Bugsy1991

SCHEDA FILM

Bugsy

Anno: 1991 Durata: 135 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:libro "We Only Kill Each Other: The Life and Bad Times of Bugsy Siegel" di Dean Jennings

Produzione:MARK JOHNSON, BARRY LEVINSON, WARREN BEATTY, CHARLES NEWIRTH

Distribuzione:COLUMBIA TRISTAR FILMS ITALIA - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO

TRAMA

Lo psicopatico Benjamin "Bugsy" Siegel, un individuo senza scrupoli sposato con Esta e padre di due bambine, Millicent e Barbara, viene mandato a Los Angeles dai suoi soci Meyer Lansky e Charlie Lucky Luciano per conquistare il controllo dei racket della West Coast. Qui, divenuto amico di George Raft, un divo del cinema, ha modo di conoscere l'attraente attrice Virginia Hill della quale s'innamora perdutamente. Bugsy e Virginia, che si prendono e si lasciano, si amano e si combattono, uniscono le loro forze per realizzare, nel deserto del Nevada, il Flamingo, un faraonico edificio per il gioco d'azzardo. Dopo aver tolto il predominio su Los Angeles a Jack Dragna, con l'aiuto del goffo ma pericoloso Mickey Cohen, Siegel riesce a coinvolgere alcuni esponenti della malavita per finanziare la costruzione del Flamingo, i cui costi sono continuamente in aumento. Ossessionato dai debiti ed abbandonato da Virginia, che nel rattempo si è impossessata di molto denaro, Benjamin ormai inviso a tutti i suoi soci viene assassinato da un sicario nella sua casa.

CRITICA

"Oltre a tutto si sorride, perché, nelle sue paranoie, 'Bugsy' spesso è anche un po' comico (si veda l'incaponimento di trasferirsi in Italia in piena guerra per uccidere Mussolini e la sua delusione quando apprende che ci ha già pensato qualcun altro...), mentre di converso il finale, pur dicendoci della morte annunciata di un gangsters, coinvolge, con il rischio solito del cinema, che ha meccanismi tali da far parteggiare anche per le cause ingiuste. Nei panni di Bugsy c'è Warren Beatty, di faccia, anche se abbronzato e segnato, carico ancora di carismi; di profilo, invece, sembra il ritratto di Nixon. Quasi una beffa. Virginia è Annette Bening, efficace soprattutto quando s'infuria, fra i gangsters spiccano, sia pure in parti modeste, nomi da protagonisti: Ben Kingsley, Harvey Keitel, Elliot Gould. Attenti a Joe Mantegna: lo chiamano George e ha la parte di un attore implicato con la mafia: si tratta di George Raft, ma il film pudicamente ci tace il suo cognome (salvo suggerirlo all'inizio quando ce lo fa incontrare sul set di 'Manpower', diretto da Raoul Walsh nel '41)." ('Il Tempo', 14 Marzo 1992) "Ecco dunque Bugsy, psicopatico romantico, oscillare senza posa fra ricercatezza e follia omicida. Eccolo sotto la lampada abbronzante, con fettine di cetriolo sugli occhi, ed eccolo accanirsi contro un suo scherano umiliandolo, prendendolo a calci, costringendolo ad abbaiare. Eccolo sul set di un film di Raoul Walsh, con l'amico George Raft (Joe Mantegna), ed eccolo progettare un attentato a Mussolini, per il bene dell'America. La figlia compie gli anni? Lui le fa una bella torta, e se arrivano gli altri gangster Meyer Lansky (Ben Kingsley) e Lucky Luciano per discutere un affare, Bugsy li riceve con il cappello da cuoco in testa. Innumerevoli, ovviamente, anche le scaramucce con l'amante ufficiale, l'attricetta Virginia Hill, che sullo schermo ha la lingua tagliente e il volto pepato di Annette Bening. Ma la musica non cambia. Amplessi e ceffoni, voltafaccia e passione. Con un'attrice come la Bening, capace di sparare dialoghi a mitraglia come certe signore dello schermo anni 30, si poteva fare anche di più. Ma Bugsy non rischia, non si sbilancia, non sceglie. E a forza di voler raccontare tutto del suo protagonista, finisce per fargli perdere fascino e mistero." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 14 Marzo 1992) "Nel film, Bugsy viene mitizzato come l'inventore di Las Vegas, capace di trasformare un polveroso paese desertico in un luogo esemplare dell'avidità e del rischio, di mutare il gioco d'azzardo in attività industriale autorizzata. Viene presentato come uno schizoide lunatico: seduttore brillante e assassino spietato, marito-padre affettuoso e amante appassionato, interessato solo al potere dei soldi e deciso a uccidere Mussolini. A suo modo, 'Bugsy' è un'apologia: chissà se vuol dire qualcosa, che l'America si prepari a premiare col massimo riconoscimento cinematografico la saga chic d'un criminale sanguinario visto come un eroe violento seducente, simpatico e sfortunato." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 14 Marzo 1992)

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