Don Jon2013

SCHEDA FILM

Don Jon

Anno: 2013 Durata: 90 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Joseph Gordon-Levitt

Specifiche tecniche:PANAVISION PANAFLEX MILLENNIUM XL2, SUPER 35 STAMPATO A 35 MM/D-CINEMA (1:2.35)

Tratto da:-

Produzione:HITRECORD FILMS, RAM BERGMAN PRODUCTIONS

Distribuzione:GOOD FILMS

ATTORI

Joseph Gordon-Levitt nel ruolo di Jon "Don Jon" Martello Jr.
Scarlett Johansson nel ruolo di Barbara Sugarman
Julianne Moore nel ruolo di Esther
Tony Danza nel ruolo di Jon Martello, Sr.
Rob Brown nel ruolo di Bobby
Glenne Headly nel ruolo di Angela Martello
Brie Larson nel ruolo di Monica Martello
Jeremy Luke nel ruolo di Danny
Antoinette Kalaj
Italia Ricci nel ruolo di Gina
Lindsey Broad nel ruolo di Lauren
Amanda Perez nel ruolo di Lisa
Sarah Dumont nel ruolo di Sequins
Sloane Avery nel ruolo di Patricia
 

SCENEGGIATORE

Gordon-Levitt, Joseph
 

MUSICHE

Johnson, Nathan
 

MONTAGGIO

Zuckerman, Lauren
 

SCENOGRAFIA

Rogers, Meghan C.
 

COSTUMISTA

Katznelson, Leah
 

EFFETTI

ScanlineVFX

TRAMA

Jon Martello, detto 'Don Jon', è un incallito dongiovanni che ogni fine settimana si accompagna a una donna diversa. Tuttavia, nessuna conquista può competere con l'infinito piacere che il ragazzo prova da solo, davanti al computer, nel consumare materiale pornografico in rete. L'incontro con la bella Barbara Sugarman, una brillante ragazza vecchio stampo che sogna una storia d'amore in stile hollywoodiano, farà conoscere a Jon una nuova concezione dell'amore...

CRITICA

"Di Don Giovanni ne abbiamo visti troppi e di tutti i tipi, ma questo 'Don Jon' sceneggiato, diretto, interpretato da Joseph Gordon-Levitt, che si è fatto la fama tra 'Cavalieri Oscuri' e 'Lincoln', è una straordinaria eccezione. Levitt dimostra un talento capace di rimandi precisi all'oggi, che va ben al di là dell'esibizione ripetuta di un giovanotto appassionato di siti porno e autoerotismo. È un cattolico da pranzo di famiglia domenicale anni 70 con la tv accesa, tutto chiesa, palestra e discoteca, nipote di Tony Manero. Il suo Don Jon, nome per rimorchiare in rete, è l'ultimo disperato e pure inconsapevole anello della realtà virtuale nella cui rete è tutto prigioniero (...) Come l'ormai dimenticato e meraviglioso 'Casanova' di Fellini finiva per ammirare le bambole meccaniche, quindi solo l''ars' amatoria artigianale, questo don Giovanni del Bronx, è un addicted del sesso conto terzi, innamorato della sua fantasia erotica che lo spinge a vivere separato da ogni rapporto di affetto in una camera con vista solo sui suoi muscoli, nessuno escluso: ma nessuna realtà è all'altezza della propria immaginazione. Girato con grande equilibrio tra ossessioni e humour, il film di Levitt, dal target disperatamente universale, vira, senza un attimo di volgarità, oltre la parte bassa, e arriva presto al cervello in un folle salto mortale in cui l'autore non giudica ma espone i termini di un rapporto col reale di cui il sesso è solo portavoce. Divi amici (Anne Hathaway, Channing Tatum, Cuba Gooding jr.) appaiono dentro l'abile costruzione narrativa di questo personalissimo debutto che promette bene per l'ex bambino prodigio fuori sincrono con Hollywood." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 28 novembre 2013) "Scritto, diretto e interpretato, 'Don Jon' è l'esordio alla regia di Joseph Gordon-Levitt, che stigmatizza ironico e divertito una piaga globale: la porno dipendenza 2.0, consumata e smanacciata su Internet. Acceleratore spinto sul moralismo, le dinamiche tra Jon e Barbara riecheggiano '500 giorni insieme', mentre lo stile si fa beffe dell'estetica pornoclippara: risultato? Un film piacevole, mai banale, che apre gli occhi sulla sex addiction online: la mano è calda, lo schermo gelido, il sesso meccanico. Ma mai dire mai: la cougar triste Julianne Moore forse può salvare Jon..." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 28 novembre 2013) "Bizzarra commedia, sceneggiata, diretta e interpretata dallo sfrontato deb Joseph Gordon-Levitt. (...) Il linguaggio estremamente colorito rischierà però di interrompere la digestione ai genitori in platea con i figli adolescenti." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 28 novembre 2013) "Piacerà alle ragazze che hanno a che fare con partners dediti ai piaceri solitari. E alle ammiratrici di Gordon-Levitt che alla sua prima prova registica ha tirato alto, a un remake non ufficiale del 'Lamento di Portnoy' di Roth. 'Don Jon' però rimane a bassa quota. Una commediola piacevole ma prevedibile. Sostenuta da due protagonisti accattivanti e da alcuni «cameos» esilaranti (Anne Hathaway che fa l'attrice di film porno)..." (Giorgio Carbone, 'Libero', 28 novembre 2013) "Dimentichiamoci per una volta di Scarlett Johansson. E della sempre bravissima Julianne Moore. Ovvero dei due personaggi femminili in 'Don Jon'. E fermiamoci sul regista e protagonista Joseph Gordon-Levitt, qui moderno Don Giovanni soprannominato 'Jon Martello', una donna diversa ogni sabato sera, una dipendenza ossessiva per il porno on line, l'amore per la famiglia e la palestra. Quasi perfetto, insomma. Coraggioso il trentaduenne Gordon-Levitt nel suo ritmato debutto alla regia su temi più che mai attuali, peccato solamente per quell'indulgere nella caricatura: quando mai chi fa sollevamento pesi recita le preghiere?" (Claudia Ferrero, 'La Stampa', 5 dicembre 2013) "Qualche spettatore lascia la sala smoccolando, altri apprezzano un film sboccato, mattoide, un po' furbo e un po' tirato via, ma a conti fatti estroso e singolare. In sintesi 'Don Jon' è, infatti, dedicato al rimorchio, la masturbazione e la porno dipendenza costeggiando l'abisso della volgarità (e spesso cadendoci volontariamente dentro), il trentaduenne ex attore di 'Inception' e 'Lincoln' Gordon-Levitt non vuole giudicare il Jon Martello (nomen omen) del titolo, fisico pompato e abbigliamento da coatto, ma utilizzarlo per ironizzare su certe ossessioni (maschili, ma non solo) nell'era di Internet, più facilmente gestibili di quelle costrette a confrontarsi con partner in carne e ossa. Nonostante il fatto che l''imprevisto' del sesso tradizionale sia affidato a Johansson e Moore tutt'altro che virtuali." (Valerio Caprara, 'Il Mattino' 12 dicembre 2013)

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