SCHEDA FILM

California Skate

Anno: 1989 Durata: 108 Origine: USA Colore: C

Genere:AVVENTURA

Regia:Graeme Clifford

Specifiche tecniche:NORMALE

Tratto da:-

Produzione:SAID CORPORATION

Distribuzione:MEDUSA DISTRIBUZIONE (1990) - PENTAVIDEO, MEDUSA VIDEO (PEPITE)

ATTORI

Christian Slater nel ruolo di Brian Kelly
Steven Baver nel ruolo di Al Lucero
Richard Herd nel ruolo di Ed Lawndale
Min Luong nel ruolo di Tina Trac
Art Chudabala nel ruolo di Vinh Kelly
Ed Lauter nel ruolo di Mr. Kelly
Micole Mercurio
Treut Le nel ruolo di Vu Dai Trac
 

SCENEGGIATORE

Tolkin, Michael
 

MUSICHE

Ferguson, Jay
 

MONTAGGIO

Wricht, John
 

SCENOGRAFIA

Muto, John
 

COSTUMISTA

Somers Major, Ann
 

EFFETTI

Cory, Phil

TRAMA

Brian Kelly, un sedicenne di famiglia americana benestaente, vive in California con i genitori e il fratello Vinh, un coetano vietnamita che i genitori hanno adottato undici anni prima. Brian è un perdigiorno irrequieto: non ha voglia di studiare, ed è unicamente interessato al suo skate-board, sul quale compie con gli amici spericolate acrobazie, di preferenza su per i bordi di piscine momentaneamente asciutte. Vinh, invece, è un ragazzo calmo e riflessivo: ha ottima riuscita nello studio e nelle ore libere lavora già negli uffici amministrativi di un colonnello, Vu Dau Trac, un vietnamita dissidente, che si occupa di un "fondo di assistenza" a sostegno dei conterranei anticomunisti rimasti in patria. Lavorando al computer si accorge, sorpreso, che i conti sono errati. Presi alcuni appunti, si presenta al colonnello per informarlo della lampante irregolarità, ma Trac non sembra farci caso. Vinh però, vuol saperne di più, riesce a introdursi nottetempo nei magazzini del "fondo di assistenza", e vi scopre un micidiale traffico d'armi, occultato da un inoffensivo deposito di medicinali e articoli sanitari. Se non che, tradito da una fotocellula del magazzino, viene fermato e, dopo un sommario interrogatorio, sbrigativamente strangolato: l'assassinio viene abilmente mascherato dietro un finto suicidio. L'unico non credere al suicidio è Brian, che cerca il possibile movente del delitto, a malapena ascoltato dal solo agente di polizia che, pur ritenendo Brian un sognatore, non esclude del tutto l'ipotesi del delitto. Al termine di una testarda ricerca, involontariamente aiutato da Tina, l'adolescente figlia del colonnello, che si è candidamente innamorata di lui, Brian riesce a smascherare i colpevoli, spalleggiato dall'avventuroso e rumoroso gruppo degli amici dello Skate board.

CRITICA

"Un piccolo guazzabuglio. Da una parte quei pattini, che compiono evoluzioni di danza quasi ad ogni pagina, dall'altra il mutamento del campione che, ferito dal suo lutto, diventa serio e impegnato, dall'altra ancora l'intrigo un po' giallo (ma non molto) per venire a capo di quel finto suicidio sventando i piani di un cattivo nell'ombra. La regia dell' australiano Graeme Clifford, che pure nell' 82 aveva così bene esordito con 'Frances', protagonisti Jessica Lange e Kim Stanley, stenta un po' a tenere insieme questi temi e, pur dando ampio spazio ai sentimenti (di Brian per il fratello ucciso), finisce per lasciar soprattutto prevalere un'azione quasi sempre cadenzata, a volte fino all' eccesso, dai ritmi del pattinaggio, specialmente in quel finale che, con carambole di automobili, inseguimenti di polizia e incidenti stradali, sembra scopertamente imitare le tensioni più facili dei film avventurosi di routine." ('Il Tempo', 6 Luglio 1990) "A metà strada fra la commedia e il thriller il film si rivela essenziale, ben calibrato e, se si sorvola su varie ingenuità e su una definizione delle psicologie dei personaggi inevitabilmente stereotipata, si viene trascinati dalla successione degli avvenimenti per una buona ora e tre quarti di svago. Naturalmente, le scene acrobatiche e gli inseguimenti fra skate-board, moto e macchine sono spettacolari." ('Il Messaggero', 11 Luglio 1990) "Sembra un film promozionale per i reparti di ortopedia: salti, capriole, passaggi sotto camion in corsa grazie allo skateboard simbolo di libertà e di una superiore diversità. La trama esile è solo il pretesto per mostrare le esibizioni acrobatiche delle controfigure. Lo scopo è quello di dimostrare che si può essere dei bravi figlioli anche se si va in giro conciati come teppistelli arrabbiati, si è in grado di mettere in moto auto senza chiave e si conoscono i trucchi dell'effrazione." ('La Stampa', 3 Luglio 1990)

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