SCHEDA FILM

C'è posto per tutti

Anno: 1989 Durata: 100 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:LUIGI PLANTA PER INDIPENDENT TV MOVIE, RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA

Distribuzione:INDIPENDENTI REGIONALI

TRAMA

Un gruppo di giovani, tutti disoccupati, si ritrova ogni giorno in fila all'ufficio di collocamento. Per aradosso, vengono assunti tutti quanti insiemema solo per un giorno: il 1° maggio. Il loro compito è quello di smantellare il palco al termine del discorso dei sindacalisti. Così si ritrovano tutti sotto al palco, ad ascoltare l'onorevole che parla dei problemi dell'occupazione nel sud Italia. Per il breve spazio di un giorno, le loro storie, fatte di speranze, delusioni, frustrazioni, si intrecciano. Ma la festa del 1° maggio sta per finire. La piazza si svuota mentre dagli altoparlanti risuona ancora l'inno dei lavoratori. Ora dovranno smontare il palco per poi ricominciare, il giorno dopo, l'infinita processione all'ufficio di collocamento.

CRITICA

"Diretto con impegno, il film è interessante e ricco di umori nel racconto di una fetta d'Italia sommersa e troppo spesso ignorata dai media. Gli si imputa un tono discontinuo nella struttura narrativa perché non sempre la componente drammatica e quella ironica vanno a braccetto. Gli interpreti principali, l'espressiva Elvira Giannini e il molto naturale Luigi Laezza, sono affiancati da bravi caratteristi come Vincenzo Salemme, Carlo Di Maio e altri. Tra i volti più noti, Antonio Casagrande, nelle giacche lucide e attillate dell'onorevole Mangiafico, e Armando Marra, con lo sguardo furbo del manager dei pugili." (Giovanna Grassi, 'Il Corriere della Sera', 19 Agosto 1991) "Sono meriti di contenuto e di impegno sociale che a 'C'è posto per tutti' hanno valso un premio De Sica all'ultimo festival di Sorrento. Purtroppo però, il film è brutto. Ha un impianto da film corale, ma poi dedica troppo spazio alle vicende di una coppia (Luigi Laezza, Elvira Giannini), lacrimose e poco interessanti. Mescola i toni - commedia, dramma, satira, ironia, melodramma - senza trovare una cifra stilistica costante. Sciupa alcune trovate che sulla carta possono sembrare ingegnose (la manifestazione del 1° maggio che fa da cornice al racconto): indica alcune situazioni (il reclutamento per la palestra di extracomunitari muscolosi) senza svilupparle; non sa instaurare una vera rete di rapporti tra i personaggi delle varie storie tanto che, per difetto di organizzazione narrativa risulta un film a episodi mimetizzato. Sul piano dell'analisi sociale manca di un preciso punto di vista: come atto di denuncia abbaia, ma non morde. Mette al fuoco troppa carne che risulta o scotta o cruda." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 23 Agosto 1991)

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Box office
dal 21 al 24 maggio

Incasso in euro

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    Gli anni più belli

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