SCHEDA FILM

Beneficio del dubbio

Anno: 1993 Durata: 90 Origine: GERMANIA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:-

Produzione:MONUMENT PICTURES, CINEVOG, BENEFIT PRODUCTIONS

Distribuzione:EAGLE PICTURES

TRAMA

Frank, in carcere per 22 anni per uxoricidio, viene rilasciato sulla parola. Si è sempre professato innocente, ma la figlia Karen, che anni prima ha contribuito al suo arresto, non gli crede. Lei ha assistito alla morte della madre causata da lui. Quando l'uomo esce di prigione, alla ricerca della vendetta, Frank prova con ogni mezzo ad entrare nell'esistenza della figlia...

CRITICA

"La natura spesso ambigua dei rapporti tra figlia e padre, oscillanti tra passività e rivolta, tra dipendenza e insofferenza, tra paura e amore, si manifesta con una certa sottigliezza. Donald Sutherland è insinuante, allarmante, bravo; il debuttante Jonathan Heap, regista di formazione televisiva, mostra al primo film sicurezza di mestiere e amore per il melodramma." ('La Stampa', 3 luglio 1993) "Trattasi di thriller di ordinaria amministrazione, infarcito di inverosimiglianze, prevedibile dalla seconda all'ultima mossa, sgradevolmente effettistico sul piano della melodrammatica psicologia incestuosa nel dare e avere tra padre e figlia. Povero di vera emozione, che non sia la curiosità di come il vecchio finalmente pagherà e morirà, 'Beneficio del dubbio' è il solito ritratto dell'America disastrata di provincia con i suoi strip-bar dove il macho è sempre aggressore. Manca nella dote del regista il dono di affascinare con l'ambiguità, essenziale a un soggetto che, simile nei suoi risvolti psicanalitici e nel processo di rimozione subliminale a 'Marnie' di Hitchcock, poteva anche funzionare, e diventare minaccioso come alcuni classici film della vendetta, 'La notte dell'agguato' o 'Cape fear'." ('Il Corriere della Sera', 12 luglio 1993) "Appena il lupo mostra le zanne, il film però mostra la corda. La seconda parte è una storia abbastanza assurda d'inseguimenti con i monti dell'Arizona a fare da insolito (ma inefficace) scenario. Il film dopo l'interessante (e pirandelliana) premessa, rivela un respiro corto di tipo televisivo, artificioso e assurdo nella meccanica della suspense. Ma val la pena di vederlo se non altro per Sutherland (brava anche Amy Irving, ma quanta acqua è passata, ahilei, dall'epoca in cui era la signora Steven Spielberg)." (Giorgio Carbone, 'La Notte', 17 luglio 1993)

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