Anno: 2007 Durata: 112 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Antonello Grimaldi
Specifiche tecniche:35 MM
Tratto da:romanzo omonimo di Sandro Veronesi (Ed. Bompiani)
Produzione:DOMENICO PROCACCI PER FANDANGO IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA, PORTOBELLO PICTURES E PHOENIX FILM INVESTMENT
Distribuzione:01 DISTRIBUTION (2008), DVD: 01 DISTRIBUTION (2008)
Nanni Moretti | nel ruolo di | Pietro Paladini |
Valeria Golino | nel ruolo di | Marta |
Isabella Ferrari | nel ruolo di | Eleonora Simoncini |
Alessandro Gassman | nel ruolo di | Carlo |
Blu Yoshimi Di Martino | nel ruolo di | Claudia Blu Yoshimi |
Hippolyte Girardot | nel ruolo di | Jean-Claude |
Kasia Smutniak | nel ruolo di | Jolanda |
Denis Podalydès | nel ruolo di | Thierry |
Charles Berling | nel ruolo di | Boesson |
Silvio Orlando | nel ruolo di | Samuele |
Alba Rohrwacher | nel ruolo di | Annalisa |
Manuela Morabito | nel ruolo di | Maria Grazia |
Roberto Nobile | nel ruolo di | Taramanni |
Babak Karim | nel ruolo di | Mario |
Tatiana Lepore | nel ruolo di | Mamma di Matteo |
Beatrice Bruschi | nel ruolo di | Benedetta |
Cloris Brosca | nel ruolo di | Psicoterapeuta |
Antonella Attili | nel ruolo di | Maestra Gloria |
Sara D'Amario | nel ruolo di | Francesca |
Stefano Guglielmi | nel ruolo di | Matteo |
Roman Polanski | nel ruolo di | Steiner |
Anna Gigante | nel ruolo di | Amica di Maria Grazia |
Dina Braschi | nel ruolo di | Donna anziana al Gala |
Ester Cavallari | nel ruolo di | Lara |
Nestor Saied | nel ruolo di | Marito Simoncini |
Valentina Carnelutti | nel ruolo di | Amica di Maria Grazia |
La vita di Pietro Paladini viene sconvolta dalla morte improvvisa della moglie Lara. Ad aggiungere sgomento al dolore per la scomparsa della donna amata è anche il fatto che al momento della tragedia Pietro stava salvando la vita di una sconosciuta e lui non sa come spiegarlo alla figlia Claudia, di soli dieci anni. Tuttavia, un'insolita calma lo porta ad osservare il mondo dal finestrino della sua auto, dove si rifugia, giorno dopo giorno, ad attendere sua figlia all'uscita di scuola. In questo suo stato di 'caos calmo', Pietro inizia a rendersi conto che chi gli sta accanto, invece di dargli consolazione, riversa su di lui angosce e problemi. Nonostante ciò è disposto a guidarli e ispirarli verso la salvezza finale per tutti, lui compreso.
"Moretti si dimostra attore a tutto tondo. Viene voglia di pensare che gli piaccia l'idea di somigliare a quei registi che hanno alternato le due posizioni, al di qua e al di là della cinepresa. Come John Cassavetes, faro di quel cinema innovativo che irruppe sulla scena dei primi anni 60 ma anche interprete indimenticabile di opere a lui estranee, da 'Quella sporca dozzina' a 'Rosemary's baby'. O come Roman Polanski, che qui fa capolino in una brevissima apparizione. Il cast è tutto ben scelto e ben assortito, funzionale ai rispettivi ruoli anche se piccoli. Alessandro Gassman come fratello forma con Moretti una felice strana coppia, Valeria Golino dà l'impressione che non potesse essere che lei a dare corpo alla cognata di Paladini, scombinata, emotiva, spiazzante. Quello che, molto semplicemente, si dice un bel film." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 8 febbraio 2008) "Il film soffre proprio dei suoi pregi. Ha una evoluzione tanto volutamente semplice da risultare trasparente e una regia così essenziale da apparire invisibile. Insomma, il film di buono ha solo la struttura della storia, che è un merito del libro e non del cinema. Grimaldi e company non hanno saputo 'fare cinema' di quelle pagine, solo restituirle fedelmente. Cosa non sufficiente. Inutilmente lo spettatore attende che lo schermo gli offra un'emozione tutta sua, un colore, un sommovimento, una vibrazione non dovuta al racconto. L'encefalogramma della sala rimane piatto, come l'orizzonte. Un 'caos calmo' che non sobbalza mai, non sorprende, non prende. Tanti buoni elementi che però non si trasformano in visione." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 8 febbraio 2008). "Sa di sinistro il contenuto profondo del film, no? Moretti nudo e hard. Con questa immagine forte per i cinefili, capace di catturare anche quella fetta di pubblico che è sorda invece a ogni richiamo letterario, è stato lanciato 'Caos Calmo' di Antonello Grimaldi, che rappresenta l'Italia alla Berlinale 2008. Fandango lo ha prodotto lasciando a Nanni Moretti il compito di rilavorare i propri dialoghi e di sposare un personaggio realmente vissuto." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 8 febbraio 2008) "Ai fans di Moretti 'Caos calmo' ricorderà inevitabilmente 'La stanza del figlio'. Non tanto per il tema del lutto, quanto perché entrambi il film riescono a raccontare il dolore riuscendo nel contempo ad essere ironici, qua e là addirittura divertenti. La regia di Antonello Grimaldi è essenziale, semplice, invisibile. Nanni Moretti regge il film con grande bravura." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 8 febbraio 2008) "E allora, seggio o panchina? Impegno nel mondo o scavo interiore? La crisi di governo e la storia di Nanni Moretti rischiano di sbilanciare in senso politico la metafora potente e leggera architettata da Sandro Veronesi nel suo romanzo. Sarebbe un peccato perché dietro questa fiaba furente, che sullo schermo acquista invece echi quasi zen, sta una meditazione sul dolore, sul tempo, sulla responsabilità individuale, che il film di Antonello Grimaldi condensa e semplifica, senza impoverirla, in un film diseguale ma emozionante. In fondo è un caso di "serendipity", che è l'arte di trovare una cosa cercandone un'altra. (...) Altro che tv, la tv di cui Pietro/Moretti è dirigente, presa nel travaglio di una fusione aziendale. Forse per tornare a vedere (e a toccare, in tutti i sensi) cose e persone bisogna fermarsi. Difatti intorno a Pietro/Moretti ruota uno dei cast più corali e felici degli ultimi anni. Col governo non è andata proprio così. Per fortuna c'è il cinema." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 8 febbraio 2008) "Se non ci fosse Moretti, se la storia non fosse totalmente concentrata intorno alla sua bravura e alla sua persona, 'Caos calmo', storia interiore, visione dell'indifferente dolore contemporaneo della gente giovane e ricca, elaborazione semplice di un lutto terribile, sarebbe molto noioso. Però Moretti c'è, per fortuna e chissà perché: e la sua qualità, quella indifferenza alla Michele Apicella, quella sua simpatia affettuosa, danno al film la forza che forse il romanzo non aveva." (Lietta Tornabuoni, 'L'espresso', 14 febbraio 2008)
Incasso in euro