Da morire1995

SCHEDA FILM

Da morire

Anno: 1995 Durata: 102 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Gus Van Sant

Specifiche tecniche:PANAVISION, 35 MM (1:1.85)

Tratto da:romanzo omonimo di Joyce Maynard (Ed. Sonzogno)

Produzione:LAURA ZISKIN PER COLUMBIA PICTURES CORPORATION, THE RANK ORGANISATION

Distribuzione:UIP (1995), RCS (1999) - RCS FILMS & TV

ATTORI

Nicole Kidman nel ruolo di Suzanne Stone Maretto
Matt Dillon nel ruolo di Larry Maretto
Joaquin Phoenix nel ruolo di Jimmy Emmett
Casey Affleck nel ruolo di Russell Hines
Illeana Douglas nel ruolo di Janice Maretto
Alison Folland nel ruolo di Lydia Mertz
Dan Hedaya nel ruolo di Joe Maretto
Wayne Knight nel ruolo di Ed Grant
Kurtwood Smith nel ruolo di Earl Stone
Holland Taylor nel ruolo di Carol Stone
Susan Traylor nel ruolo di Faye Stone
Maria Tucci nel ruolo di Angela Maretto
Tim Hopper nel ruolo di Mike Warden
Michael Rispoli nel ruolo di Ben DeLuca
Buck Henry nel ruolo di H. Finlaysson
Colleen Williams nel ruolo di Valerie Mertz
Gerry Quigley nel ruolo di George
Joyce Maynard nel ruolo di Avvocato
Kyra Harper nel ruolo di Mary Emmett
Nicholas Pasco nel ruolo di Detective
Ron Gabriel nel ruolo di Sal
Simon Richards nel ruolo di Chester
Susan Backs nel ruolo di June Hines
 

SOGGETTO

Maynard, Joyce
 

SCENEGGIATORE

Henry, Buck
 

MUSICHE

Elfman, Danny
 

MONTAGGIO

Clayton, Curtiss
 

SCENOGRAFIA

Stewart, Missy
 

TRAMA

A Little Hope nel New Hampshire, la vivace Suzanne Stone ha deciso di uscire dal grigiore della fredda provincia e lo vuol fare tramite la televisione, nel cui potere crede ciecamente. Sposato Larry Maretto, figlio di un ristoratore locale, già nel viaggio di nozze in Florida rivela, accettando le avance di un produttore televisivo, la sua assenza di scrupoli morali. Tornata a casa ed entrata nell'emittente televisiva locale per collaborare, dopo un breve apprendistato riesce a presentare le notizie meteorologiche, con giubilo dei parenti. Coltiva però l'ambizioso progetto di realizzare un documentario sulla gioventù locale per cui si reca in una classe del liceo dove ingaggia tre ragazzi: Lydia, Jimmy e Russell. Invano il marito vorrebbe dei figli e che lei si occupasse della pubblicità televisiva del suo ristorante. Temendo intralci alla sua carriera, la donna circuisce Jimmy rendendolo suo amante e schiavo, plagia Lydia e costringe Jimmy e Russell a uccidere il marito mentre lei presenta in televisione le notizie meteorologiche. Ma la polizia, analizzando i filmati scopre la relazione tra lei e Jimmy e registrando un incontro tra lei e Lydia ha le prove della complicità dei ragazzi. L'avvocato riesce ad invalidare la prova dei nastri e, pagando una cauzione, Suzanne, ormai in libertà, valuta le varie offerte che le sottopongono. Jimmy invece viene condannato all'ergastolo, mentre Russell, che non ha materialmente ucciso ed ha patteggiato, ha una pena ridotta. Suzanne è ormai in procinto di ottenere un colloquio con un produttore importante, che le dà appuntamento presso un fiume ghiacciato, per vendere il documentario sui ragazzi. In realtà è un sicario prezzolato da Joe Maretto, il padre di Larry, che la uccide gettandola nell'acqua. Lydia, che insieme a tutti i protagonisti ha rivissuto la storia, forse otterrà il successo in televisione tanto desiderato da Suzanne che credeva sua amica.

CRITICA

"A Gus Van Sant ha giovato il lavoro su commissione, una pausa, una salutare distrazione dai suoi progetti autoriali. Perché la prima volta del regista indipendente a Hollywood ha sortito un risultato inatteso: il suo 'To Die For' (in italiano 'Da morire') é una graffiante commedia satirica che un mestierante qualsiasi non avrebbe mai saputo rendere così paradigmatica. Sembra incredibile, ma questo è il suo film più riuscito: con 'Drugstore Cowboy', 'Belli e dannati' e soprattutto con il tormentatissimo 'Cowgirls', inesorabilmente sbagliato nonostante i rimaneggiamenti subiti, Gus Van Sant ci aveva abituato a un cinema sempre in bilico fra l'espressione di un autentico talento e la bufala. Ed ecco che un soggetto non entusiasmante sulla carta, grazie a una regia estrosa, all'efficace commento rock e a un'interpretazione con i fiocchi, si trasforma in un film divertente e apocalittico, perché l'America di Gus Van Sant resta pur sempre il paese della follia travestita da normalità." (Cristina Jandelli, 'La Nazione', 23 settembre 1995) "La storia tratta da un romanzo di Joyce Maynard ha difetti di insufficiente giustificazione psicologica, le scene in tribunale debbono troppo a 'Serial Mom' di John Waters; il film è certo meno realistico e struggente di altre opere di Van Sant eppure non meno sardonicamente accusatorio, è più brillante e accessibile agli spettatori eppure durissimo." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 23 settembre 1995) "Un film amaramente critico ma mai pedante o didascalico, che fa il verso al caos massmediologico nostro contemporaneo con allarmante eppure divertente mixage narrativo." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 26 settembre 1995) "Tratto da un bel romanzo (Sonzogno) di Joyce Maynard ('cammeo' nel ruolo dell'avvocatessa), divertente, incalzante, attualissimo e crudele, 'Da morire' è un piccolo miracolo, per almeno tre ragioni. Prima: Nicole Kidman, le sue battute, le sue incredibili mises, il suo personaggio di bionda arrivista e sentenziosa, incarnazione della tv, dei sogni che nutre, della non-vita e non-cultura che promuove (l'informazione-spettacolo, ovvero la morte dell'una e dell'altro). Secondo: il brillantissimo script del grande Buck Henry (altro 'cammeo': è il professore), che dispensa battute memorabili ma guarda anche con affetto e attenzione ai personaggi minori." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 9 ottobre 1995)

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