Crazy, Stupid, Love2011

SCHEDA FILM

Crazy, Stupid, Love

Anno: 2011 Durata: 118 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO, ROMANTICO

Regia:Glenn Ficarra|John Requa

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:STEVE CARELL E DENISE DI NOVI PER CAROUSEL PRODUCTIONS

Distribuzione:WARNER BROS. PICTURES ITALIA

ATTORI

Steve Carell nel ruolo di Cal Weaver
Ryan Gosling nel ruolo di Jacob Palmer
Julianne Moore nel ruolo di Emily Weaver
Emma Stone nel ruolo di Hannah
Analeigh Tipton nel ruolo di Jessica Riley
Jonah Bobo nel ruolo di Robbie
Joey King nel ruolo di Molly
Marisa Tomei nel ruolo di Kate
Beth Littleford nel ruolo di Claire Riley
John Carroll Lynch nel ruolo di Bernie Riley
Kevin Bacon nel ruolo di David Lindhagen
Liza Lapira nel ruolo di Liz
Josh Groban nel ruolo di Richard
Mekia Cox nel ruolo di Tiffany
Julianna Guill nel ruolo di Madison
Zayne Emory nel ruolo di Eric
Crystal Reed nel ruolo di Amy Johnson
Algerita Lewis nel ruolo di Capo di Robbie
Ami Haruna nel ruolo di Ami
Caitlin Thompson nel ruolo di Taylor
Charlie Hartsock nel ruolo di Sad Sack
Dan Butler nel ruolo di Capo di Cal
Janine Barris nel ruolo di Heather
Jenny Mollen nel ruolo di Lisa
Joanna Brooks nel ruolo di Cameriera
Karolina Wydra nel ruolo di Jordyn
Katerina Mikailenko nel ruolo di Stephanie
Laurel Coppock nel ruolo di Sophia
Reggie Lee nel ruolo di Agente Huang
Tiara Parker nel ruolo di Gabby
Tracy Mulholland nel ruolo di Megan
Georgia Treantafelles nel ruolo di Georgia
Jessica Diz nel ruolo di Olivia
Raena Cassidy nel ruolo di Raena
Tania Wagner nel ruolo di Tania
 

SCENEGGIATORE

Fogelman, Dan
 

MONTAGGIO

Haxall, Lee
 

SCENOGRAFIA

Arnold, William
 

COSTUMISTA

Pink, Dayna

TRAMA

Il quarantenne Cal Weaver era convinto di vivere una felice esistenza insieme alla moglie Emily: un buon lavoro, una bella casa e un buon rapporto con i figli. Poi, un giorno, Emily chiede il divorzio e Cal sente il mondo crollargli addosso. Deciso comunque a risalire la china, l'uomo tenterà di gestire la sua nuova condizione di single, ma sono passati decenni da quando era libero e flirtava con le ragazze. Sarà così l'amico Jacob, scapolo impenitente, a mostrargli la via per ricominciare...

CRITICA

"«Non seguite le mode, inventatele». Così parlò Frank Capra e gli adepti Ficarra & Requa impararono. Perché oggi strutturare commedie romantiche non 'stupid' ma sufficientemente 'crazy' suona da evento. I due registi, già notevoli nel gay affair da galera 'I love you Philip Morris', centrano il bis mixando gaudenti risate, emozioni transgenerazionali e identificazioni col presente a pochi gradi di separazione, come il genere insegna. Complice un cast stellare a incarnare personaggi scritti da manuale, le cui complesse relazioni (pre o post amorose) fluiscono in sola apparente semplicità, nel sempre meno comprensibile lessico famigliare di un Occidente cinico e decadente. La stampa americana ne ha sancito lo status di 'commedia dei sentimenti adulta', vedremo se nel Bel-paese sarà apprezzata più degli stereotipi e le ammiccanti macchiette milionarie di casa nostra. Da vedere, per tutti." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidano', 15 settembre 2011) "Piacerà a chi ama le storie tipo 'Manuale d'amore'. Solo che questa è americana e quindi scritta diretta recitata molto meglio delle commediole autarchiche. E anche più romantica. Le nostre odorano di amatriciana. Questa è un gaudioso invito a cercarsi l'anima gemella (che c'è per ognuno)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 16 settembre 2011) "Trame e generazioni multiple che si intrecciano, rotture e rappacificazioni, crisi di mezz'età, cotte adolescenziali e soprattutto l'idea che i rapporti affettivi e sentimentali, fuori e dentro una famiglia, vadano accettati così come sono - contraddittori, arruffati, altalenanti, repressi, lontanissimi da un quadretto ideale. Secondo un modello di rom com 'adulta', 'intelligente', che ricorda meno quello metropolitano di 'Sex and the City', che quello più 'suburban' di 'I ragazzi stanno bene' (anche se non ci sono coppie gay), 'Crazy, Stupid, Love' si pone un po' come un antidoto alla comicità iperinfantile, maschiocentrica e pseudodemenziale della ramificatissima factory apatowiana. Hollywood mischia il suo gloss abituale e un cast a base stellare (produttore e co-protagonista Steve Carrell, al fianco di Julianne Moore) insieme ad alcuni degli stratagemmi e dei volti del cinema indipendente americano, e a un realismo che ha la sua base nel mondo spurio e (spesso sovversivamente) tollerante della sitcom tv. Dietro alla macchina da presa Glen Ficarra e John Requa, registi un po' cult grazie a 'I Love You Philip Morris', storia (ispirata da fatti realmente accaduti) dell'amour fou tra i galeotti Jim Carrey e Ewan McGregor, che continuano ad evadere e a farsi ricatturare per poter stare insieme." (Giulia D'Agnolo Vallan, 'Il Manifesto', 16 settembre 2011) "Grande cast di nome e di fatto, produzione sontuosa e molto luminosa, perfetto equilibrio tra grossolanità, sentimento (il romanticismo si impara dai più piccoli) e dramma familiare agrodolce (finalmente genitori & figli, non solo americani, mai in preda all'isterismo). Si ruba dalla Hollywood leggera degli ultimi anni. Da 'Hitch' a 'La verità è che non gli piaci abbastanza' passando per '40 anni vergine'. Già visto eppure tremendamente coinvolgente grazie a un cast in stato di grazia. Marisa Tomei è un'insegnante ex alcolizzata single semplicemente esilarante." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 16 settembre 2011) "E' una commedia sentimentale non impegnativa e, nei limiti, godibile, anche se il duo Glenn Ficarra & John Requa, che aveva esordito nella regia con il più interessante 'Colpo di fulmine'. (...) Una qualità del film è di far sventolare la bandiera dell'amore eterno e dell'anima gemella che è una sola, senza preoccuparsi di essere fuori moda e fuori secolo; un altro pregio, il buon livello di un cast che mette insieme in modo abbastanza calibrato attori tanto diversi per tipo di recitazione e temperamento: come la Moore e Marisa Tomei, come il comico Carrell e Goslin, la star emergente di 'Drive' e 'Idi di marzo'." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 16 settembre 2011)

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