EXOTICA1994

SCHEDA FILM

EXOTICA

Anno: 1994 Durata: 104 Origine: CANADA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE A COLORI

Tratto da:-

Produzione:CAMELIA FRIEBERG E ATOM EGOYAN PER EGO FILM ARTS - MIRAMAX FILMS

Distribuzione:LUCKY RED (1995) - DELTAVIDEO, BMG VIDEO

TRAMA

Thomas, bizzarro proprietario di un negozio di animali, dopo aver passato la dogana con delle strane uova nella cintura, divide la corsa in taxi con Francis, un esattore delle tasse, che gli regala due biglietti per l'opera Romeo e Giulietta di Prokofief. Francis trascorre le serate nel locale di spogliarelli "Exotica", affascinato dalle evoluzioni della giovane Christina, che ha con lui una complicità che ingelosisce l'animatore Eric, ex amante della donna, alle dipendenze di Zoe, la proprietaria del locale, in attesa di un figlio da Eric. Francis accompagna ogni sera a casa, dopo un misterioso turno di baby-sitter, Tracey, la figlia del fratello Harold, paralizzato da un incidente. Poi deve verificare, quale ufficiale tributario, le finanze di Thomas, che frattanto avvicina a teatro giovani gay, tra cui un agente doganale che gli sequestra le preziose uova introdotte clandestinamente. Francis, cacciato fuori dal locale da Eric perché su sua istigazione ha infranto le regole del locale toccando Christina, ci manda Thomas per interrogare la giovane: così questi scopre che la piccola figlia di Francis è stata assassinata misteriosamente due anni prima e che Christina era la baby-sitter della figlia di Francis, arrestato dapprima per l'assassinio della figlia e poi scagionato in quanto sospettava giustamente la moglie, perita nell'incidente che ha paralizzato Harols, di tradirlo con costui. Eric, che nel frattempo è stato licenziato per le sue stranezze, si fa incontro a Francis che è adirato con lui ed è intenzionato a sparargli. Francis venuto a conoscenza che è stato Eric a scoprire con Christina, in un prato, il cadavere della piccola figlia, lo abbraccia.

CRITICA

"Ogni tanto ci si può anche permettere il lusso di un film intellettuale, enigmatico, affascinante come 'Exotica' dell'autore canadese Atom Egoyan, abbonato ai festival ma ancora sconosciuto al grande pubblico. Questa sua opera, vista e apprezzata a Cannes l'anno scorso, potrebbe essere un'ottima mediazione tra le esigenze del cinema d'autore e quelle della platea spettacolo, che trova comunque stimoli anche per un film legato all'incandescenza della sfera sessuale. (...) Oltre all'aver intuito, in anticipo sui tempi hollywoodiani e con finalità non così scabrose, la nuova moda del film striptease: che coinvolge non solo il corpo ma anche la psiche." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 1 giugno 1995 "Un film strip-tease, in ogni senso. Non solo perché il fulcro della vicenda è un locale, versione post-moderna del Rick's Café di 'Casablanca', dove le ragazze si svestono davanti a clienti che non possono - mai e poi mai - toccarle e nemmeno sfiorarle. Ma soprattutto perché è il film stesso, progressivamente, ritualmente, eroticamente a denudarsi dei propri abiti, a svelare i rapporti che legano tra loro individui apparentemente estranei l'uno agli altri ma tutti accomunati dalle tensioni del desiderio. Un agente delle tasse che ogni sera insegue la sua ballerina favorita, un tempo baby sitter della sua figlia scomparsa e, ora, concupita ambiguamente dal disc-jockey; il proprietario di un negozio d'animali che ama circondarsi di animali e persone esotiche; la donna incinta proprietaria del locale, il fratello e la nipotina-lolita dell'esattore. Ritualità esasperante reiterata dai personaggi, rapporto di causa-effetto rivelato solo alla fine, un senso malato di claustrofobia avvolgono 'Exotica' di un'atmosfera perversa, tardo-hitchcockiana, astratta ma, alla lunga, l'andamento elusivo della narrazione procrastina nel nulla la sostanza, producendo insostenibili pause, rumori d'immagini più cacofoniche che polifoniche." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 1 gennaio 1995) "Dominano i ritmi e, appunto, le immagini: i primi, pur trascinanti, fatti scaturire soprattutto dai ricordi tanti, terribili, angosciosi, oppure da un inconscio che denuncia anche angosce peggiori, fra ombre cupe di rimorsi; le seconde immerse di continuo in luci notturne, cariche sempre però di colori vividi e forti, indirizzati con grande intelligenza visiva verso composizioni figurative di effetto lucidissimo e non di rado addirittura coinvolgente. Un cinema, perciò, che scava nel profondo (e oltre), teso a rappresentazioni dal fascino quasi struggente. Lo sostengono degli interpreti sconosciuti da noi e, alcuni, anche privi di veri carismi, ma tutti con le facce che servivano per evocare le chiavi più segrete del dramma, fra luci e ombre, dissacrazioni e tormenti: con una naturalezza tanto più semplice quanto più fa intuire abissi remoti di orrore. Anche in una recitazione così, l'impronta di un autore." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 26 maggio 1995)

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