Anno: 1984 Durata: 85 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Marco Bellocchio
Specifiche tecniche:PANORAMICO
Tratto da:liberamente tratto da "Enrico IV" di Luigi Pirandello
Produzione:ENZO PORCELLI PER ODYSSIA, ROBERTA CARLOTTO PER RAI - RADIOTELEVISIONE ITALIANA RETE 2
Distribuzione:GAUMONT - MONDADORI VIDEO
Marcello Mastroianni | nel ruolo di | Enrico IV |
Claudia Cardinale | nel ruolo di | Matilde |
Leopoldo Trieste | nel ruolo di | Psichiatra |
Paolo Bonacelli | nel ruolo di | Belcredi |
Latou Chardons | nel ruolo di | Frida/Matilde giovane |
Luciano Bartoli | nel ruolo di | Enrico IV giovane |
Gianfelice Imparato | nel ruolo di | Di Nolli |
Claudio Spadaro | nel ruolo di | Lolo |
Giuseppe Cederna | nel ruolo di | Fino Pagliuca |
Giacomo Bertozzi | nel ruolo di | Giacomo |
Fabrizio Macciantelli | nel ruolo di | Fabrizio |
Gianluigi Sedda | ||
Maria Loos | ||
Luciano Branchi |
Nel corso di una festosa cavalcata in maschera, un giovane subisce una grave caduta provocata dal Barone Belcredi, suo rivale in amore. Impazzito per il colpo, il giovane assume l'identità di Enrico IV di Germania, di cui indossa il costume al momento dell'incidente e, rinnegando il presente, si allontana dalla donna che respinge il suo amore e dagli amici che si fanno beffe di lui per rinchiudersi in un castello con un piccolo gruppo di servitori. Anche quando ha superato il trauma della caduta, egli conserva la maschera del pazzo recitando la commedia dell'imperatore tormentato dalla scomunica di Gregorio VII, ma nel suo animo esacerbato dalle delusioni e dalle finzioni del mondo, coltiva un amaro risentimento e progetti di rivalsa. Questo è l'antefatto del film di Bellocchio che si ispira al dramma di Pirandello. L'azione inizia venti anni dopo con la visita al castello del gruppo che un tempo aveva partecipato alla mascherata. In primo luogo Matilde, la donna amata dal finto Enrico IV, sua figlia Frida, Belcredi, che nel frattempo, è divenuto l'amante di Matilde, e uno psichiatra che vorrebbe con un esperimento tentare di guarire quello che credono un povero matto. La miseria morale e l'ipocrisia di questi personaggi provocano lo sdegno del folle - che peraltro folle non è - e lo inducono a rivelare la verità, prima ai servitori, poi ai nuovi venuti che accusa delle colpe del passato, della sua vita non vissuta e, infine, abbraccia Frida che somiglia tanto alla madre così da essere la donna che egli avrebbe voluto e che ora in Matilde invecchiata non trova più. La sorpresa sbigottisce i domestici che per anni erano stati compagni, musicisti e famigli dell'imperatore e riempie di spavento Matilde, Belcredi e lo psichiatra che sono stati smascherati da colui che credevano uno smemorato da compatire. In un ultimo gesto di ira, il finto Enrico IV alza la mano sull'amico che l'ha tradito; ma una mano armata di una spada da teatro, compiendo quindi un gesto che ha il valore di beffa. Poi torna a rinchiudersi nella definitiva finzione dalla follia, ben sapendo che la sua confessione di "normalità" lo ha paradossalmente reso prigioniero per sempre della pazzia.
"Appassionato ai temi dell'autopsichiatria, il regista li applica alla sua lettura pirandelliana: la reggia del pazzo (o finto pazzo) diventa una specie di manicomio aperto. Mastroianni preme il pedale di una disarmata tenerezza piuttosto che quelli dell'angoscia e della follia, il contorno sempre impegnato in gioco anziché in una tragica mascherata. Purtroppo il regista, partito da premesse spregiudicate, non è abbastanza libero nella sua elaborazione. La proprietà del testo rimane inutilmente fedele, cioè incapace di vera autonomia, e si traduce sul piano drammaturgico in una sorta di minimizzazione". (Tullio Kezich, 'Panorama', giugno 1984)
Incasso in euro