Baci e abbracci1998

SCHEDA FILM

Baci e abbracci

Anno: 1998 Durata: 105 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:VITTORIO E RITA CECCHI GORI PER CECCHI GORI GROUP TIGER CINEMATOGRAFICA - FIN.MA.VI. CON LA PARTECIPAZIONE DI TELE+

Distribuzione:CECCHI GORI DISTRIBUZIONE - CECCHI GORI HOME VIDEO.

TRAMA

A Cecina, una zona della campagna toscana vicino a Livorno, la vita di Mario, salernitano sradicato, è sull'orlo del tracollo. Il ristorante di cui è proprietario non ha più clienti, il suo matrimonio è ormai fallito, e in più incombe la prospettiva di passare il Natale in totale solitudine. Poco distante, anche Renato, Luciano e Tatiana sono nei guai. Perso il lavoro come operai, hanno messo in piedi un allevamento di struzzi in un casale mezzo abbandonato e sperano in un successo dell'iniziativa. Ma intanto i debiti sono cresciuti e i fornitori incombono con le loro fatture. Si profila una sola via d'uscita: l'attuale compagno di Patrizia, sorella di Renato, è un assessore regionale che potrebbe garantire l'assegnazione alla piccola azienda di un contributo utile a far tacere i creditori. Patrizia e Mario, così si chiama l'assessore, vengono così invitati per la cena della vigilia di Natale. Mentre Patrizia, che è hostess, fa sapere di essere in ritardo, Renato e Luciano vanno alla stazione ad accogliere Mario. Nessuno conosce l'altro e così basta poco perché il Mario proprietario del ristorante, appena scanpato ad un fallito tentativo di suicidio sotto le rotaie che si aggira smarrito per la stazione, venga scambiato per il Mario assessore e accompagnato al casale. Qui tutta la famiglia lo accoglie con entusiasmo e lo ricopre di attenzioni per tutto il giorno della vigilia. Finché la mattina di Natale, mentre fuori è tutto innevato, Mario racconta ad Annalisa, segretaria dell'azienda, dell'equivoco creatosi. Anche gli altri vengono a saperlo. Renato è furente. Mario sta per andarsene, poi torna indietro. Si mette a preparare il pranzo di Natale, che tutti mostrano di apprezzare. Renato lancia l'idea di mettere su nel casale un ristorantino. Intanto dalle uova nascono i piccoli struzzi.

CRITICA

"Con lo sguardo alla vecchia commedia all'italiana, però la meno pungente possibile, e qualche spunto preso qua e là, incoraggiato da Cecchi Gori - nell'individuare storie vincenti bravo più di un cane da tartufo - in cerca di personaggi pittoreschi, Virzì ha continuato ad aggirarsi in un piccolo mondo provinciale. (...) Con la sua favola gentile Virzì punta su quel prodotto medio che è sempre mancato alla produzione cinematografica nazionale. E anche stavolta lo mette insieme. Niente di rivoluzionario o di impegnativo." (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 22 gennaio 1999)

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