Non avere paura del buio2011

SCHEDA FILM

Non avere paura del buio

Anno: 2011 Durata: 99 Origine: AUSTRALIA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:Troy Nixey

Specifiche tecniche:ARRICAM LT/MOVIECAM COMPACT, 2K, 35 MM/D-CINEMA (1:1.85)

Tratto da:-

Produzione:MARK JOHNSON, GUILLERMO DEL TORO PER MIRAMAX FILMS E TEQUILA GANG

Distribuzione:KEYFILMS (2012)

ATTORI

Katie Holmes nel ruolo di Kim
Guy Pearce nel ruolo di Alex Hirst
Bailee Madison nel ruolo di Sally Hirst
Alan Dale nel ruolo di Jacoby
Jack Thompson nel ruolo di Harris
Julia Blake nel ruolo di Sig.ra Underhill
Edwina Ritchard nel ruolo di Sig.na Winter
Garry McDonald nel ruolo di Emerson Blackwood
Eliza Taylor-Cotter
Emelia Burns
 

MUSICHE

Beltrami, Marco
 

MONTAGGIO

Bilcock, Jill
 

SCENOGRAFIA

Ford, Roger
 

COSTUMISTA

Chuck, Wendy

TRAMA

La piccola Sally si trasferisce da Los Angeles a Blackwood Manor, la nuova casa del padre Alex, dove lui vive con la compagna Kate. Sally soffre di uno stato d'ansia provocato dalla separazione dei suoi genitori, non accetta la nuova sistemazione e tanto meno la presenza di Kate, che a sua volta cerca invece il modo per andare d'accordo con lei. Ben presto, la bambina scopre che all'interno dell'edificio - una grande casa del XIX secolo, che Alex e Kate stanno restaurando per poi rivenderla e che è appartenuta al celebre illustratore Emerson Blackwood, scomparso misteriosamente - vivono delle antiche creature misteriose che la invitano a unirsi a loro. I nuovi 'amici' di Sally si riveleranno, però, meno amichevoli del previsto e molto pericolosi, ma la bambina faticherà a dimostrare al padre che le sue paure hanno fondamento. L'unica a darle credito sarà Kate, che cercherà di convincere Alex a portare via Sally dalla casa, provocando così l'ira delle creature...

CRITICA

"Remake di un tv movie del '73 ed ennesima variazione (unica odontoiatrica) della casa infestata da spiriti, una specie di gremlin immondo tipo l'evasore fiscale disegnato negli spot, che vittimizzano una teenager in panne affettivo. La prima parte del film di Nixey, ma scritto e prodotto da Del Toro, è quella metaforica ma non esprime nulla, non ha la forza trainante di 'Uccelli'; la seconda va di splatter. Battuta cult della tata che trova la ragazzina svenuta in vasca da bagno tra sangue e mostri: «Oh, tutto bene, cara?»." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 13 gennaio 2012) "Rifacimento di un telefilm del 1973, dal soggetto arcinoto: una bambina è perseguitata da creature mostruose, ma gli adulti non le credono. Da vecchie storie, tuttavia, si possono ancora ricavare film di buona qualità. E' il caso di 'Non aver paura del buio', incrocio di horror e fiaba gotica dove si riconosce la mano di Guillermo Del Toro; che qui assume il ruolo di sceneggiatore-produttore cedendo la direzione a un esordiente. (...) Il neo-regista usa bene la macchina da presa per disegnare gli spazi del Blackwood Manor, la grande casa antica in cui si concentra quasi tutta l'azione. Né si fa mancare la lezione dei maestri, piccoli e grandi. Tra i primi lo stesso Del Toro, con una sequenza che cita il suo bel 'Labirinto del fauno'; mentre ad Alfred Hitchcock rimandano una scena nel bagno, con tenda lacerata stile 'Psyco', e la trovata del flash della Polaroid che frena i mostri, debitrice della 'Finestra sul cortile'." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 13 gennaio 2012) "Deriva dalle stesse mutilazioni embriologiche di certo ha-ha-ha-horror anni Ottanta e quindi è possibile che chi è cresciuto a pianole e Gremlins sorrida anziché aver paura del buio, teratologi scettici a parte. Alcuni anni or sono, 1973, la teleplay scritta da Nigel McKeand con protagonista Kim Darby ('Don't Be Afraid of the Dark') incantava (o traumatizzava) un bambino di appena dieci anni, di nome Guillermo Del Toro. (...) Nixey alla regia, ed una sceneggiatura larga Del Toro e Matthew Robbins, fanno di quest'oggetto filmico una piccola imbarcazione sperimentale. Purtroppo, non particolarmente mostruosa e grottesca. (...) Fra voci, caroselli e orsetti parlanti, le atmosfere di 'Non avere paura del buio' ricalcano i drammi familiari anni Sessanta, con buona dose di Cgi ed effetti speciali. Ma Nixey non è Del Toro, qui anche in veste di produttore oltre che di co-sceneggiatore, e quella che poteva diventare espressione politica di «meraviglia = stigma» chiede di essere trattata come un sotto-Amityville. Meno radicale di 'Coraline' e privo di memorie infantili stile 'Shining'. John Newland e la Abc degli anni Settanta avevano vissuto il loro film tv come un richiamo alla stupidità umana, narrata da un punto di vista adulto. Qui gli occhi sono per intero fanciulleschi ma la fantasia di Sally, lontana anni luce dal prototipo teen di Lamberto Bava, è sostanzialmente impotente." (Filippo Brunamonti, 'Il Manifesto', 13 gennaio 2012) "Guillermo del Toro è l'immaginifico autore di 'Il labirinto del fauno', film di sottile suggestione che è arduo imprigionare nella categoria horror alla quale sembrerebbe appartenere. E' invece proprio un film di genere e nulla più 'Non avere paura del buio', che il cineasta messicano ha prodotto a partire da un telefilm degli anni '70 visto da bambino, riscrivendone la sceneggiatura con Matthew Robbins e affidandone la regia al disegnatore di fumetti Troy Nixey. (...) L'esordiente Nixey impagina il tutto in maniera professionale e le scenografie hanno una certa qualità, ma trattasi di horror di routine privo di particolare interesse." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 13 gennaio 2012) "Mai titolo fu più azzeccato. Remake di un horror televisivo del 1973, il film ha una pecca di base: non fa paura. Per due motivi di fondo: a) raramente si è vista una bambina così piccola agire in maniera più illogica davanti al pericolo; b) le creature demoniache (ricordano i Gremlins) che dimorano nello scantinato di una villa del XIX secolo risultano addirittura più simpatiche rispetto ai protagonisti (in particolare, i due inespressivi adulti). E sono anche generose: in cambio di un dentino ti danno una moneta antica." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 13 gennaio 2012)

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