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MONTAGGIO

SCENOGRAFIA

COSTUMISTA

EFFETTI

TRAMA

Nonostante i limiti dell'età e la disapprovazione dei familiari, tre amici ottantenni decidono di intraprendere un viaggio per mantenere la promessa fatta a un amico morente. Così, Emiliano, Augustin e Benito, uniti dalla passione per il gioco a domino, si mettono in viaggio per portare al museo della cittadina messicana di Guanajuato un vecchio tovagliolo di carta con la prima versione di una celebre canzone scritta dal famoso José Alfredo Jiménez, il miglior compositore messicano di musica ranchera di tutti i tempi. "El Rey" come era noto, l'aveva dedicata proprio a lui: Pedro. Dopo un'ultima sigaretta e un giro di tequila, il gruppo di vecchi amici sigillerà questa promessa. I tre si troveranno così a vivere una serie di avventure pittoresche e surreali che faranno ritrovare loro uno scopo nella vita, anche alla loro veneranda età.

CRITICA

"Non è facile in estate, quando la programmazione cinematografica pesca tra i titoli meno appetibili dei listini, tenendo in panchina quelli più forti per l'inizio della nuova stagione, trovare film capaci di soddisfare le aspettative di chi non si accontenta facilmente. Eppure fra tante proposte trascurabili non è insolito trovare piccole perle tutte da scoprire, opere di cinematografie lontane e poco conosciute che, una volta smaltiti nel corso dell'anno tutti i pezzi da novanta, si affacciano un po' timidamente sugli schermi con storie ricche di interesse. (...) Elogio della lentezza sul cammino tracciato dagli struggenti 'Una storia vera' di David Lynch e 'Nebraska' di Alexander Payne, questa piccola elegia on the road ci mostra il paese come se a vederlo fosse lo sguardo innocente di un bambino e ci invita a riflettere su quanto l'amicizia possa aiutare a superare le difficoltà della vita." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 22 giugno 2016) "Per uscire dai cliché di oggi su un Messico disperato e violento, ecco una commedia on the road con tre vecchi amici e un viaggio da fare per mantenere la promessa fatta a un sodale morto. (...) Non aspettatevi un capolavoro visto che la pellicola è fin troppo stucchevole nel voler evitare conflitti e sgradevolezze, ma non guasta affatto assistere alle prove di questi tre decani messicani. Manzano, Ruiz e Bayardo fanno 238 anni in tre. Complimenti." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 23 giugno 2016) "(...) riflessiva commedia messicana (...). Ironia e senso di morte, disincanto e rivalsa; un destino che accomuna molti vecchi." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 23 giugno 2016)