CRIMINI IMMAGINARI1994

SCHEDA FILM

CRIMINI IMMAGINARI

Anno: 1994 Durata: 105 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE, TECHNICOLOR

Tratto da:TRATTO DALL'OMONIMO ROMANZO DI SHEILA BALLANTYNE

Produzione:JAMES G. ROBINSON PER MORGAN CREEK PRODUCTIONS

Distribuzione:MEDUSA FILM (1996) - MEDUSA VIDEO (PEPITE)

TRAMA

Sonya Weiler, una ragazza di diciassette anni, vive con il padre Ray e la sorellina Greta in una modesta casa di Portland. Il padre, costretto a prendersi cura da solo delle figlie, in seguito alla prematura e improvvisa scomparsa della moglie Valery, continua a vivere, come ha sempre fatto, di piccole truffe e di promesse mai mantenute. Ray, con uno dei soliti espedienti, riesce ad iscrivere Sonya ad una scuola femminile frequentata da giovani di buona famiglia: qui la ragazza incontra il professor Webster, l'insegnante di letteratura, che l'aiuta in molte situazioni e la incoraggia a scrivere, riconoscendo in lei un grande talento. Poi Ray tramite Bud Ruklehaus riesce ad ottenere un finanziamento da investire nel grande "affare" che finalmente può cambiare la vita alla famiglia Weiler. I rapporti tra padre e figlia si incrinano definitivamente quando Ray, per aver raggirato il signor Ruklehaus, viene arrestato. Con l'aiuto del professor Webster, Sonya trova un avvocato in grado di far uscire il padre dietro cauzione. Ma questi delude ancora Sonya quando le propone di fuggire a Las Vegas per iniziare una nuova vita: adirata decide di non seguirlo tenendo con sè Greta. Seguono giorni difficili, in particolare quando un'assistente sociale accompagnata da un agente di polizia porta via Greta per affidarla a un istituto. Il giorno della consegna del diploma a Sonya arriva un'automobile della polizia dalla quale scendono Ray e Greta: il padre, pentito, si è costituito e si è appellato al giudice affinché almeno le figlie possano stare insieme. Sonya, aiutata ancora una volta da Webster, riesce ad iscriversi all'università pur continuando a prendersi cura della piccola Greta.

CRITICA

"Sono i ricordi del passati intrecciati alla realtà quotidiana a tessere la trama del film: una storia ripercorsa attraverso la voce e gli occhi dell'adolescente Sonya. Una situazione, quella vissuta da Sonya, estremamente delicata e resa critica dalla morte della madre e da un padre mitomane che non è mai stato un valido genitore. C'è grande tenerezza nel ricordare un'infanzia spensierata con la madre Valery: Sonya, rievoca i loro pomeriggi al cinema; le lunghe ore passate insieme in attesa del padre; le vacanze estive trascorse con i nonni materni. In questo percorso così difficile di crescita è fondamentale per Sonya il legame indissolubile con la sorella Greta e la presenza del professore Webster che sa comprenderla a fondo. La sua vergogna nel vedere il padre raggirare gli altri si trasforma in rabbia e poi in pietà." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 122, 1996) "La ricostruzione dei primi anni '60 è molto curata ma la cosa migliore del film è l'interpretazione di tutti gli attori, in particolare quella che Harvey Keitel fa di un bugiardo per cui gli affari coincidono con gli imbogli, megalomane ma sognatore."

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