Anno: 1977 Durata: 103 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:COMMEDIA
Regia:Nanni Moretti
Specifiche tecniche:EASTMANCOLOR VISTAVISION
Tratto da:-
Produzione:MARIO GALLO PER FILMALPHA, ALPHABETAFILM, CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO DEL TURISMO E DELLO SPETTACOLO
Distribuzione:CIDIF CAD (1978) - PANARECORD, L'UNITA' VIDEO
Nanni Moretti | nel ruolo di | Michele |
Luisa Rossi | nel ruolo di | Madre di Michele |
Fabio Traversa | nel ruolo di | Mirko |
Lina Sastri | nel ruolo di | Olga |
Glauco Mauri | nel ruolo di | Padre di Michele |
Piero Galletti | nel ruolo di | Goffredo |
Susanna Javicoli | nel ruolo di | Silvia, l'aiuto regista |
Cristina Manni | nel ruolo di | Cristina |
Lorenza Ralli | nel ruolo di | Valentina |
Maurizio Romoli | nel ruolo di | Cesare |
Carola Stagnaro | nel ruolo di | Flaminia, moglie di Cesare |
Paolo Zaccagnini | nel ruolo di | Vito |
Giorgio Viterbo | nel ruolo di | Intervistatore di TeleCalifornia |
Simona Frosi | nel ruolo di | Simona, ex fidanzata di Michele |
Vincenzo Vitobello | nel ruolo di | Amico dell'Etiope |
Age | nel ruolo di | Prof. agli esami |
Maurizio De Taddeo | nel ruolo di | Studente |
Mauro Fabretti | nel ruolo di | Studente |
Sandro Conte | nel ruolo di | Studente |
Luigi Moretti | nel ruolo di | Attore disoccupato |
Giampiero Mughini | nel ruolo di | Intellettuale |
Andrea Pozzi | nel ruolo di | Goffredo da bambino |
Cristiano Gentili | nel ruolo di | Alvaro Rissa, il poeta |
Alberto Abruzzese | nel ruolo di | Alberto, amico di Olga |
Benedetta Bini | nel ruolo di | Moglie di Alberto |
Augusto Minzolini | nel ruolo di | Amico di Valentina |
Filippo La Porta | nel ruolo di | Proprietario del 'Capricorno' |
Nadia Fusini | nel ruolo di | Donna della Radio Libera |
Luciano Agati | nel ruolo di | Uomo della Radio Libera |
Roberto De Lellis | nel ruolo di | Membro del collettivo politico |
Giampiero Lombardo | nel ruolo di | Professore |
Pier Farri | nel ruolo di | Regista |
Carla Taviani | ||
Francesca Ghiotto | ||
Guido Parlatore | ||
Maria Bufalini |
Il film descrive le giornate di Michele, studente universitario, i suoi rapporti con i genitori e la sorella Valentina, quelli con le ragazze e la sua vita di gruppo. Vediamo lui e i suoi amici discutere del più e del meno ai tavoli di un bar o parlare dai microfoni di una radio privata. Assistiamo alle discussioni suscitate nella famiglia di Michele dalla decisione di Valentina di partecipare all'occupazione di una scuola, alla bizzarra corte che Michele fa alla ragazza di un suo amico, ai tentativi del giovane e dei suoi compagni di aiutare una schizofrenica, Olga, a vincere la sua malattia, a una stravagante sessione d'esami, a sedute collettive di autocoscienza e di autoconfessione. Arriva l'estate e Michele si ritrova solo e annoiato. Poi i suoi amici tornano dalle vacanze e tutto ricomincia come prima. Una sera tutti insieme decidono di andare da Olga: invece, tranne Michele, ognuno si perde per strada, distratto da futili svaghi.
"Cosa vuol dire "Ecce Bombo"? Forse "Ecco una bomba!", oppure "ecco un uomo ingrassato e rimbecillito dal consumo delle mode". La seconda ipotesi è più attendibile. Moretti non è un rivoluzionario né un violento, anche se come autore è nato nel circuito alternativo. Il suo primo film "Io sono un autarchico", girato in super 8, costato tre milioni e mezzo, dopo aver riportato un successo che non ha precedenti nel formato ridotto, è stato perfino trasmesso in TV. Come in "Io sono un autarchico", anche in "Ecce Bombo" Moretti fa una satira della generazione post - sessantottesca, coi suoi miti nevrotici e impolverati. Moretti stesso, col suo nuovo film, prodotto per il circuito commerciale e costato sui duecento milioni, è una testimonianza della morte del sessantottismo. Nel '68 si teorizzava l'uso del video- tape e dei super 8 per rivoluzionare l'informazione. Moretti lo ha usato per dare la scalata al cinema". (Claudio Lazzaro "L'Europeo"). "A dispetto dell'eventuale gusto nel cogliere oggi Moretti in fallo, la ricchezza di 'Ecce bombo' sta proprio nel rapporto tra la sua ispirazione solitaria, aspramente autocritica e sgradevolmente aggressiva, tra la sua soggettività deformante e un po' malata, tra il suo estremismo sofferto e autolesionista, e l'esito che ne ha fatto un oggetto cinematografico di culto, 'epocale', in cui se non tutti molti (e tanti altri si sono aggiunti strada facendo) hanno potuto vedersi rappresentati. E' per questo che un piccolo film abbastanza rudimentale si può ripresentare oggi con la certezza che parla di noi, di come eravamo e di come siamo diventati." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 8 dicembre 2006)
Incasso in euro