Brucio nel vento2002

SCHEDA FILM

Brucio nel vento

Anno: 2002 Durata: 108 Origine: GERMANIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, ROMANTICO

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:romanzo "Ieri" di Agota Kristof

Produzione:ALBACHIARA SPA, RAICINEMAFICTION, VEGA FILM AG, TELE+, TELEVISIONE SVIZZERA ITALIANA

Distribuzione:01 DISTRIBUTION, DVD MEDUSA VIDEO ( 2002).

TRAMA

TRAMA CORTA Tobias vive in Svizzera e lavora come operaio in una fabbrica di orologi. Si è trasferito qui lasciando il suo paese natale convinto di aver ucciso l'amante di sua madre, padre illegittimo dello stesso Tobias e padre naturale di Line, della quale il giovane è ossessivamente innamorato e che non vede da più di vent'anni. Un giorno Line compare alla catena di montaggio della fabbrica, trasferitasi anche lei in Svizzera con il marito e una figlia. TRAMA LUNGA Da quando vive in Svizzera Tobias Horvath ha cambiato nome. Da dieci anni ormai lavora in una fabbrica di orologi e ogni giorno in maniera meccanica ripete le stesse azioni che lo portano da casa all'autobus al posto di lavoro, e viceversa. Nato nell'Est europeo, in un villaggio senza nome e senza importanza, Tobias ha trascorso l'infanzia nella miseria più totale: la madre era la prostituta del paesino. Un giorno Tobias ha sentito il suo maestro di scuola discutere in camera con la mamma ed ha capito che lui era suo padre. Allora ha preso un coltello e glielo ha affondato nella schiena. Poi è scappato, lasciandosi tutto alle spalle, verso l'Ovest e verso un'altra vita. Ma ora, da grande, non è tranquillo. La compagnia di Yolande e le serate al bistrot con alcuni connazionali conosciuti in occasione di un processo cui è stato chiamato come interprete, lo lasciano insoddisfatto. Tobias tiene un diario, dove dice che aspetta l'arrivo di una donna bella dal nome Line, e quando arriverà tutto allora cambierà veramente. Finché un giorno sull'autobus ha la sensazione di riconoscerla in una ragazza con un bambino in braccio. La segue fino in fabbrica: lavora con lui, e allora l'avvicina durante il pranzo. Lei si chiama Caroline, ed era la sua compagna di banco a scuola, ed è la figlia del maestro, che è anche suo padre. Caroline è sposata con Kristof, ricercatore all'università, ed ha una bimba di pochi mesi. Tobias è innamorato, la spia, si lascia invitare a cena da lei e da suo marito. L'ultimo dell'anno, lui si trova con i connazionali, ma all'improvviso esce, va sotto casa di lei, e trascorre lì il resto della notte. Dopo qualche altro tempo, in fabbrica Tobias la segue, e i due infine si baciano. Sull'autobus, Line si appoggia a lui e sviene. All'ospedale dicono a Tobias che la ragazza è incinta. Giorni dopo, quando esce, Line rivela a Tobias di avere abortito perché il marito sospettava che il figlio fosse proprio di Tobias. Non resta loro che fuggire...

CRITICA

"Il film letterario, percorso dal vento dell'inquietudine, fotografato meravigliosamente da Luca Bigazzi e ben recitato da due attori di Praga, più ancora che nella narrazione della storia d'amore è straordinario nel racconto dell'esistenza quotidiana dei protagonisti, delle loro giornate faticose e sempre uguali fatte di gesti e percorsi sempre identici, delle luci nebbiose dell'alba, degli autobus ove si viene folgorati dal sonno, della 'corsa idiota' della vita riscattabile soltanto dalla passione e dall'arte". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 18 gennaio 2002) "(...) Anziché scivolare sul piano inclinato della tragedia o quantomeno dell'indifferenza, nel film il loro amore impossibile vira verso un'improbabile 'happy end', servito da immagini preziose ma fredde, steriori, letterarie. Come se Soldini, intimorito dai suoi stessi personaggi, ne avesse limato gli spigoli fino a svuotarli. E poi, insieme all'impasto linguistico,la versione doppiata cancella lo sradicamento, il clima di violenza in cui vivono i protagonisti. E' vero che Soldini riconosce come 'sua' solo quella sottotitolata. Ma quanti la vedranno?". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 18 gennaio 2002) "Con la collaborazione del fedele Luca Bigazzi, Soldini raggiunge una vaga atmosfera neoromantica nordica che ricorda il 'Lenz' di Buchner o i film tedeschi di Herzog. Almeno due i punti deboli: la stitichezza dell'incontro infantile con la sorellastra, su cui si regge la passione di Tobias, e il sogno omicida finale. In doppia versione (originale sottotitolata e doppiata per l'ottimo lavoro di Licia Maglietta, Gifuni e Battiston). Da vedere". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 18 gennaio 2002) "'Brucio nel vento' è il film migliore di Silvio Soldini, nettamente superiore al celebre 'Pane e tulipani'. Per gradi, il regista installa un'atmosfera di squallore poetico quanto mai suggestiva e contagiosa, facendoti sposare la pazzia d'amore di un personaggio che all'inizio appare bizzarro, poi si conquista la tua solidarietà e il tuo affetto. Lui soprattutto, ma anche la trepida Line, il patetico Janek, affamato di patate e di contatti umani, e altri caratteri di contorno. Nella colonna delle cose meno riuscite vanno iscritte l'improvvisa accelerazione degli eventi nell'ultima parte, le allucinazioni di Tobias, il commento musicale un po' troppo straziante di Giovanni Venosta. Però il bilancio è largamente in attivo". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 20 gennaio 2002)

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