SCHEDA FILM

Bufera in paradiso

Anno: 1994 Durata: 106 Origine: USA Colore: C

Genere:COMICO

Regia:-

Specifiche tecniche:SCOPE A COLORI

Tratto da:-

Produzione:JON DAVISON, GEORGE GALLO

Distribuzione:FOX (1995) - 20th CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT

TRAMA

Nel periodo natalizio, Bill Firpo, ex detenuto, ha la sorpresa di veder uscire di prigione i suoi due fratelli: Dave, un bugiardo inveterato, e Alvin, cleptomane incorreggibile. Dave ha una lettera di un compagno di galera, Vic Mazzucci, per la figlia Sarah, che vive a Paradise, in Pensylvania. In libertà vigilata non potrebbero uscire dallo stato di New York, ma la sventatezza di Alvin che ruba in un magazzino e il dover sfuggire al conseguente arresto provoca la fuga dei tre su un automobile rubata. Dave convince Bill a recarsi a Paradise e, qui giunti, decidono - di fronte alla ghiotta occasione di impadronirsi di migliaia di dollari versati sotto i loro occhi - di rapinare la assai poco sicura banca locale. Ma per una sorta di maledizione, non riescono ad allontanarsi col denaro: vanno fuori strada con un'automobile rubata, arrivano ad usare una slitta a cavallo, e addirittura una barca, con Alvin che quasi muore assiderato nel fiume. Per colmo di ironia, chi li ospita e li conforta è proprio il direttore della banca, Clifford Anderson. Sarah, pur consapevole del furto, non li denuncia, ma li invita ad andarsene. Frattanto Vic, saputo della rapina, da lui architettata da tempo, evade, e rapisce la madre dei Firpo, per ottenere il denaro. Intanto i tre, pentiti, restituiscono il denaro ad un reverendo, firmandosi "i tre Re Magi". Dave svela all'infuriato Bill che la lettera di Vic era un imbroglio e di aver chiamato la polizia al supermaket. Poi i tre fratelli vengono sequestrati da due vice sceriffi merciai, che hanno venduto loro il passamontagna della rapina, e vogliono anche loro il denaro. Infine tutti si ritrovano nella casa degli Anderson alla mercé di Vic e del complice: mentre la polizia e l'FBI, de tempo sulle tracce dei banditi, circondano l'edificio, il figlio dello sceriffo spara a Vic. Le testimonianze favorevoli e l'omertà dei locali scagionano i Firpo: Bill decide anzi di restare perché innamorato di Sarah e desideroso di cambiare vita.

CRITICA

"'Paradiso' sta per 'Paradise' e Paradise è un'amena cittadina americana in cui tre fratelli votati alla delinquenza minore, vengono a passarvi le vacanze di Natale. (?) La regia di George Gallo, qui al suo secondo film dopo 'Perseguitato dalla fortuna', non riesce infatti a tenere mai le fila dei vari incidenti piccoli e grandi che contraddistinguono l'impatto fra i tre farabuttelli e i troppo disponibili cittadini di Paradise, i colpi di scena sono fiacchi, e i bozzetti cui l'azione soprattutto si affida sono quasi sempre di grana grossa, senza né fantasia né estro." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 7 febbraio 1995) "E' ancora Nicolas Cage, l'inespressivo nipote di Coppola, la vittima designata di queste operazioni di nostalgia: paga lo scotto, ed è sempre con la sua aria di capitato là per caso, il peggiore del cast. Molto più bravi nelle forzate caratterizzazioni gli altri due, mimi un po' folli: Jon Lovitz, il più bugiardo e incosciente uno di quelli che 'scappano dalla città' con Bill Crystal e Dana Carvey, popolarissimo in patria, che fa il quasi muto subnormale cleptomane, ed è il demenziale comico del televisivo 'Saturday night live' e di 'Fusi di testa', un volto mobile che mescola Stan Laurel, Harpo Marx e Mickey Rourke. Il resto è affidato al buon cuore del professionismo, a un soggettino vagamente ispirato a 'Non siamo angeli', che poteva anche essere divertente se avesse avuto una sceneggiatura al seguito. E il fatto che la troupe abbia battuto i denti per alcune settimane tra le nevi del Canada (controfigura della Pennsylvania), rimuovendo seimila tonnellate di ghiaccio, appartiene ahimé solo alla storia degli eroismi inutili del cinema." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 8 febbraio 1995) "Nicolas Cage è il più saggio, i suoi due fratelli delinquenti di New York vengono rilasciati dal carcere tutt'e tre si mettono nei pasticci per sfuggire alla polizia si rifugiano in una cittadina chiamata Paradise, dove restano bloccati dalla neve e vengono soffocati dalla bontà e gentilezza degli abitanti sino alla redenzione. Naturalmente, siamo sotto Natale. Girato nel grande freddo del Canada, il film ha due soli elementi divertenti: un cane a tre zampe e un sacerdote cattolico che, mentre ascolta le confessioni dei suoi fedeli, per non morire di noia fa le parole incrociate." (Lietta Tornabuoni, "La Stampa", 5 febbraio 1995)

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