Anno: 1948 Durata: 95 Origine: ITALIA Colore: B/N
Genere:GUERRA
Regia:Francesco De Robertis
Specifiche tecniche:-
Tratto da:-
Produzione:MICHELE SAVINI PER CCI (CENTRO PER LA CINEMATOGRAFIA ITALIANA, MILANO)
Distribuzione:ATLANTIS FILM - DVD: BIBAX (2009)
Anna Arena | nel ruolo di | La padrona della stireria |
Nicola Morabito | nel ruolo di | Il comandante |
Gaby Silvia | nel ruolo di | La moglie del comandante |
Raf Pindi | nel ruolo di | Il guardiano |
Allegra Sander | ||
Bianca Doria | ||
Lucia Brusco | ||
Antonio La Torre | ||
Barbara Deperusse | ||
Carlo Giustini | ||
Celso Carlini | ||
Giovanni Lovatelli | ||
Nino Milano | ||
Raoul Grassilli | ||
Renato De Carmine | ||
Sandro Morabito | ||
Ugo Donarelli | ||
Umberto Balzo | ||
Umberto Orsini | ||
Umberto Raho |
Capo Arena, un vecchio cannoniere, custode di una nave da guerra in disarmo, rivive, come in un sogno, un tragico episodio di guerra. L'8 settembre 1943, la corazzata si trova a Pola, già da tre mesi inefficiente. Per evitare che possa cadere in mano ai tedeschi, il Comando della Marina decide di farla partire. Il comando della nave è affidato ad un capitano di fregata, venuto a Pola per riconciliarsi con un figlio, marinaio a bordo della corazzata. La nave salpa da Pola, ma durante la navigazione, data la mancanza d'istruzioni si presenta il dilemma: continuare la navigazione o autoaffondarsi. Il comandante decide di continuare la navigazione; ma parte dell'equipaggio, sotto la guida di suo figlio, si ribella e ferma la corazzata. Segue un colloquio tra padre e figlio, e il comandante riesce a convincere il figlio della necessità di fare ogni sforzo per cercare di salvare la nave. Intanto però la nave viene attaccata e il comandante è ferito mortalmente: un siluro provoca l'allagamento di un locale dove stanno ai loro posti sette uomini, tra i quali il figlio del comandante. Per salvare la nave, Capo Arena, chiude il portello stagno, togliendo ai sette ogni possibilità di scampo.
"[...] Rimasto fedele alla 'sua' arma e allo spirito di corpo, De Robertis ha preferito difendere la coscienza e il 'senso del dovere' dei nostri marinai nell'immediato armistizio, narrando l'episodio di una unità che l'8 settembre lascia le acque di Pola per il Sud. Nel film e in particolar modo nella sequenza della rivolta, De Robertis ha inoltre cercato di sottolineare la diversità di vedute esistenti tra giovani e anziani, nei quali egli stesso si identifica. Due generazioni dagli interessi diversi, ma che si trovano unite, comunque, nel pericolo [...]. L'assunto è nobile senza dubbio [...] ma una paura di analisi delle vere responsabilità ha fatto chiudere gli occhi di fronte al vero dramma di questi uomini [...]. Per queste ragioni 'Fantasmi del mare' [...] non è sorretto, come in alcune opere precedenti del regista, da una unità stilistica e da un linguaggio cinematografico. Alla coerenza 'spirituale' del De Robertis non corrisponde una coerenza di forma". (Guido Aristarco, "Cinema", 5, 30 dicembre 1948).
Incasso in euro