Anno: 1999 Durata: 119 Origine: FRANCIA Colore: C
Genere:AVVENTURA
Regia:Régis Wargnier
Specifiche tecniche:TECHNOVISION, 35 MM (1:1.85)
Tratto da:-
Produzione:UGC YM, FRANCE 3 CINEMA, NTV PROFIT, MATE PRODUCTIONS, GALA FILMS LTD
Distribuzione:BIM DISTRIBUZIONE (2000)
Sandrine Bonnaire | nel ruolo di | Marie |
Oleg Menshikov | nel ruolo di | Alexei Oleg Menchikov |
Catherine Deneuve | nel ruolo di | Gabrielle |
Sergej Bodrov Jr. | nel ruolo di | Sacha |
Grigori Manoukov | nel ruolo di | Pirogov |
Tatjana Dogileva | nel ruolo di | Olga Tatiana Doguileva |
Melena Karalambova | nel ruolo di | Nina Fiodorovna |
Bohdan Stupka | nel ruolo di | Colonnello Boiko |
Atanass Atanassov | nel ruolo di | Viktor |
Valentin Ganev | nel ruolo di | Velodia Petrov |
Tania Massalitinova | nel ruolo di | Alexandrovna |
TRAMA CORTA Nel 1946 un russo emigrato in Francia, con moglie e figlio francesi, accetta l'invito di tornare in URSS lanciato da Stalin. Ma una volta lì la famiglia si rende conto del regime dittatoriale. Il marito, medico, si adegua ma la donna si sente sola e soffocata. Per sfortunate circostanze finisce in un gulag. Passano gli anni... TRAMA LUNGA Giugno 1946. In seguito all'invito lanciato da Stalin ai russi residenti in occidente di tornare a casa, promettendo amnistia e passaporto sovietico, Alexei Golovine, che vive in Francia, decide con molti altri di intraprendere il viaggio di ritorno, portando con sé la moglie francese Marie e il figlioletto Serioja. Arrivato il gruppo ad Odessa, alcuni vengono giustiziati o spediti nei campi di lavoro. In quanto medico, Alexei é mandato a Kiev perché il suo esempio di 'figliol prodigo' possa diventare un modello per la patria. Di fronte all'obbligo di vivere nella camera singola di un appartamento statale, Marie si ribella e da quel momento ha un solo obiettivo:riguadagnare la propria libertà. Alexei però si adatta, guadagna prestigio e il rapporto tra i coniugi comincia a diventare difficile. Marie prova in tutte le maniere: dapprima quando la famosa attrice Gabrielle Develay arriva in tournée a Kiev e lei le consegna una lettera; poi aiutando Sacha, un giovane 17enne forte nuotatore, a farsi selezionare per gli 'europei' di Vienna. Sacha viene bocciato, ma ugualmente riesce a fuggire. Indicata come colpevole, Marie è spedita in un gulag. Anni dopo, morto Stalin, Alexei riesce a far riabilitare Marie che viene liberata. Ora Alexei vorrebbe sdebitarsi, aiutando Marie a tornare in Francia. L'occasione si presenta con il ritorno di Gabrielle. Stavolta, pur tra grandi rischi, l'attrice, trovandosi a Sofia in Bulgaria, riesce a far entrare Marie e il figlio dentro l'ambasciata francese.
Dalle note di regia: "Quello che mi interessava del copione era la drammatica posta in gioco tra una donna che segue un uomo perché lo ama e poi si ribella e sogna solo la libertà (...) È un film con sfondo altamente politico. Non voglio denunciare gli anni bui della storia comunista. Non ho nulla da aggiungere al lavoro degli storici, ma descrivo la vita quotidiana di milioni di esseri umani e ricordo una cosa: la coscienza occidentale non era turbata dalla situazione del popolo russo, la cortina di ferro andava bene". "Le prime sequenze, che giocano esplicitamente sull'analogia tra gulag e campi di sterminio nazisti, sono abbastanza impressionanti. Quasi subito, però, Wargnier si concentra sulle sventure private della povera signora francese, fragile ma coraggiosa come si conviene a un'eroina da mélo (...) Scrivendo di 'EstOvest' dall'ultimo Festival di Locarno, ne ipotizzavamo la possibile candidatura agli Oscar. Manco a dirlo. La ricetta di Wargnier deve essere apparsa ghiotta ai giudici americani, coniugando due ingredienti irresistibili come la denuncia del comunismo e il tipo di retorica pompieristica che a Hollywood va ancora di moda. Quel che stupisce, in tanta prevedibilità, sono i nomi degli sceneggiatori. Non quello di Louis Gardel, già autore di 'Indocina', ma quelli di Sergej Bodrov sr. (il regista del 'Prigioniero del Caucaso') e di Roustam Ibraguimbekov, vecchio collaboratore di Nikita Michalkov". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 5 marzo 2000) "Assertore di un cinema popolare a sfondo storico, Wargnier allestisce un melodrammone a forti tinte, che suona vagamente anacronistico. Non per le cose che racconta, ma per come le racconta: appunto rinverdendo certi stereotipi della propaganda occidentale. Se il film risulta a tratti avvincente lo stile resta un po' sospeso tra passione e denuncia, con tutte le gradazioni mélo previste dal genere: lei smunta all'uscita del lager, il giovane atleta che scappa nuotando, per sei miglia". (Michele Anselmi, 'L'Unità', 11 marzo 2000) "Il mestierante Wargnier è uno che fa incassare molto, almeno a Parigi e dintorni: fra i suoi recenti mélo alla maniera di Douglas Sirk, comunque, Est e Ovest è il meno brutto. Se non altro, è ambientato a Kiev fra il 1947 e il 1956, città e periodo che il cinema occidentale non aveva mai proposti. E poi, proprio perché incassa, Wargnier può permettersi di dirigere grosse produzioni, non asfittici film-tv, come fanno tristemente i registi più pretenziosi". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 12 marzo 2000)
Incasso in euro