Dellamorte Dellamore1994

SCHEDA FILM

Dellamorte Dellamore

Anno: 1994 Durata: 106 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:HORROR

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:tratto dall'omonimo romanzo di Tiziano Sclavi

Produzione:AUDIFILM, URANIA FILM

Distribuzione:DARC - PENTAVIDEO, MEDUSA VIDEO (PEPITE)

TRAMA

A Buffalora, piccolo centro del Nord Italia, (metafora della Provincia che sulle proprie radici contadine ha costruito una civiltà paralizzata dalla burocrazia e da un finto benessere), Francesco Dellamorte, un trentenne "eterno adolescente", si è volontariamente recluso nel proprio lavoro di guardiano del Cimitero. Si protegge dalle emozioni, inventandosi un quotidiano fatto di rituali: il lavoro, la lettura dell'elenco del telefono, il sogno che un giorno troverà un lavoro importante, che lo porterà lontano, verso una vita vera. La sua unica compagnia è Gnaghi, il suo assistente: un concentrato di diversità, affezionato al suo principale/padrone. La malinconica accettazione del Nulla Quotidiano si popola di "mostri". I morti, risorgono. E Dellamorte trova quella che crede essere una ragione di vita. Deve impedire che i Morti invadano il mondo dei Vivi. Per questo gli spara in testa e li riseppellisce. Ma quello che potrebbe essere un gesto eroico, lui lo trasforma in una appendice del suo lavoro. Il mondo dei Vivi, pensa che l'invasione dei Ritornanti sia una delle sue invenzioni. Nemmeno l'amore acquisterà una forza vitale per Dellamorte. Per tre volte incontrerà la sua Donna Ideale sotto le sembianze di una vedova; della segretaria del Sindaco; e di una giovane prostituta. Ma tutte le volte la Morte lo costringerà a rinunciare all'Amore. E Dellamorte è talmente prigioniero di questo meccanismo, da non accorgersi che per lui non fa differenza uccidere i Morti o i Vivi. Quando Dellamorte si rende conto di aver perso la propria identità, cercherà di fuggire. Ma la sua fuga è destinata a fallire. Il resto del mondo, il mito dell'attesa di un'altra vita, non esiste. E Dellamorte è costretto a tornare indietro. Ma quel tentativo di fuga gli ha aperto gli occhi. Nella difesa del proprio piccolo mondo interiore, Dellamorte trova la forza di riconoscere la propria ragione di vita. Adesso è pronto a crescere.

CRITICA

"Meglio filare. Un'esclamazione che potrebbe risuonare dopo pochi muniti anche in salotto, davanti a un fumetto horror di dubbio gusto, di sfrenata immaginazione e di ardua comprensibilità, che saltabecca con nonchalance tra fosse e allegorie. Rupert Everett, a furia di requentare il camposanto, ha preso la faccia spiritata del becchino. La polposa Anna Falchi è troppo soda per sembrare un fantasma". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 15 gennaio 2002

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