SCHEDA FILM

Cuore di vetro

Anno: 1976 Durata: 94 Origine: GERMANIA Colore: C

Genere:ALLEGORICO

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM (1:1.66) PANORAMICO - EASTMANCOLOR

Tratto da:LIBERAMENTE ISPIRATO AL RACCONTO "DIE STUNDE DES TODES" DI HERBERT ACHEERNBUSCH

Produzione:WERNER HERZOG FILMPRODUKTION

Distribuzione:DI FILM (1983) - VIDEOGRAM, NUMBER ONE VIDEO

TRAMA

In una Baviera preindustriale, tra monti e vallate sepolte nella nebbia e nel mistero d'un'esistenza trascinata negli stenti e nella miseria, vive un piccolo villaggio che si assiepa attorno ad una vetusta vetreria di proprietà d'un nobile signore, paralitico da dodici anni, e del suo giovane rampollo. E' morto un maestro vetraio, portando con sé nella tomba il segreto della fabbricazione del vetro-rubino: il giovane padrone ne ricerca affannosamente ma inutilmente la formula, arrivando all'uso d'ogni mezzo, anche alla violenza, tanta è l'importanza che ha per lui e per la felicità di tutti gli abitanti la scoperta di quel segreto. Sacrifica persino Ludmilla, una sua domestica, illudendosi che il suo rosso sangue di vergine racchiuda in sé il mistero. Tra tutti gli abitanti del villaggio, si distingue Hias: è un mandriano dotato di chiaroveggenza. Egli prevede con chiarezza tutto ciò che puntualmente si avvererà di lì a poco tempo: la morte di Ludmilla, quella di due vecchi operai, l'incendio della vetreria. Le sue apocalittiche profezie risuonano minacciose per tutti, fino a quando, accusato di portare il male e non soltanto di prevederlo, verrà rinchiuso in carcere con il giovane ricco impazzito: egli però riuscirà ad evadere ed a ritornare alle sue montagne, vivendo solitario in comunione con la natura. E' lassù che avrà l'ultima sua visione: un gruppetto di uomini, gratificati del dubbio che la terra sia veramente piatta, come ingenuamente credono i loro compaesani, viventi arrampicati come naufraghi su una scogliera sperduta nel mezzo del mare, si avventura su un fragile barchetta tra le onde insidiose alla ricerca della verità, attirati dalla speranza che di là ci sia veramente un altro mondo, come sembrano promettere i gabbiani che volteggiano sulle loro teste.

CRITICA

"Film che si rifà ad una cultura nordica piuttosto fumosa e piena di simboli ed allegorie, quasi impenetrabili, che del resto si lascia ammirare per fascinosità fotografica e ricostruzione ambientale. I personaggi recitano con atteggiamenti allucinati e straniati (sembra che il regista li abbia fatti recitare dopo averli ipnotizzati, alla ricerca di un nuovo 'stile' cinematografico), lasciando cadere le loro parole sillabate e scandite con lentezza quasi esasperante. Si intuisce che c'è nel film il tema della ricerca d'una certa verità, ma quale e come? La difficoltà di lettura impedisce di afferrare con chiarezza quanto il regista esprime con stile visionario ed allusivo. Le visioni-profezie di Hias sono raccontate con stile rarefatto e sentenzioso, denso di componenti romantiche nordiche e decadentistiche. Il clima generale è di ballata e di saga popolare. Più che di ambiguità generale, si può parlare di complessità." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 97, 1984)

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