Anno: 2016 Durata: 114 Origine: BELGIO Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Lucas Belvaux
Specifiche tecniche:-
Tratto da:romanzo "Le Bloc" di Jérôme Leroy
Produzione:SYNECDOCHE, ARTEMIS PRODUCTIONS, IN COPRODUZIONE CON FRANCE 3 CINEMA, RTBF (TELEVISION BELGE), VOO-BE TV, SHELTER PROD
Distribuzione:MOVIES INSPIRED (2017)
Émilie Dequenne | nel ruolo di | Pauline Duhez |
André Dussollier | nel ruolo di | Philippe Berthier |
Guillaume Gouix | nel ruolo di | Stéphane Stankowiak, detto Stanko |
Catherine Jacob | nel ruolo di | Agnès Dorgelle |
Anne Marivin | nel ruolo di | Nathalie |
Patrick Descamps | nel ruolo di | Jacques |
Charlotte Talpaert | nel ruolo di | Nada Belisha |
Stéphane Caillard | nel ruolo di | Victoire Vasseur |
Cyril Descours | nel ruolo di | Jean-Baptiste Verhaeghe |
Michel Ferracci | nel ruolo di | Dominique Orsini |
Mathéo Debaets | nel ruolo di | Tom |
Coline Marcourt | nel ruolo di | Lili |
Thibault Roux | nel ruolo di | Max |
Corentin Lobet | nel ruolo di | Yo |
Julien Roy | nel ruolo di | Bernard Tovi |
Bernard Mazzinghi | nel ruolo di | Alexandre de Mareuil |
Gérard Dubouche | nel ruolo di | François Marcillac |
Bernard Eylenbosch | nel ruolo di | Erwann |
Christophe Moyer | nel ruolo di | Éric |
Tom Robelin | nel ruolo di | Cyril |
Manon Wathelier | nel ruolo di | Anaïs |
Ludovic Molière | nel ruolo di | Jean |
Evelyne El Garby Klaï | nel ruolo di | Sig.ra Oumaouche |
Iman Amara-Korba | nel ruolo di | Djamila Oumaouche |
Jeannine Legru | nel ruolo di | Sig.ra Rollin |
Jean-Louis Sbille | nel ruolo di | Sig. Biagi |
Pauline Duhez lavora come infermiera a domicilio tra Lens e Lille e si occupa da sola dei suoi due figli e di suo padre, un ex operario metalmeccanico. Devota e generosa, Pauline è amata da tutti i pazienti che ha in cura, che contano molto su di lei. Approfittando della popolarità della donna, i leader di un partito nazionalista in crescita decidono di proporla come loro candidata alle imminenti elezioni comunali...
"Il regista belga conosce la materia speciale delle illusioni e sceneggia la sbandata di una donna e un paese. La sua visione della virtù privata che trasloca in vizio pubblico è di agghiacciante contemporaneità e il cast è di serie A con menzione speciale per André Dussollier." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 27 aprile 2017) "Il cinema non rappresenta solo i mostri dell'horror, vampiri o zombi che siano; con 'A casa nostra' ci mette davanti altri mostri ben più reali: quelli generati dal sonno della ragione. (...) Commentando il film, il critico di un giornale francese ha citato la 'banalità del male'; e la formula di Hannah Arendt è perfetta per descrivere la via scelta dal regista Lucas Belvaux (che non è francese, ma belga ) e dal co-sceneggiatore (dal suo libro 'Le Bloc') Jérôme Leroy. (...) Belvaux non nasconde in alcun modo di voler fare un film nettamente schierato e politico; anche se sceglie la via della fiction, anziché quella del documentario, per mostrare dall'interno come funzioni la banalità del male. In ogni caso il suo sguardo è preciso e clinico; la sua strategia, abile nel farci provare inizialmente empatia verso personaggi come il vecchio dottor Berthier e Stanko, prima di mostrarci quel che si cela dietro la loro studiata amabilità. Forse - anzi - se il film ha un difetto è quello di essere troppo dimostrativo, troppo didattico, fino ad accumulare una serie di aspetti diversi del populismo di destra a svantaggio della psicologia della protagonista Pauline, lasciando un po' nel vago le ragioni della sua conversione." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 27 aprile 2017) "Avvertenze per l'uso: è il film politico puntato sulla campagna elettorale francese contro il Front Nazional della Le Pen (una somigliante Jacob). In questo, si sforza di tenere un orientamento non deterministico o, peggio, fazioso, affidando contenuti e dubbi alla peripezia della protagonista (la cresciuta 'Rosetta' dei Dardenne) (...). Più interessante la ricostruzione dei legami tra i 'verniciati' politici e i violenti, del movimento. A governare l'intrigo, un freddo e subdolo Dussolier, emblema della promiscuità tra democrazia e fascismo." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 27 aprile 2017) "Oltre a una narrazione efficace, il pregio di 'A casa nostra' è la capacità di mostrare dal di dentro il potere d'affabulazione di cui - da sempre - le derive populiste si servono per empatizzare con i più indifesi: un meccanismo tanto sperimentato e storicizzato eppure incredibilmente potente." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 27 aprile 2017) "Intrigante, pur se fazioso, dramma francese, uscito, non casualmente, in patria alla vigilia delle presidenziali. (...) Evidente l'allusione al Front National di Marine Le Pen, presente in un ruolo caricaturale. Comunque il film, costruito come un giallo, ha momenti di indubbia tensione, anche se il finale è troppo sbrigativo." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 27 aprile 2017)
Incasso in euro