Brubaker1980

SCHEDA FILM

Brubaker

Anno: 1980 Durata: 130 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, SOCIALE

Regia:Stuart Rosenberg

Specifiche tecniche:PANORAMICO, DE LUXE

Tratto da:libro omonimo di Joe Hyams e Thomas O. Murton

Produzione:RON SILVERMAN PER 20 TH CENTURY FOX

Distribuzione:FOX BALMAS (1980) - 20th CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT

ATTORI

Robert Redford nel ruolo di Henry Brubaker
Yaphet Kotto nel ruolo di Richard 'Dickie' Coombes
Jane Alexander nel ruolo di Lillian Gray
Murray Hamilton nel ruolo di Don Deach
David Keith nel ruolo di Larry Lee Bullen
Morgan Freeman nel ruolo di Walter
Matt Clark nel ruolo di Roy Purcell
Tim McIntire nel ruolo di Huey Rauch
Richard Ward nel ruolo di Abraham Cook
Jon Van Ness nel ruolo di Zaranska
M. Emmet Walsh nel ruolo di C.P. Woodward
Albert Salmi nel ruolo di Rory Poke
Linda Haynes nel ruolo di Carol
Everett McGill nel ruolo di Eddie Caldwell
Val Avery nel ruolo di Wendel
Ron Frazier nel ruolo di Burl Willets Ronald C. Frazier
David Harris nel ruolo di Duane Spivey David D. Harris
Joe Spinell nel ruolo di Floyd Birdwell
James Keane nel ruolo di Pinky
Konrad Sheehan nel ruolo di Glenn Elwood
 
 

MUSICHE

Schifrin, Lalo
 

MONTAGGIO

Brown Jr., Robert
 

SCENOGRAFIA

Riva, J. Michael
 

EFFETTI

Wright Jr., Al

TRAMA

Negli Stati Uniti, il nuovo direttore del carcere di Wakefeld, Henry Brubaker - che prima di assumere l'incarico aveva trascorso alcuni giorni fra i prigionieri in incognito, fingendosi un detenuto, per conoscere le reali condizioni di prigionia - cerca poco a poco di riformare la vita del carcere, migliorando le condizioni dei reclusi e mettendo fine alla corruzione degli impiegati e delle guardie carcerarie.

CRITICA

"Fondato sulla vera storia di Tom Murton, direttore di un carcere dell'Arkansas, licenziato e autore di un libro di memorie, il film ci concede naturalmente una didascalia finale, nella quale avverte che Wakefield, dopo un intervallo di assestamento, ebbe finalmente alcune riforme. E' una consolazione necessaria perché il film nonostante tutto, è un dibattito sul riformismo, in carcere e in America, dovunque ci siano scheletri da nascondere. Si possono cambiare le cose malfatte? Si possono riparare le deviazioni politiche? Si può vincere senza violenza, la violenza? Dentro il carcere Brubaker trova i guasti della natura umana, fuori dl carcere le inadempienze della natura politica. Il dentro e il fuori si assomigliano. Robert Redford è abituato ai ruoli democratici, ci si appassiona, recita benissimo magari non vuol spingersi troppo in là. Col suo eroe che non si piega sfugge alla politica verso l'individualismo: un calcolato spettacolo di orrore e illusioni dove glil eroi sono soli. Ma l'interpretazione resta eccellente. Dicono che Redford, progressista moderato, voglia ripresentarsi, dopo Reagan, alle elezioni presidenziali. Tra il mito di Kenendy e i valori di Reagan, sembra il compromesso adatto." (Stefano Reggiani, 'La Stampa')

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