Capitani d'aprile2000

SCHEDA FILM

Capitani d'aprile

Anno: 2000 Durata: 124 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM; 1:85 - EASTMANCOLOR - DOLBY SRD/DOLBY DTS

Tratto da:-

Produzione:ALIA FILM (ITALIA), MUTANTE FILMES (PORTOGALLO), JBA PRODUCTION (FRANCIA), FILMART (SPAGNA)

Distribuzione:SHARADA

TRAMA

TRAMA BREVE La storia di una giornata della rivoluzione dei garofani in Portogallo raccontata attraverso tre personaggi: due capitani e una giovane giornalista insegnante di lettere e giornalismo. TRAMA LUNGA Portogallo, 1974, al governo c'è ancora una coalizione autoritaria di destra, ma la rivolta è ormai nella fase avanzata. Nella notte del 24 aprile, la parte dell'esercito disposta alla ribellione viene mobilitata per occupare i punti strategici più importanti, tra i quali la sede della radio. Alla testa dei soldati si pone il capitano Maia, che all'adunata infiamma le truppe al grido di 'Rivoluzione!' Intanto Antonia, giornalista dell'opposizione, cerca di convincere il fratello Filippo, Ministro dei Territori d'oltremare, a liberare uno studente accusato di aver commesso un attentato. Il Movimento Forze Armate arriva a Lisbona per arrestare i ministri. Ora anche la popolazione è in piazza sotto il palazzo del governo a gridare 'Democrazia!'. Mentre lo studente viene liberato, Maya dà un ultimatum di dieci minuti per la resa. Dopo alcune trattative con i delegati del generale Spinola, il Presidente Cardoso si arrende. Maya lo accompagna all'aeroporto. I prigionieri politici sono liberati. Maya in seguito adotta due bambini.

CRITICA

"'Capitani d'Aprile' è la prima regia dell'attrice portoghese Maria de Medeiros, con Stefano Accorsi nei panni dell'ufficialetto che non ne combina una giusta ma fa la rivoluzione. Fresco, diretto, addirittura didattico, talvolta ingenuo, ma molto accattivante. Come i suoi personaggi". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 11 gennaio 2002) "Si vede chiaramente che Maria ha voluto produrre un film pedagogico, produrre una testimonianza appassionata anche (non solo) per le nuove generazioni. Così, le si perdonano volentieri alcune ingenuità, del resto connaturate al genere: vedi il tentativo d'incrociare differenti destini individuali che si vorrebbero emblematici del clima di quell'epoca. Senza cercare la spettacolarità a ogni costo, senza tentare la ricostruzione documentaria, la neo-regista riesce a produrre emozione a forza di sincerità e di coinvolgimento personale. Scusate se è poco". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 13 gennaio 2002) "Sceneggiatore e regista riescono a tenersi lontano dai toni epici e celebrativi. La personale vicenda amorosa della lady è scopertamente strumentale: serve per confrontare le diverse reazioni delle classi sociali e assegnare un compito effettivamente importante ai militari illuminati. E' un film interessante, recitato decorosamente a cui manca energia, ma non motivazioni. Da vedere almeno per bilanciare il pasticcio provocato dalla versione italiana di quegli eventi nell'improbabile 'Alla rivoluzione sulla due cavalli'". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 18 gennaio 2002) "L'attrice Maria De Medeiros passa dietro la macchina da presa e racconta l'avvento della democrazia nel suo paese secondo la moda buonista di oggi. La rivoluzione è un pranzo di gala da raccontare attraverso bozzettismi e carinerie assortite, con uno stile banalmente televisivo che smussa qualunque possibile conflitto. Anche la prova di interpreti apprezzati altrove sembra opaca". (Mauro Gervasini, 'Film Tv', 15 gennaio 2002)

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