Confessioni di una mente pericolosa2002

SCHEDA FILM

Confessioni di una mente pericolosa

Anno: 2002 Durata: 113 Origine: CANADA Colore: C

Genere:AZIONE, COMMEDIA, DRAMMATICO

Regia:George Clooney

Specifiche tecniche:35MM (1:2.35)

Tratto da:romanzo omonimo di Chuck Barris (ed. Sonzogno).

Produzione:ALLIED FILMMAKERS, MIRAMAX FILMS, BROADWAY VIDEO, KUSHNER-LOCKE COMPANY, MAD CHANCE, NPV ENTERTAINMENT, SECTION EIGHT LTD., VILLAGE ROADSHOW PRODUCTIONS

Distribuzione:EAGLE PICTURES, DVD: EAGLE PICTURES HOME VIDEO (2008)

ATTORI

Sam Rockwell nel ruolo di Chuck Barris
Drew Barrymore nel ruolo di Penny
George Clooney nel ruolo di Jim Byrd, agente della Cia
Julia Roberts nel ruolo di Patricia Watson
Rutger Hauer nel ruolo di Keeler
Linda Tomassone nel ruolo di Monica
Fred Savage nel ruolo di Manager dell'hotel
Matt Damon nel ruolo di Concorrente
Brad Pitt nel ruolo di Concorrente
Steve Adams nel ruolo di Direttore di dating game
Krista Allen nel ruolo di La ragazza carina
Carlo Berardinucci nel ruolo di Cameriere
Michael Cera nel ruolo di Chuck (all'età di 8-11 anni)
Joe Cobden nel ruolo di Comico
Bill Corday nel ruolo di Giudice di pace
Ilona Elkin nel ruolo di Mary-Ann
Joey Elias nel ruolo di L'ubriaco
Michael Ensign nel ruolo di Simon Oliver
Benoit Guerin nel ruolo di Sosia di Chuck Barris
Jennifer Hall nel ruolo di Georgia
David Julian Hirsh nel ruolo di Freddy 'Boom Boom' Cannon
Anna Silk
Artie Lange
Brian D. Wright
Christian Paul
Conrad Pla nel ruolo di L'Uomo Grasso
Emilio Rivera nel ruolo di Manny Benitez
Eric Jungmann
George Randolph nel ruolo di Gene Gene
James Urbaniak nel ruolo di Rod Flexner
Janet Lane
Jerry Weintraub nel ruolo di Larry Goldberg
Kelli Garner
Kim Suyun nel ruolo di Concorrente
Maria Bertrand
Mike Paterson nel ruolo di Impiegato
Molly Rose Livingstone
Samantha Banton
Sara Brookshire
Shaun Balbar
 

SOGGETTO

Barris, Chuck
 

SCENEGGIATORE

Kaufman, Charlie
 

MUSICHE

Wurman, Alex
 

MONTAGGIO

Mirrione, Stephen
 

SCENOGRAFIA

Bissell, James D.
 

COSTUMISTA

April, Renée

TRAMA

Chuck Barris ha una doppia, leggendaria, vita segreta. Di giorno, infatti, è un celebre ideatore e conduttore di show televisivi, mentre di notte si trasforma in uno spietato agente della CIA con il gusto di commettere omicidi. Giovane, energico e concentrato, Barris scala rapidamente i gradini del successo in entrambe le professioni. Mentre in tv inventa quiz innovativi e popolari come 'Il gioco delle coppie' e 'The gong show', per conto del governo degli Stati Uniti diventa un killer affidabilissimo. Ma quando l'amore fa capolino nella sua vita le cose, inaspettatamente, cominciano a cambiare.

CRITICA

"La tv spazzatura diventa insomma il set ideale della mente distorta di Barris, che a suo dire trascinava gli sposini premiati nei suoi show in posti improbabili come Helsinki o Berlino Ovest solo per usarli come copertura delle sue attività segrete. Ed ecco lo stesso Clooney individuare e addestrare il sessuomane Barris, che prima del successo colleziona risse e frustrazioni con caparbietà da assassino potenziale. Ecco Barris alternare efferate esecuzioni ad acrobatici amplessi con una spiritosissima e disinibita Julia Roberts. Ecco Clooney accumulare pezzi di bravura e strizzate d'occhio, coinvolgendo perfino Brad Pitt e Matt Damon in un'esilarante comparsata. Ben servito dallo scintillante copione di Charlie Kaufman, che dopo 'Essere John Malkovich' e 'Adaptation' continua a esplorare l'interfaccia fra la mente e lo spettacolo. Perché non siamo più della stoffa di cui son fatti i sogni, ma di quella di cui sono fatti cinema e tv". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 25 aprile 2003) "La qualità della sceneggiatura di Charlie Kaufman risiede nella capacità di sottolineare i rapporti che intercorrono fra l'America, euforica e narcotizzata, dalla tivù in fase di irresistibile ascesa e i delitti dei servizi segreti: in fondo, due forme di cinismo perfettamente complementari. Clooney adotta un'iconografia alla 'Tenenbaum', ricalcando climi e colori d'epoca, e dà alla storia un ritmo grottesco e concitato, prossimo allo stile del suo amico (e, qui, produttore) Steven Spielberg; salvo sostituirvi, verso la fine, un tono progressivamente più drammatico. Col limite veniale di una certa discontinuità, 'Confessioni di una mente pericolosa' rappresenta quel che si dice un buon debutto". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica, 26 aprile 2003) "Considerato sotto il profilo paradossale e depressivo, c'è anche da sottolineare che il film presenta la centrale dei servizi segreti come un'organizzazione dalla pistola facile, mentre se si prende in mano un libro serio come 'La disfatta della Cia' di Baer ci si rende conto che oramai per qualsiasi operazione bisogna riempire montagne di moduli burocratici (...) Per quanto riguarda il film, esistono certi valori di atmosfera e di taglio; e fra gli interpreti figurano bene lo stesso Clooney come arruolatore del superkiller, Julia Roberts in veste di Mata Hari e Rutger Hauer che esprime tutta la stanchezza dello spione invecchiato". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 26 aprile 2003) "Con dispettosa intelligenza Charles Kaufman, lo sceneggiatore candidato all'Oscar per il sibillino 'Adaptation' dove si inventò addirittura un gemello collaboratore scrivente, ha indicato di raccontare la strana vicenda nello stile antirealistico, colorato e pop dell'epoca in cui si svolge: tutto un procedere fra allusioni e strizzate d'occhio, un modo che in fin dei conti sembra suggerire una gigantesca finzione. Il risultato non riesce ad essere del tutto convincente proprio per l'eccesso di intellettualismo; e anche per un'accentuazione dell'aspetto depressivo della personalità del protagonista. Il bravissimo Sam Rockwell sa comunque imprimere a Chuck Barris una sfaccettata individualità insieme arrogante e fragile, cinica e disarmante. E può contare su un contorno di classe: Clooney stesso nella parte di un sinistro reclutatore della CIA e Julia Roberts riproposta in un ruolo insolito se la godono a fare le spie come le reinventa il cinema". (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 27 aprile 2003) "Clooney sceglie, per il suo esordio alla regia, una storia che trasuda anni Settanta come va di moda adesso, che gli permette di giocare a fare Soderbergh e di demolire, giocando sull'ambiguità, il sogno americano. E c'è anche Julia Roberts - Mata Hari. Troppo facile". (Paola Piacenza, 'Io Donna', 17 maggio 2003)

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