SCHEDA FILM

Codice privato

Anno: 1988 Durata: 93 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA, TECHNICOLOR

Tratto da:-

Produzione:LUIGI E AURELIO DE LAURENTIIS PER FILMAURO, ROBERTA CADRINGHER PER RAI - RADIOTELEVISIONE ITALIANA

Distribuzione:FILMAURO - DELTAVIDEO

TRAMA

Con il pretesto di un viaggio a Belgrado per un congresso, Emilio Flora - celebre scrittore - ha lasciato Anna, la donna che da tre anni vive con lui. Lei viene da una famiglia di fruttivendoli e non ne fa mistero: Emilio, cinquantenne e colto, è stato il suo pigmalione e ne ha fatto una donna di cultura piena di interessi, oltre che una amante fedele. Anna si chiede ora il perché del suo abbandono e telefona febbrilmente a degli amici comuni per sapere qualcosa che nessuno vuole dirle. Scopre il codice personale di Emilio e con esso ha accesso al computer che è nell'appartamento ed ai segreti più intimi dell'uomo amato, perfino alle lettere scritte a persone sconosciute e mai spedite. La donna compie così una ricerca tanto affannosa quanto sconvolgente sulle radici di quell'amore con Emilio, ponendosi mille angosciati interrogativi, fino al punto in cui scopre la sua vera colpa: quella di essersi lasciata intervistare in TV e aver rivelato le proprie origini e aver parlato della sua convivenza con lo scrittore. Emilio, infatti, dopo averla vista sul piccolo schermo e averla sentita parlare con tanta proprietà e autonomia di giudizio, ha ritenuto compiuta la propria opera creatrice e ha deciso di lasciarla, come un pittore cui più non sembra appartenere il quadro ultimato. E la realtà si fa ancora più amara, allorché Anna apprende al telefono, dalla voce dell'amico Antonio, che Emilio non è neppure partito per Belgrado: è in casa di lui e della moglie Lucia. Il rapporto è davvero finito per sempre e Anna resta sola. Le rimane unicamente una penosa e miserevole vendetta: chiamare al telefono a Grosseto la comunità terapeutica che ospita Michele, il figlio tossicodipendente dello scrittore e leggergli la lettera mai speditagli dal padre, che lo ama in quanto figlio, ma non lo stima come creatura umana.

CRITICA

"Il film di Francesco Maselli è un'opera algida, asettica come la sua ambientazione (l'appartamento), stranamente scevra di vera passione." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 107, 1989)

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