Angeles, abituale luogo di incontri fra drogati, si aggira spesso Fletch, un giornalista in vena di servizi sensazionali. Lui conosce tutti, ha un sacco di amici, ma quella che fiuta non è la "marjuana", bensi una pista assai pericolosa: egli è certo, anche se gli mancano ancora le necessarie prove, che il Capo della polizia locale sia invischiato nel losco traffico. Mentre svolge le sue indagini, un ricco industriale - Stanwick - lo invita a casa sua e gli propone, dietro un lautissimo compenso, di ucciderlo: ha un cancro, una giovane e bella moglie, una polizza sulla vita e preferisce finirla con una palla in corpo, anzichè andare in clinica. Fletch accetta lo strano incarico ed ogni dettaglio viene stabilito. Ma Fletch è anche sospettoso, si mette a fare indagini e scopre così che Stanwick non è affatto destinato a morire, e presto, di cancro, che egli sposò a suo tempo Gail, una ricca ereditiera dello Utah, ma ne ha utilizzato i tre milioni di dollari della dote e, per di più, che è proprio lui il losco trafficante che rifornisce di droga l'intera città, in combutta con il corrotto capo della polizia. Per arrivare a tanto Fletch, tra l'altro mal compreso e sempre assillato dal direttore del giornale, dovrà ricorrere ad astuzie, appostamenti e travestimenti di ogni genere. Al momento del "rendez-vous" fatale con Stanwick questi, pistola alla mano, minaccia il giornalista di ucciderlo ma Fletch, con l'aiuto di Gail (al corrente che il marito è, come se poco non ci fosse già a suo carico, anche bigamo incallito) riesce ad avere la meglio ed a consegnare al suo giornale un servizio da prima pagina.

CRITICA

"Grazioso e simpatico, ma senza esagerare, 'Fletch, un colpo da prima pagina' e una commedia quasi a sketch che sfrutta le capacità mimetiche dell'entertainer Chevy Chase (un Pippo Baudo all'americana) su una sceneggiatura ad humour freddo scritta da Andrew Bergman, già collaboratore di Mel Brooks e regista del film 'Il candidato', mette insieme con alcuni tocchi sornioni, caratteristi amabili (M. Emmet Walsh) giovanotti con pochi scrupoli (Tim Matheson) e belle donne (Dana Wheeler Nicholson), il tutto per sorridere, ancora una volta, sulle corruzioni made in Usa, magari scoperte e redente da un giornalista che, come vuole il primo comandamento del cinema, ama vivere pericolosamente." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 23 Novembre 1985) "Un film tutto da vedere, più che da raccontare, nel quale il regista utilizza, in ogni sfumatura esilarante serie di macchiette e di caratteri cui Chase dà vita. Nel corso della sua avventura da detective, infatti, Fletch entra a contatto con ambienti e personaggi diversissimi tra loro, e lo vediamo via via assumere i panni di un medico, di un giocatore di basket, di un guru, di un dipendente d'azienda, di un poliziotto, in un elettrizzante caleidoscopio di gags, battute, situazioni imprevedibili e mattoidi. Il ritratto del personaggio Fletch che Chase disegna sullo schermo è davvero senza uguali: burlone incorreggibile per prima cosa, un personaggio (anzi un giornalista) amorale che non resta peraltro indifferente ai problemi del prossimo. Un individuo, al tempo stesso, sincero ed insincero. Insomma, un tipico esempio di stile comico anni '80, una satira, amabile ma precisa, su una società ed un mondo in cui il mito del successo, del denaro, della violenza, sembrano dominare incontrastati." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 17 Novembre 1985) "Chevy Chase, una delle più clamorose facce da schiaffi prodotte dall'ultima Hollywood, è forse l'unico della banda Belushi-Ayckroyd-Murphy (quelli di 'Saturday night live', mitico show della tv americana) ad avere sempre 'toppato' in Italia. E non se lo merita, perché doti di commediante svelto e versatile le ha sempre avute. Puntualmente infatti i suoi film in America fanno centro) compreso questo 'Fletch' presentato alla Biennale Cinema veneziana. Va detto che non siamo certo di fronte a un prodotto che farà epoca, e lo stesso regista Michael Ritchie aveva fatto in passato molto meglio, per esempio con Robert Redford protagonista di 'Gli spericolati' e 'Il candidato'. 'Fletch' aveva però al suo attivo, lo si può almeno intuire, un dialogo vivace, imbottito di battute che la versione italiana (decisamente sommaria, in questo caso) non ha certo riportato fedelmente. Non tutte gag fulminanti, e nemmeno nuovissime, ma in più di una circostanza dotate del giusto passo comico." ('Il Giorno', 23 Novembre 1985)

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