Bella in rosa1986

SCHEDA FILM

Bella in rosa

Anno: 1986 Durata: 96 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE

Tratto da:-

Produzione:PARAMOUNT

Distribuzione:UIP - CIC VIDEO

TRAMA

La giovane Andie Walsh vive poveramente col padre Jack disoccupato e frequenta una scuola in cui prevalgono alunni danarosi, viziosi e arroganti, lavorando a ore in un'agenzia per sopravvivere. Continuamente umiliata dai compagni di scuola per il suo istintivo riserbo e il suo vestire dimesso e di cattivo gusto, è corteggiata invano con insistenza da Duckie un giovane povero e agitatissimo, che lei stima e sente amico, ma non di più. Finché è notata da Blane un ragazzo ricco che l'apprezza per quello che è, la rispetta e giunge a sfidare gli esclusivismi del suo clan, invitandola al ballo di fine d'anno e rimanendo abbagliato dall'elegante "look" che la ragazza è riuscita a metter insieme con le proprie mani, presentandosi come invidiatissima "bella in rosa".

CRITICA

"Il film naturalmente molto musicato da una colonna sonora composta da Michael Gore con pezzi molto alla moda (siamo nel 'post-Flashdance') è carino o caruccio, piacevole, gonfio di nulla, infiocchettato da caratterizzazioni di maniera così esasperate e ingenue che non possiamo fare a meno di restare stupiti e anche un po' affascinati fisiologicamente cullati. Ma guai a risvegliarsi perché l'incanto svanirebbe subito, e il film, una volta constatata la funzionale eleganza della confezione tornerebbe una zucca anche perché Hughes con 'Breakfast Club', ci aveva promesso qualcosa di più e di più forte da dire sui giovani. Ma una delle ragioni di forza della commediola da dessert in rosa, e questa la condividiamo, dando così una mano al battage che si sta facendo intorno al suo nome, già notissimo e riverito in America è la presenza della 18enne protagonista Molly Ringwald, che è una ragazza espressiva e personale, bella senza essere bella, naturale senza essere spontanea, gradevole senza essere simpatica, una che alla fine sa risolvere tutto in qualità. Anche i suoi due boys orgoglio e non pregiudizio sono efficienti: John Cryer sogna di essere un giorno Belushi e Andrew McCarthy fa il principino con l'occhio ridente e sognante da sempre rivolto alla ragazza della porta accanto." (Mirella Poggialini, 'Il Corriere della Sera', 8 Giugno 1986) "Dietro le frasi fatte e le cose scontate trapela l'intenzione di un ritratto della gioventù americana; disegnato però con palesi indulgenze verso un sentimental-romanticismo che pervade tutto il film. E anche se non si vuol sottovalutare quel feroce classicismo che rende tribolata una normale vicenda amorosa alla fine questo contrasto di culture e valori si scioglie come neve al sole in un happy-end prevedibile fin dall'inizio. Un po' di pepe nella sceneggiatura insomma non ci sarebbe stato male. Questo film, comunque, piacerà probabilmente a ragazzini e ragazzine in crisi adolescenziale. Anche perché dopotutto certe cose sono vere, certi Romeo e Giulietta del 2000 esistono davvero se non altro per il desiderio, tutto generazionale, di riuscire ad essere se stessi al di là delle convenzioni sociali. E non soltanto tra gli americani. La regia è di Howard Deutch che esordisce nel lungometraggio proveniente da una lunga attività nei video musicali. Gli interpreti solo la realmente diciottenne Molly Ringwald (definita dal 'Time' la nuova principessa dei teen-ager con la sua carismatica normalità) Andrew McCarthy (il ricco). Jon Cryer (lo sfortunato)." ('Il Tempo', 12 Settembre 1986) "Da una parte Andie (Molly Ringwald) coi suoi vestiti usati e la sua fantasia, un padre disoccupato e un corteggiatore sbagliato (Jon Cryer notevole nella parte del ragazzino povero ma gasatissimo). Dall'altra i suoi ricchi e odiosi compagni di scuola con le loro auto, le loro feste la loro arroganza. In mezzo naturalmente il grande amore: un ragazzo ricco (Andrew McCanhy) che osa tradire il proprio ambiente per invitarla al ballo di fine anno con tutto il contorno di ripicche, tentennamenti, umiliazioni che la cosa comporta. Tutto qui? Sì ma per spiegare il successo di 'Bella in rosa' negli Usa non c è bisogno di improvvisarsi sociologi. Basta guardare con qualche attenzione gli interpreti - mai regia fu più anonima e funzionale - ovvero la microfisiognomica dei personaggi. Un tempo erano i cartoni animati di Walt Disney a sbalordirci per la precisione della mimica facciale. Oggi la situazione sembra essersi rovesciata e sono gli attori in carne e ossa di film come questo a dar fondo a una quantità di tic e smorfiette assolutamente insospettabile con effetti che possono essere ipnotici o repulsivi. Paragonate l'iperprofessionalità tutta epidermica di questi interpreti con quel miracolo di spontaneità che è 'Il raggio verde' di Rohmer e avrete la misura della differenza che corre fra un cinema della verità e della flagranza e un cinema dell'artificio. Ma gli artifici della recitazione sono ancora preferibili al

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