Anno: 2007 Durata: 125 Origine: ISRAELE Colore: C
Genere:GUERRA
Regia:Joseph Cedar
Specifiche tecniche:35 MM, CINEMASCOPE
Tratto da:romanzo "Im Yesh Gan Eden" di Ron Leshem
Produzione:METRO COMMUNICATIONS, MOVIE PLUS, UNITED KING FILMS
Distribuzione:-
Oshri Cohen | nel ruolo di | Liraz |
Itay Tiran | nel ruolo di | Koris |
Eli Eltonyo | nel ruolo di | Oshri |
Ohad Knoller | nel ruolo di | Ziv |
Itay Turgeman | nel ruolo di | Zitlawy |
Alon Aboutboul | nel ruolo di | Kimchi |
Arthur Faradjev | nel ruolo di | Shpitzer |
Itai Szor | nel ruolo di | Emilio |
Gal Friedman | nel ruolo di | Belis |
Danny Zahavi | nel ruolo di | Meir |
Daniel Bruk | nel ruolo di | Pavel |
Nevo Kimchi | nel ruolo di | Avishai |
Ygal Reznik | nel ruolo di | Robbie |
Hannan Yishai | nel ruolo di | Nadav |
Ami Weinberg | nel ruolo di | Amox Faran |
Zohar Shtrauss | nel ruolo di | Rossman |
Liraz Liberti è il giovane comandante della fortezza di Beaufort, un presidio militare sito nel sud del Libano occupato dai soldati Israeliani durante il conflitto israelo-libanese del 1982. Da allora, numerosi soldati si sono avvicendati per difendere il forte, ma nel 2000 il governo di Israele ha deciso di ritirare le sue truppe e di abbattere la fortezza. Il film racconta gli ultimi mesi passati da Lizard insieme ai suoi soldati a preparare l'abbandono e la distruzione del presidio, con la consapevolezza dell'inutilità di quegli ideali e quelle convinzioni che hanno portato alla morte di centinaia di soldati caduti per difendere la fortezza.
"Il nemico è invisibile, si manifesta solo con i missili che piovono sul reparto composto di soldati-ragazzi. E si manifesta con la paura. Malgrado la paura, malgrado la gioia di tornare a casa, più forte nei giovani soldati - simbolo dei soldati di tutte le guerre - è l'amarezza per i compagni perduti. Per il vano spargimento di vita e di sangue in nome di una posizione - come la 'Iwo Jjma' di Clint Eastwood - che nei calcoli della storia da vitale è diventata insignificante e dimenticata." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 15 febbraio 2007) "L'israeliano 'Beaufort' del non ancora quarantenne Joseph Cedar è uno strano film di guerra che, rievocando la traumatica demolizione (maggio 2000) da parte delle truppe del suo paese di un fortino insediato per diciotto anni in territorio libanese, vorrebbe comunicare un pacifismo un po' alla 'Deserto dei tartari' di Buzzati. Il tema del ritiro da una base strategica, che comporta il paradosso di dover negare il sacrificio dei cari commilitoni caduti alla sua strenua difesa, non è nuovo (basta pensare a ottimi prodotti medi hollywoodiani come 'Hamburger Hill') e qui, quel che è peggio, il motivo della paura strisciante dietro il coraggio è alquanto vago, i volti e le espressioni risultano poco carismatici e le sequenze di pura azione risentono della scarsità di budget." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 15 febbraio 2007) "L'israeliano Joseph Cedar rievoca il dramma dei soldati rinchiusi nel castello libanese di Beaufort, costruito dai crociati e diventato un avamposto nella guerra contro Hezbollah per 18 anni, dal 1982 al Duemila. (...) Con una macchina da presa mobilissima e incollata ai volti delle persone, capace di trasmettere allo spettatore l'angoscia claustrofobica di chi si sente schiacciato da una situazione che non controlla." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 15 febbraio 2007) "Della guerra israelo-libanese del1982, parla 'Beaufort' dell'israeliano Joseph Cedar, un raro esempio di film di guerra noioso. Un manipolo di soldati israeliani viene lasciato a morire tra le montagne del Libano. Sotto i missili degli Hezbollah vivono tra speranza e accuse al proprio Paese." (Salvatore Trapasi, 'Il Giornale', 15 febbraio 2007)
Incasso in euro